pietro berti
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mercoledì 24 febbraio 2010
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ad alessio guzzano in risposta 1^ parte
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Martedì 16 febbraio 2010 a pag 17 di City free press ho avuto l’infelice idea di leggere il suo tentativo di recensione del film “Amabili resti” Genere Drammatico (Regia T. Jackson, con Rachel Weisz,- favolosa interprete dello spagnolo non ancora giunto in Italia “Agora” – M. Whalberg, S. Tucci, S. Ronan) tratto dal bellissimo libro di Alice Sebold, scritto con ogni probabilità per superare lo stupro da lei subito all’età di 14 anni. Ebbene, venendo al punto, lei afferma in maniera tombale che si tratta del film più brutto dell’anno. Ritengo che lei si riferisca all’anno 2010 con decorrenza 1 gennaio 2010 a tutto il 18 febbraio 2010 data oltre la quale usciranno i nuovi film della stagione ed in particolare quello che si appresta a divenire un capolavoro del genere gotico con Benicio Del Toro “Wolfman” e ovviamente stando sempre nel mese di febbraio e precisamente in data 26 Codice Genesi con Denzel Washington interessante e con decisi riferimenti al primo Interceptor, a livello di ambientazioni con Mel Gibson, senza dimenticare sempre per concludere febbraio Invictus con i due candidati all’Oscar Morgan Freeman e Matt Demon.
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Martedì 16 febbraio 2010 a pag 17 di City free press ho avuto l’infelice idea di leggere il suo tentativo di recensione del film “Amabili resti” Genere Drammatico (Regia T. Jackson, con Rachel Weisz,- favolosa interprete dello spagnolo non ancora giunto in Italia “Agora” – M. Whalberg, S. Tucci, S. Ronan) tratto dal bellissimo libro di Alice Sebold, scritto con ogni probabilità per superare lo stupro da lei subito all’età di 14 anni. Ebbene, venendo al punto, lei afferma in maniera tombale che si tratta del film più brutto dell’anno. Ritengo che lei si riferisca all’anno 2010 con decorrenza 1 gennaio 2010 a tutto il 18 febbraio 2010 data oltre la quale usciranno i nuovi film della stagione ed in particolare quello che si appresta a divenire un capolavoro del genere gotico con Benicio Del Toro “Wolfman” e ovviamente stando sempre nel mese di febbraio e precisamente in data 26 Codice Genesi con Denzel Washington interessante e con decisi riferimenti al primo Interceptor, a livello di ambientazioni con Mel Gibson, senza dimenticare sempre per concludere febbraio Invictus con i due candidati all’Oscar Morgan Freeman e Matt Demon. Il primo rilievo che le faccio sta nel fatto che lei definisce un’infelice uscita di un film nel week-end 12 febbraio/15 febbraio 2010 esprimendo un giudizio non solo opinabile ma del tutto privo di senso, in quanto le sei parole che lei cita parlando di come “il lavoro più brutto dell’anno” potrebbero essere, dico potrebbero, essere condivise nella misura in cui lei si riferisse alla programmazione inerente al primo mese e mezzo del 2010 e non certo ai film che devono ancora uscire. La sua interpretazione non solo denota il fatto che la cinematografia cui lei si è dedicato è estremamente settaria, non variegata, e manca delle basi essenziali per poter fare dei confronti .
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lunetta
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martedì 23 febbraio 2010
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coraggioso
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Coraggioso fare un film su un argomento così "infinitamente"triste. Non ho letto il libro, ma non è possibile confrontare sempre i films con i libri da cui vengono, a volte, liberamente tratti: il film è una cosa a sè, ha una vita sua, può essere più bello, meno bello: ma che importanza ha? Ho fatto fatica a vedere questo film perchè il racconto è segnato, e non può essere diversamente, la storia si snoda tra dolore, lacrime, rinpianti, odio. Lo spettatore sa che non può uscire sereno dal cinema, ma sa anche che sono orrori che accadono, e che rappresentarle sullo schermo è davvero difficile, e coraggioso, e jackson lo ha fatto in modo egregio, scegliendo gli attori perfetti nel loro ruolo, illuminando la tragedia con il sorriso e gli occhi della bellissima ragazzina, o la simpatia della strampalata nonna.
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Coraggioso fare un film su un argomento così "infinitamente"triste. Non ho letto il libro, ma non è possibile confrontare sempre i films con i libri da cui vengono, a volte, liberamente tratti: il film è una cosa a sè, ha una vita sua, può essere più bello, meno bello: ma che importanza ha? Ho fatto fatica a vedere questo film perchè il racconto è segnato, e non può essere diversamente, la storia si snoda tra dolore, lacrime, rinpianti, odio. Lo spettatore sa che non può uscire sereno dal cinema, ma sa anche che sono orrori che accadono, e che rappresentarle sullo schermo è davvero difficile, e coraggioso, e jackson lo ha fatto in modo egregio, scegliendo gli attori perfetti nel loro ruolo, illuminando la tragedia con il sorriso e gli occhi della bellissima ragazzina, o la simpatia della strampalata nonna.Solo un grande regista poteva affrontare una prova così difficile...certo, credo che nessuno comprerà il dvd!
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pietro berti
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martedì 23 febbraio 2010
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ad alessio guzzano, in risposta 2^ parte
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A differenza di quanto lei sostiene, dal 1 gennaio 2010 ad oggi film brutti ne sono usciti e come ed Amabili resti, ahimè non è tra questi. Posso citarle a puro titolo informativo lo sconsigliatissimo film “Bangcok dangerous - il codice dell’assassino” dei fratelli Pang con Nicolas Cage, “Nine” di R. Marshall, “La prima cosa bella” (giudizi di pubblico e critica contrastanti ma per lo più negativi), “Il mondo dei replicanti” con B. Willis, “Ong Bak 2” .
Mentre assolutamente da non perdere c’è “Soul kitchen” (validissimo), “Rec 2 “ (horror ispanico, voto 7), “A single man” di Tom Ford (voto 8), “Il quarto tipo” (voto 7); “Viaggio tra le nuvole” (voto 8), Avatar (voto 9), ed “Il Riccio” (voto 10 con lode).
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A differenza di quanto lei sostiene, dal 1 gennaio 2010 ad oggi film brutti ne sono usciti e come ed Amabili resti, ahimè non è tra questi. Posso citarle a puro titolo informativo lo sconsigliatissimo film “Bangcok dangerous - il codice dell’assassino” dei fratelli Pang con Nicolas Cage, “Nine” di R. Marshall, “La prima cosa bella” (giudizi di pubblico e critica contrastanti ma per lo più negativi), “Il mondo dei replicanti” con B. Willis, “Ong Bak 2” .
Mentre assolutamente da non perdere c’è “Soul kitchen” (validissimo), “Rec 2 “ (horror ispanico, voto 7), “A single man” di Tom Ford (voto 8), “Il quarto tipo” (voto 7); “Viaggio tra le nuvole” (voto 8), Avatar (voto 9), ed “Il Riccio” (voto 10 con lode). Venendo alla sua recensione, in cui parla dell’ambientazione del film nei primi anni ’70 in Pennsylvania dove una ragazza 14enne dagli occhi azzurri e dai capelli rossi come il fuoco perde la vita facendosi irretire da un vicino di casa pedofilo che le spegnerà per sempre i sogni e i desideri. La recensione estremamente povera di contenuti dice che le due ore di proiezione annaspano faticosamente. Ebbene, quello che Guzzano non ha capito sta nel fatto che il pedofilo omicida seriale viene, per odio e per amore fortissimo nei confronti della famiglia da parte della protagonista, costantemente seguito come lo è la sua stessa famiglia. La protagonista è quella che racconta la storia da quando viene uccisa in poi. Infatti, proprio per il fatto di aver perso la vita in modo violento e terribile si trova a “vivere” in quel così detto mondo di mezzo, che non è la terra né il cielo ((paradiso) ma solo il periodo preparatorio ad accedere a quell’ambito da cui non si fa più ritorno. Ella è talmente presa dall’odio nei confronti di colui il quale le ha così barbaramente tolto la vita che tutte le volte in cui decide di attraversare la porta che la porterebbe al paradiso si ferma , si volta indietro e ritorna nel mondo di mezzo perché non riesce ad accettare che questa persona rimanga impunita, soprattutto la positività di questo film sta nel fatto che nella persona si attua una progressiva predisposizione che poi si concretizza nel lasciare la sua famiglia ed arrivare a quel punto estremo di forza interiore che si chiama perdono e conseguentemente liberazione. Ci penserà sua sorella, perquisendo di nascosto la casa dell’assassino a trovare gli elementi di prova per incastrarlo inderogabilmente, tanto è che … ma non voglio svelare il finale.
La mia valutazione di “Amabili resti”, pur essendo per pochi, è un 8 pieno, senza contare che la colonna sonora di Brian Eno è bellissima.
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boid1
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lunedì 22 febbraio 2010
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onirico melodramma
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nel complesso un buon film.
Belle fotografie, bravi attori (la mammina è una delle mie attrici preferite)grandi effetti speciali.
La scenografia del mondo dell'aldilà è bella ma un pò banale... avrei osato di più.
mi è piaciuta invece la scena delle bottiglie con i velieri dentro che si infrangono sulla riva nel momento in cui il padre le rompe nella realtà.
finale un pò con l'amaro in bocca. poteva essere migliore.
il rapporto con la ragazza sensitiva è stato un pò trascurato e il pensare che è stata introdotta questa figura per regalare la scena finale del bacio mi delude un pò...
tutto sommato bello, ma un pò lento. sono uscito dal cinema soddisfatto ma non è uno di quei film
che mi rivedrei.
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gosnurle
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lunedì 22 febbraio 2010
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il mio nome e' salmon, come il pesce
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Il problema quando si tratta di un film tratto da un libro di successo e' sempre il solito: esserne o meno fedele sia nella trama che soprattutto nello spirito, difficile se non impossibile nel primo caso, necessario ed imprescindibile nel secondo.
Nel signore degli anelli data la possibilita' di espandere a piacere in 3 film lo sviluppo del soggetto, la cosa si faceva facile e percio' riuscita, nel caso di amabili resti era pressocche' impossibile, data la quantita' immane di deviazioni dal percorso iniziale, e mi sa che chi critica la frammentarieta' del film semplicemente non ha letto il libro, e cio' e' grave, impossibile dicevo seguire tutte le vicissitudini dei vari protagonisti e restare nei limiti umani di attenzione che ogni spettatore puo' avere in due ore e poco piu' di durata media.
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Il problema quando si tratta di un film tratto da un libro di successo e' sempre il solito: esserne o meno fedele sia nella trama che soprattutto nello spirito, difficile se non impossibile nel primo caso, necessario ed imprescindibile nel secondo.
Nel signore degli anelli data la possibilita' di espandere a piacere in 3 film lo sviluppo del soggetto, la cosa si faceva facile e percio' riuscita, nel caso di amabili resti era pressocche' impossibile, data la quantita' immane di deviazioni dal percorso iniziale, e mi sa che chi critica la frammentarieta' del film semplicemente non ha letto il libro, e cio' e' grave, impossibile dicevo seguire tutte le vicissitudini dei vari protagonisti e restare nei limiti umani di attenzione che ogni spettatore puo' avere in due ore e poco piu' di durata media.
La piccola Salmon guarda dall'aldila' del suo mondo di mezzo cio' che accade nella piccola comunita' che ha lasciato, vite che si incrociano con la sua e altre che continuano per proprio conto, tutto ha una sua logica e un suo obbiettivo finale, accompagnarla ed aiutarla a lasciare definitivamente i ricordi e gli affetti verso lidi di pace e di serenita' meritata.
Cosa non facile, e si vede. jackson ha per esempio rinunciato alla storia d'amore e sesso terapeutico della madre e del poliziotto, ad approfondire quella tra ray e ruth, alla bellissima scena della spontanea veglia di anniversario della sua scomparsa nel campo dove e' morta, ma d'altronde come si poteva farci stare tutto?
Meno Ipercromatismi e scenette da alice nel paese delle meravglie che sinceramente stomacano e invece qualche approfondimento in piu' nella costruzione di suzy del suo paradiso personale forse era invece necessario.
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simone sampaolesi
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lunedì 22 febbraio 2010
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nel limbo
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Peter Jackson, nella sua ultima opera, dipinge un mondo sospeso, definisce una dimensione a metà tra la vita e la morte, a metà tra il sonno e la veglia. “Amabili resti” è un affresco in movimento, è un viaggio nella mente, nella confusione non lineare dei ricordi, nell’assenza del tempo come ordinata di riferimento. La realtà, durissima, si dipana inevitabilmente, e il dolore della perdita di un figlio viaggia in parallelo con l’oblio della bambina uccisa, che osserva la sua vita perduta, filtrata dai risvolti onirici del suo personale limbo. La bambina incide piccoli, preziosi segni lungo la linea di galleggiamento che la separa dall’essere, stabilendo ponti comunicativi e rivelatori per i suoi affetti, disseminando indizi mirati a segnalare la sua presenza a mezz'aria e la verità sul suo aguzzino.
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Peter Jackson, nella sua ultima opera, dipinge un mondo sospeso, definisce una dimensione a metà tra la vita e la morte, a metà tra il sonno e la veglia. “Amabili resti” è un affresco in movimento, è un viaggio nella mente, nella confusione non lineare dei ricordi, nell’assenza del tempo come ordinata di riferimento. La realtà, durissima, si dipana inevitabilmente, e il dolore della perdita di un figlio viaggia in parallelo con l’oblio della bambina uccisa, che osserva la sua vita perduta, filtrata dai risvolti onirici del suo personale limbo. La bambina incide piccoli, preziosi segni lungo la linea di galleggiamento che la separa dall’essere, stabilendo ponti comunicativi e rivelatori per i suoi affetti, disseminando indizi mirati a segnalare la sua presenza a mezz'aria e la verità sul suo aguzzino. L'assassino rivela lungo questo tragitto frammenti di una follia cieca, che quasi mai tentenna al cospetto degli eventi, e Stanley Tucci si supera nelle vesti del pazzo maniaco, che ricorda molto il personaggio interpretato da Robin Williams in “One hour photo”. I riferimenti o le presunte citazioni sono innumerevoli, forse troppe, ma il film mantiene un buon livello di tensione, fino al punto in cui perde di originalità e sfocia in un finale melenso. La storia è interessante, ma il bicchiere è mezzo vuoto.
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lorelink
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lunedì 22 febbraio 2010
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amabile cinema
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Film bellissimo, intenso ed emozionante...Ho avuto i lacrimoni agli occhi in più di qualche momento. Perfetta l'attrice che interpreta Susie con quegli occhi azzurri e l'espressione del volto così intenso.
Un pò inutile e fuori luogo il ruolo della Sarandon. Una macchietta forse inserita volutamente per alleggerire alcuni momenti del film altamenti drammatici. Effetti speciali mai fini a se stessi ma necessari a rendere affascinante la "terra di mezzo" in cui rimane intrappolata Susie. Insomma un Peter Jackson rinnovato dopo la semi delusione di King Kong.
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nanda
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domenica 21 febbraio 2010
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pensa
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chi ha avuto un lutto di qualche genere ha di che pensare dopo aver visto un film così. Non ho letto il libro e sono andata al cinema pensando a un tipo di storia e vedendo tutt'altro. E' un film splendido ben realizzato come computer grafica che non distoglie dalla storia ma che esalta la realtà, attori bravissimi, un thrilling ben portato. Posso anche capire il divieto ai 14 ma solo perchè per quell'età l'argomento è trattato con toni non troppo leggeri; anche se poi vanno a vedere film peggiori da soli o alla tv.
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enzosiani
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domenica 21 febbraio 2010
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un piccolo capolavoro di peter jackson
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Ammetto di esssere entrato in sala un po' scettico, però insomma, il regista era pur sempre Peter Jackson, quindi perchè non guardarlo ed esprimere un giudizio effettivo?
Un film pazzesco....
E' riuscito ad unire il drammatico..all'onirico..al thriller.
Senza esagerare in nessuna delle vie intraprese.
Avrebbe potuto banalizzare questo splendido racconto....e invece nonostante non abbia rispettato appieno lo spirito del libro, ha reso effettivamente l'idea di ciò che voleva esprimere l'autrice. Come fatto per tanti altri thriller, avrebbe potuto calcare la mano sulle indagini, le prove, il giallo, la "violenza" delle immagini. Niente di tutto ciò, Peter Jackson si è di nuovo mostrato per quello che è .
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Ammetto di esssere entrato in sala un po' scettico, però insomma, il regista era pur sempre Peter Jackson, quindi perchè non guardarlo ed esprimere un giudizio effettivo?
Un film pazzesco....
E' riuscito ad unire il drammatico..all'onirico..al thriller.
Senza esagerare in nessuna delle vie intraprese.
Avrebbe potuto banalizzare questo splendido racconto....e invece nonostante non abbia rispettato appieno lo spirito del libro, ha reso effettivamente l'idea di ciò che voleva esprimere l'autrice. Come fatto per tanti altri thriller, avrebbe potuto calcare la mano sulle indagini, le prove, il giallo, la "violenza" delle immagini. Niente di tutto ciò, Peter Jackson si è di nuovo mostrato per quello che è .... un genio del cinema!!!
Oltre questo, da notare gli splendidi effetti video.... I paesaggi di quella sorta di mondo "parallelo" dove Susie finisce...sono semplicemente splendidi. La sequenza con i velieri dentro le bottiglie galleggianti sull'acqua, è semplicemente unica.
Non condivido per nulla la recensione di mymovies....un film del genere non merita una recensione così.....
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roberto simeoni
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domenica 21 febbraio 2010
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thriller poetico
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Peter Jackson inaugura un nuovo genere, quello del thriller poetico. L'ambizione del regista è quella di costruire una "elaborazione del lutto" per le vittime della violenza e riesce a farlo alternando diversi generi cinematografici all'interno dello stesso film con esemplare equilibrio narrativo e con notevole talento visionario. Eccellente l'interpretazione di tutti gli attori con una menzione speciale per Stanley Tucci. Decisamente inutile il paragone con il libro, che a Jackson serve solo come spunto di ispirazione per sviluppare la sua idea di cinema.
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