pancho
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mercoledì 9 gennaio 2008
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mediocre e banale
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Il film lascia l'impressione del vuoto, del non aver detto praticamente nulla. Da un lato i personaggi sono dei banali stereotipi, in quanto tali e come sono stati resi e interpretati: scontata la figura del potente repubblicano; pallida, molle e per nulla incisiva la giornalista; studente e professore sembrano i protagonisti di "due alternativi al liceo". D'altro lato, ancor più grave, il film ha totalmente rinunciato a trattare dignitosamente i temi toccati, facendo sembrare i fatti frutto semplicemete di "ideali sbagliati", mero integralismo e smania di potere. La questione è un pochino più complessa. Purtroppo. Non basta un mite risveglio di buoni pensieri e propositi. Perchè farne un film? Ah già, le elezioni.
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Il film lascia l'impressione del vuoto, del non aver detto praticamente nulla. Da un lato i personaggi sono dei banali stereotipi, in quanto tali e come sono stati resi e interpretati: scontata la figura del potente repubblicano; pallida, molle e per nulla incisiva la giornalista; studente e professore sembrano i protagonisti di "due alternativi al liceo". D'altro lato, ancor più grave, il film ha totalmente rinunciato a trattare dignitosamente i temi toccati, facendo sembrare i fatti frutto semplicemete di "ideali sbagliati", mero integralismo e smania di potere. La questione è un pochino più complessa. Purtroppo. Non basta un mite risveglio di buoni pensieri e propositi. Perchè farne un film? Ah già, le elezioni..
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hokkio
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lunedì 7 gennaio 2008
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ritorniamo a ragionare con il nostro cervello
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Film stile 68, ben fatto che coinvolge i vari strati della società americana. Politica, Mas media, scuola, e soprattutto diretto al popolo americano stimolato a dare una risposta tipo Vietnam.
Niente retorica, se non nell'episodio dei due soldati, ma dialoghi sempre limpidi e chiari, un bellissimo invito a muoversi e a ragionare con il nostro cervello come facevamo in altri tempi. Sforzo inutile, anche se nel film molto possibilista, io credo che oramai ci siamo bevuti tutto il cervello e ascoltiamo solo perchè abbiamo orecchi.
caro Robert, fatica sprecata il tuo studentello potrà avere qualche titubanza ma sceglierà la vecchia e cara America sempre prima in ogni battaglia e sempre pronta a salvarci che sia un Bush o un Superman di turno, tanto la verità non la vuole più sapere nessuno.
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chiara murolo
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lunedì 7 gennaio 2008
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redford ci invita a riflettere
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Il Prof.Malley tenta di recuperare ad un maggior impegno civile uno studente universitario svelto ma disilluso sulla possibilità di cambiare il sistema sociale in cui vive.
In questo ruolo Redford parla a tutta la cosiddetta società civile che,in maniera più o meno consapevole,accetta passivamente le scelte fatte dai vari senatori Irving (T.Cruise).
Scelte fatte in nome della patria,della democrazia,della sicurezza nazionale e di quant'altro ma in realtà fatte unicamente per la conquista e la gestione del potere politico.
Al senatore Irving serve un'impresa eclatante, una vittoria, per riconquistare il consenso in declino, ma non importa in che modo, non importa a che prezzo, l'importante è elevarsi a giustiziere nelle controversie del mondo e far leva su questa immagine per riguadagnare il consenso politico perduto.
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Il Prof.Malley tenta di recuperare ad un maggior impegno civile uno studente universitario svelto ma disilluso sulla possibilità di cambiare il sistema sociale in cui vive.
In questo ruolo Redford parla a tutta la cosiddetta società civile che,in maniera più o meno consapevole,accetta passivamente le scelte fatte dai vari senatori Irving (T.Cruise).
Scelte fatte in nome della patria,della democrazia,della sicurezza nazionale e di quant'altro ma in realtà fatte unicamente per la conquista e la gestione del potere politico.
Al senatore Irving serve un'impresa eclatante, una vittoria, per riconquistare il consenso in declino, ma non importa in che modo, non importa a che prezzo, l'importante è elevarsi a giustiziere nelle controversie del mondo e far leva su questa immagine per riguadagnare il consenso politico perduto.
L'unica cosa di cui ha bisogno il senatore è la cassa di risonanza dei media e per questo si rivolge ad una esperta giornalista (M.Streep)che in passato lo ha sostenuto con convinzione ma che adesso, di fronte alla parvità delle argomentazioni sostenute e soprattuto alla luce delle esperienze vissute, non si sente più di sostenere qualcosa in cui non crede più.
Redfor e Cruise, pur non conoscendosi tra di loro, sono antagonisti.
Redford rappresenta quella parte della società forse un pò delusa ma che alla fine ha scelto di vivere secondo i propri principi, lavorando tra la gente e trasmettendo,con il proprio modo di essere nel quotidiano,la capacità di analisi e di scegliere autonomamente se vivere con discernimento o lasciarsi amalgamare dagli schemi demenziali che ci vengono sottoposti,vivendo una splendida vita condita da cibi precotti e tette televisive rifatte, al riparo da qualunque responsabilità di scelta.
Al contrario Cruise rappresenta il giovane politico rampante, abile affabulatore, che opera scelte solo dopo aver visto il diagramma del proprio consenso, capace di escogitare strategie atte a favorire la propria ascesa politica senza considerare minimamente altri tipi di conseguenze.
Se il Prof. Melley e il Senatore Irving sono antagonisti, Janine Roth(M.Streep) e lo studente rappresentano quella parte della società a cui, in un modo o nell'altro i due antagonisti passano la palla e bisognerà vedere come la giocano, forse siamo un pò tutti nelle loro mani.
Ernest ed Arian, americani di quarta serie che muoiono in piedi (a Redford è concesso), rappresentano l'ennesimo incidente collaterale.
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pinco pallino
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lunedì 7 gennaio 2008
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far pensare o scontentare/accontentare tutti?
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La sensazione che rimane alla fine della visione è che questo sia un film che finisce per accontentare (o scontentare) tutti -liberals e conservatori- ma che alla fine fallisce nell'intento più importante che si proponeva con tutti quei dialoghi tra i protagonisti Senatore repubblicano/Giornalista di malcelate simpatie Democratiche, Professore/Studente: far pensare...
A questo proposito a me è sembrato molto più interessante e provocatorio un altro film presente nelle sale in questo periodo e che affronta sempre la questione degli USA nei confronti del post 11 settembre ("Nella valle di Elah"): infatti, mi risulta che abbia avuto in patria un'accoglienza molto tiepida determinata forse dal fatto che quello è davvero un film che fa pensare.
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La sensazione che rimane alla fine della visione è che questo sia un film che finisce per accontentare (o scontentare) tutti -liberals e conservatori- ma che alla fine fallisce nell'intento più importante che si proponeva con tutti quei dialoghi tra i protagonisti Senatore repubblicano/Giornalista di malcelate simpatie Democratiche, Professore/Studente: far pensare...
A questo proposito a me è sembrato molto più interessante e provocatorio un altro film presente nelle sale in questo periodo e che affronta sempre la questione degli USA nei confronti del post 11 settembre ("Nella valle di Elah"): infatti, mi risulta che abbia avuto in patria un'accoglienza molto tiepida determinata forse dal fatto che quello è davvero un film che fa pensare...
Per tornare al nostro "Leoni per agnelli".
Accontenta i liberals (tra l'altro) perché:
* I capi di Washington e l'intelligence militare appaiono formate da incapaci.
* L'informazione appare succube delle notizie "ufficiali" che provengono da fonti interessate a tutto tranne che alla verità.
* Si ribadisce che non si riesce a capire come mai, se lo scopo era quello di combattere il "terrorismo" e Bin Laden si sia cominciato con il far guerra all'Iraq e al dittatore Saddam e non all'Arabia Saudita (noto stato democratico di provenienza della maggior parte dei terroristi dell'11 settembre) o a quei Paesi che davano e danno accoglienza ai seguaci di Al Qaeda.
Accontenta i conservatori (tra l'altro) perché:
* I soldati americani muoiono sempre da valorosi (pur feriti e senza munizioni muoiono in piedi e guardando il nemico)
* I giovani soldati americani non sono quelli di Abu Ghraib (sulla quale la stampa tanto ha ricamato e su cui tanto si è soffermata) e non vanno tutti in guerra soltanto per pagarsi l'Università... sotto le armi a far guerra in Paesi lontani (e sconosciuti) vanno i giovani americani migliori che provengono dagli slums e lottano davvero per un Paese migliore e non i nullafacenti figli di papà.
* La guerra in corso è condotta a nome di tutto l'Occidente per difendere la nostra civiltà dalla minaccia di forze medievali che la sottopongono ad un assalto senza precedenti.
* Anche il Professore che mostra con orgoglio le cicatrici derivate dalla partecipazione alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam di qualche decennio fa, finisce per confessare, di fronte allo studente dotato ma tentato dal disimpegno assoluto, la sua grande ammirazione per quei suoi studenti caparbi e tenaci che hanno saputo pagare di persona arruolandosi.
La sensazione che rimane però è quella amara relativa alla considerazione che il Professore fa al suo studente: "Che giova avere una Mercedes da 90000 dollari se non si trova la benzina e se l'asfalto è coperto di buche???".
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corsodicorsa
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domenica 6 gennaio 2008
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un urlo all'impegno
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non è film d'azione. non lo è e te ne accorgi dalle prime battute. Ti delude quasi.. sei pronto a goderti un buon film, di quelli che sanno fare gli americani su intelligence, guerra, doppio gioco...Ma poi ti accorgi che non è un film sul mondo americano: è il nostro mondo.
Gli stessi affanni, gli stessi dilemmi, gli stessi perchè al vuoto dilagante, che qualcuno vorrebbe riempire col niente.
Un urlo all'impegno.
Bene. Ci voleva.
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marylu
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domenica 6 gennaio 2008
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ai posteri l'ardua sentenza
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Il film tratta lo scottante tema della guerra e delle manovre militari in Irak da diversi punti di vista. In primis quello del ricco senatore interessato solo a gratifiche professionali, accecato dal sordo egoismo dell'ambire addirittura alla Presidenza, sacrificando per questo ignobile fine milioni e milioni di vite di giovani americani. Pedine nelle mani di un uomo che col potere compra anche la vita altrui. Pedine che lottano per un senso di Nazionalità che in fondo è un'utopia ed esiste solo nel loro animi. Il loro punto di vista è quello più angosciante. E' quello della nobiltà d'animo, della generosità di offrire la propria vita per la patria ma prima di tutto per salvare un amico. La storia dei due ragazzi schieratisi nell'esercito per seguire degli alti ideale è molto commovente e si schiera in netta contrapposizione con i sentimenti egoistici e con le idee pretenziose del saccente senatore.
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Il film tratta lo scottante tema della guerra e delle manovre militari in Irak da diversi punti di vista. In primis quello del ricco senatore interessato solo a gratifiche professionali, accecato dal sordo egoismo dell'ambire addirittura alla Presidenza, sacrificando per questo ignobile fine milioni e milioni di vite di giovani americani. Pedine nelle mani di un uomo che col potere compra anche la vita altrui. Pedine che lottano per un senso di Nazionalità che in fondo è un'utopia ed esiste solo nel loro animi. Il loro punto di vista è quello più angosciante. E' quello della nobiltà d'animo, della generosità di offrire la propria vita per la patria ma prima di tutto per salvare un amico. La storia dei due ragazzi schieratisi nell'esercito per seguire degli alti ideale è molto commovente e si schiera in netta contrapposizione con i sentimenti egoistici e con le idee pretenziose del saccente senatore. La giornalista MeryL Steep dimostra molta acutezza nel capire le fandonie che Tom Cruise cerca di inculcargli e pone alla luce il grande problema attuale che l'informazione, stampa e mass media sono veicolati non verso la ricerca della verità ma verso il servilismo e il denaro di chi ha il potere e che tutto può essere manovrato in funzione di uno status simbol. D'obbligo dunque i rimorsi di coscienza della povera giornalista che vorrebbe professare la verità e smascherare le informazioni imposte ma non può allo stesso tempo rischiare un licenziamento per un ideale che non esiste quasi più. Infine appare imporsi anche il punto di vista del professore che incita gli alunni alla discussione. Ad essere parti attive di ciò che accade intorno a noi per vivere in pieno la vita e non vederla scorrere come un film d'altri tempi che non ci appartiene. Ed è proprio questo che insegnerà a Todd, alunno che ha perso l'interesse per la politica ritenendo, non a torto, i politici solo vuoti pupazzi che premendo il bottono professano sempre le stesse idiozie. Insomma un film dai grandi temi, soprattutto politici ma anche esistenziali che deve essere in grado di farci riflettere. Alla fine tutto noi uscendo dalla sala ci chiediamo anche involontariamente "Chi siamo davvero? "" Stiamo davvero vivendo?" Ai posteri l'ardua sentenza.
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victor charlie
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domenica 6 gennaio 2008
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il testo del trailer è sbagliato! perchè?
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Il testo del trailer si apre così: "Due ranger dell'esercito degli Stati Uniti, subiscono una serie di ingiustizie. Il clamore provocato da questi eventi coinvolgeranno a vario titolo un membro del Congresso, una giornalista e un professore". E' completamente sbagliato, come mai? I due ranger non subiscono nessuna ingiustizia in Afganistan, ma cadono in una imboscata nemica durante una missione. "Il clamore provocato da questi eventi" non c'entra assolutamente niente in quanto la notizia delle operazioni in Afganistan vengono passate nei titoli dei telegiornali solo alla fine del film. Come mai una tale incuria da parte di chi ha realizzato questa scheda?
Comunque il film non è un granchè..
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Il testo del trailer si apre così: "Due ranger dell'esercito degli Stati Uniti, subiscono una serie di ingiustizie. Il clamore provocato da questi eventi coinvolgeranno a vario titolo un membro del Congresso, una giornalista e un professore". E' completamente sbagliato, come mai? I due ranger non subiscono nessuna ingiustizia in Afganistan, ma cadono in una imboscata nemica durante una missione. "Il clamore provocato da questi eventi" non c'entra assolutamente niente in quanto la notizia delle operazioni in Afganistan vengono passate nei titoli dei telegiornali solo alla fine del film. Come mai una tale incuria da parte di chi ha realizzato questa scheda?
Comunque il film non è un granchè... Se questa è la sinistra USA figuriamoci la destra! Patetico il finale in cui i due ranger si alzano per morire in piedi, ci mancava solo che si fossero messi la mano sul cuore cantando l'inno americano. Ma come si può confondere impegno sociale e politico con l'arruolamento nell'esercito??? Francamente mi aspettavo qualcosa di più!
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miki
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domenica 6 gennaio 2008
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finalmente un film che ha qlc da dire
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Dialoghi intensi, parole che celano altro, altre più dirette che entrano dentro la testa e ti fanno fare domande; tre storie diverse che vivono nel loro intreccio.Impossibile non amare i due amici, ragazzi cui la vita non ha dato un granchè ,ma troppo desiderosi di vivere che combattono volontari per un Paese che non li ama e che muoiono con una dignità che commuove. Poi c'è il prof.Redford che si rende conto che, il suo lavoro di "salvare" giovani talenti svogliati,è diventato impresa ardua, in quanto si trova avanti ragazzi sempre più apatici e totalmente assorbiti da un sistema che,creato apposta da chi governa,li rende esseri privi di una prorpia intelligenza e incapaci di vivere...e il politico Tom tanto impeccabile nel suo doppiopetto a vendere parole su parole che potrebbe incantare tutti ma non l' intelligente giornalista Streep che ne ha viste troppe.
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Dialoghi intensi, parole che celano altro, altre più dirette che entrano dentro la testa e ti fanno fare domande; tre storie diverse che vivono nel loro intreccio.Impossibile non amare i due amici, ragazzi cui la vita non ha dato un granchè ,ma troppo desiderosi di vivere che combattono volontari per un Paese che non li ama e che muoiono con una dignità che commuove. Poi c'è il prof.Redford che si rende conto che, il suo lavoro di "salvare" giovani talenti svogliati,è diventato impresa ardua, in quanto si trova avanti ragazzi sempre più apatici e totalmente assorbiti da un sistema che,creato apposta da chi governa,li rende esseri privi di una prorpia intelligenza e incapaci di vivere...e il politico Tom tanto impeccabile nel suo doppiopetto a vendere parole su parole che potrebbe incantare tutti ma non l' intelligente giornalista Streep che ne ha viste troppe..Tre storie che parlano della vita in tutte le sue sfumature e che vorrebbero contare qualche cosa in una società che sembra prorpio avere perso la "diritta via".
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tina galante
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domenica 6 gennaio 2008
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leoni per agnelli, disillusione e decadenza
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In questo film il regista Robert Redford si pone l'obiettivo di risvegliare la sopita od inesistente coscienza critica collettiva.
Leoni per agnelli si snoda nell'arco di qualche ora su tre scenari che s'intrecciano, sciogliendosi gradualmente e risolvendosi alla fine. I personaggi chiave sono, un senatore di Washington (Tom Cruise), una giornalista (Meryl Streep), un anziano professore universitario (Robert Redford) e tre giovani studenti. Il leitmotiv del film è la guerra, o meglio, il ruolo degli Usa di gendarmi del mondo. Il regista si pone tante domande e mette tanta carne a cuocere, più di quanto si possa sostenere in un film. La forza è tutta nei dialoghi che sono autentiche pugnalate all'indifferenza collettiva.
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In questo film il regista Robert Redford si pone l'obiettivo di risvegliare la sopita od inesistente coscienza critica collettiva.
Leoni per agnelli si snoda nell'arco di qualche ora su tre scenari che s'intrecciano, sciogliendosi gradualmente e risolvendosi alla fine. I personaggi chiave sono, un senatore di Washington (Tom Cruise), una giornalista (Meryl Streep), un anziano professore universitario (Robert Redford) e tre giovani studenti. Il leitmotiv del film è la guerra, o meglio, il ruolo degli Usa di gendarmi del mondo. Il regista si pone tante domande e mette tanta carne a cuocere, più di quanto si possa sostenere in un film. La forza è tutta nei dialoghi che sono autentiche pugnalate all'indifferenza collettiva. Si passa della falsità e dall'egoismo dei politici pronti a sacrificare migliaia di vite umane per la corsa al potere e al successo personale, alla sudditanza dei giornalisti nei confronti degli incassi e delle leggi di mercato, alla sconfitta del sistema educativo americano che incita alla competizione lasciando dietro di sé una scia di vinti che finiranno o nel braccio della morte o ad immolarsi in qualche stato "nemico".
Redford ossessiona lo spettatore facendo ripetere tantissime volte al senatore, parole come "nemico" e "male", ma il regista si spinge oltre, e sceglie, come leoni da immolare, un ispanico e un nero, e in questa sua scelta è racchiuso tutto il senso di ingiustizia sociale che vige da sempre, ed ancora, nel paese che, paradossalmente, vorrebbe esportare democrazia e diritti civili.
Se dovessi cercare in sintesi il messaggio del film di Redford direi che è un'apologia dell'altruismo. Quando lo stesso Redford, nei panni del professore fa un esempio calzante sui limiti dell'egoismo sfrenato che ha invaso le coscienze occidentali, quando cerca di smontare l'abitudine a vivere per se stessi ricercando ricchezze e consensi, egli dice: cosa te ne fai di una mercedes se non c'è carburante e le strade sono piene di buche? Come si può essere felici se il resto del mondo soffre?
Ecco, Redford pone un quesito interessante e risulta chiaro che l'egoismo, il pensare alla propria minuscola vita senza interessarsi del sociale e degli altri, è un percorso che porta irrimediabilmente all'infelicità. L'altruismo, l'interessarsi agli altri ed il tentativo di cambiare le cose senza trincerarsi dietro al "tanto non serve a niente" sono l'unica strada, che potrebbe condurre ad assaporare i doni della vita per sé e per gli altri.
Anche se il film chiude drammaticamente lasciando presagire una decadenza degli Usa simile a quella degli ultimi anni di vita dell'Impero Romano, le atmosfere non sono angoscianti, e rimane sospesa nell'aria la possibilità che il domani possa cambiare in meglio.
Un bel film che consiglio a tutti di vedere.
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(di miriam)
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mmn
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domenica 6 gennaio 2008
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leoni per agnelli
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Veramente avvincente ci fa riflettere sulle utime guerre degli USA.
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