Mille miglia...lontano

Film 2005 | Drammatico Film per tutti 107 min.

Titolo originaleQian li zou dan qi
Anno2005
GenereDrammatico
ProduzioneCina, Cina, Giappone
Durata107 minuti
Regia diZhang Yimou
AttoriKen Takakura, Shinobu Terajima, Kiichi Nakai, Jiang Wen (II) .
Uscitavenerdì 17 novembre 2006
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti
MYmonetro 2,51 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Zhang Yimou. Un film con Ken Takakura, Shinobu Terajima, Kiichi Nakai, Jiang Wen (II). Titolo originale: Qian li zou dan qi. Genere Drammatico - Cina, Cina, Giappone, 2005, durata 107 minuti. Uscita cinema venerdì 17 novembre 2006Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti - MYmonetro 2,51 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 4 dicembre 2017

Il protagonista del film è interpretato da Ken Takakura, un'icona del cinema giapponese. In Italia al Box Office Mille miglia...lontano ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 80,8 mila euro e 24,4 mila euro nel primo weekend.

Consigliato nì!
2,51/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,73
PUBBLICO 2,81
CONSIGLIATO NÌ
Un film buonista che scivola senza emozioni.
Recensione di Pierpaolo Simone
venerdì 6 ottobre 2006
Recensione di Pierpaolo Simone
venerdì 6 ottobre 2006

Takata lascia il suo villaggio di pescatori - dove è sempre vissuto - per raggiungere Tokio e incontrare il figlio gravemente malato. Giunto nella capitale, scopre che la nuora non è stata del tutto sincera con lui e che Ken-ichi, anche se in fin di vita, non vuole saperne del padre e di un rapporto interrotto bruscamente anni prima. Dopo aver visto una videocassetta, Takata scopre l'ultimo desiderio di suo figlio: tornare nella provincia dello Yunnan, in Cina Meridionale, per riprendere un antico dramma e ascoltare Li Jamin - un famoso attore di teatro - mentre intona "mille miglia lontano", canzone tratta da un classico della letteratura cinese. Per colmare il vuoto che da anni li separa, Takata intraprende un lungo viaggio per sostituire il figlio nelle riprese ed esaudire, tardivamente, il suo volere. Ma la vera scoperta, una volta giunto a destinazione, è la gentilezza di un popolo che lo invita a riscoprire i sentimenti e l'amore per i legami di sangue che credeva di avere ormai perso.
Monotono e incolore nella prima parte, troppo rigoroso e inquadrato nella seconda, il film scorre senza emozioni di sorta, raccontando i sentimenti di una Cina buonista e senza macchia, alle prese con un'autorità docile, comprensiva e al servizio del cittadino. A parte qualche buona trovata registica e le inquadrature "sorprese" a riprendere paesaggi senza tempo, niente di nuovo sul fronte orientale per un regista che ha abituato il suo pubblico a lavori di tutt'altro calibro Il ricatto d'autore - sempre imperante nelle pellicole di maestri venerati più per le opere passate che per l'effettiva validità del presente - porta lo spettatore a leggere il film in un'ottica ingannevole, prendendo per buona un'innovazione culturale che è mera ripetizione di uno stereotipo collettivo e abusato. Un cinema mille miglia lontano dalla sufficienza.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Zhang Yimou, la firma più celebrata del cinema cinese, torna ai climi dimessi e quasi intimisti di alcuni anni fa. Dopo le immagini opulento e i ritmi affannatissimi dei suoi film più recenti, Hero e La casa dei pugnali volanti. Adesso facendosi ispirare da un classico cinese del XIV Secolo, «Il Romanzo dei Tre Regni» di Luo Guanzhong, riletto oggi: ci dice di un padre e di un figlio, in Giappone. Vai alla recensione »

Enzo Natta
Famiglia Cristiana

Grazie a film come Sorgo rosso, Lanterne rosse, La strada verso casa, per Zhang Yimou si sono aperte le porte delle produzioni internazionali. L'effetto di questo innesto del cinema e della cultura cinesi nei mercati esteri si è concretizzato con Hero e La foresta dei pugnali volanti ma la cosa non è risultata molto gradita alle autorità di Pechino, che si sono viste strappare di mano una guida e un [...] Vai alla recensione »

Mattia Nicoletti
Metro

Zhang Yimou con “Qian li zou danji - Riding Alone for Thousands of Miles” abbandona la purezza stilistica del wuxia e della Cina delle antiche dinastie, per raccontare il viaggio picaresco di Takata, un giapponese, nel profondo del territorio cinese. I cieli e il mare che accompagnano il protagonista nel suo percorso mettono in luce la sensazione di tranquillità interiore ed esteriore, e trasformano [...] Vai alla recensione »

Massimo Benvegnù
Il Riformista

Una storia di padri e figli, che si cercano e si trovano. Dopo i fasti del wuxia di Hero e de La foresta dei pugnali volanti, Zhang Yimou, il più autorevole e premiato all'estero dei registi cinesi della cosiddetta Quinta Generazione, torna ad una storia dalla dimensione intimista, ad una delle sue ostinate odissee che vedono i protagonisti compiere un viaggio allo Stesso tempo interiore ed esteriore, [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Presentato alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma, Mille miglia lontano è in sintonia con un'altra storia di lontananza padre-figlio come è L'aria salata (non ancora in sala) di Alessandro Angelini. A chi avesse ancora negli occhi la Cina inospitale e respingente visitata da Castellitto in La stella che non c'è di Gianni Amelio, questa del più celebrato regista della cosiddetta Quinta Generazion [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Chi ha amato i primi film di Zhang Yimou, quelli interpretati da Gong Li, saluterà con piacere il suo ritorno al realismo dopo le fantasiose divagazioni nel campo del film-spada. In realtà il maestro cinese è capace di sfoderare un eclettismo alla Blasetti, che gli permette di arpeggiare su tutti i generi, ma qualcuno gli muove il rimprovero di essere diventato troppo attento alle ragioni del mercato. [...] Vai alla recensione »

Federico Pedroni
Film TV

Destava curiosità l'ultima opera di Zhang Yimou, lontano dai film in costume ricchi di effetti speciali come Hero e La foresta dei pugnali volanti, e tornato ad atmosfere più intime proprie di molti suoi film. Qui Yimou fa una doppia giravolta: ambienta la storia in Giappone per affidare al suo protagonista il ruolo di "esploratore" dei segreti della Cina rurale.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Per recuperare i rapporti col figlio malato, un anziano padre intraprende un lungo viaggio che si rivelerà fitto di incontri e di insegnamenti. Sembra la trama di una fiaba e in certo modo lo è. Ma portando ad oggi un episodio del nipponico Romanzo dei tre regni , Zhang Yimou scavalca lo spunto letterario per consegnarci una toccante meditazione sul rapporto fra le generazioni e fra i mondi.

Maurizio Cabona
Il Giornale

L'etica nipponica rimuove le emozioni, come il teatro cinese, che impone maschere agli attori. Mille miglia... lontano di Zhang Yimou ne coniuga le sobrietà in una storia che collega altresì passato e presente, tradizione e modernità. Ne deriva un bel film, che dice tutto con poco, audace nell'affermare la continuità dell'identità nazionale in tempi di globalizzazione.

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