Titolo originale | A nous deux |
Anno | 1979 |
Genere | Giallo |
Produzione | Francia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Claude Lelouch |
Attori | Catherine Deneuve, Jacques Dutronc, Jacques Villeret, Paul Préboist, Bernard Le Coq Gilberte Geniat, Jacques Godin, Monique Mélinand, Emile Genest, Jean-François Rémi, Bernard Crombey, Daniel Auteuil. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,59 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 marzo 2014
Un uomo e una donna incrociano le loro strade. Lui è un ladro figlio di ladri, lei una signora bene che vuole vendicarsi di una violenza carnale.
CONSIGLIATO NÌ
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Simon è figlio di un malvivente che è morto di morte violenta quando lui aveva otto anni. Divenuto adulto ora è anche lui un rapinatore . Françoise è invece una violoncellista che si fa trovare a letto con mariti adulteri per fornire le prove necessarie alle loro consorti. Il caso li fa incontrare e li costringe alla fuga tanto da farli semplicisticamente considerare dai media degli epigoni di Bonnie e Clyde.
"Tra i miei due attori la maionese non è montata. I loro rispettivi universi non li hanno interessati." Così si è espresso Claude Lelouch a proposito delle interpretazioni di Catherine Deneuve e Jacques Dutronc aggiungendo poi di non essere stato capace di mettere a proprio agio in particolare l'attrice. Il problema però sta più a monte. Perché nel prologo il regista si sente in dovere di collegare questa storia a un suo film precedente. Questo Simon è infatti il figlio del Jacques protagonista de La fabbrica degli eroi il quale poco prima della morte inattesa gli dice: "Ci sono tre categorie: i vincitori, i perdenti e quelli che si accontentano di un match nullo. Sono loro quelli che rompono perché non si può al contempo metterlo e farselo mettere". È la voce del regista che colloca queste ultime parole prendendosi quindi esplicitamente in carico un film 'stonato'. Perché qui l'autocitazionismo è sterile e inutilmente provocatorio e la struttura narrativa è schematica e minimalista. Lui e lei appartengono a mondi decisamente lontani finendo con l'incontrarsi ed amarsi. Sono storie già viste innumerevoli volte ma che finora Lelouch aveva saputo innervare, quando aveva deciso di raccontarle, con uno stile inconfondibile che in questa occasione sembra essersi contratto. Si cerca allora di movimentare la vicenda passando da Parigi al Midi per poi trasferirsi nel Québec per approdare infine negli Stati Uniti. Ma non siamo in un film di James Bond e il gioco finisce con il logorarsi.
Due malviventi, un uomo e una donna, incrociano le loro strade. Lui è un ladro figlio di ladri, lei una signora bene che per vendicarsi di una violenza carnale diviene l'amante di uomini importanti al solo scopo di ricattarli. Si ameranno solo a New York dove termina felicemente la loro lunga fuga.
Non so quale film abbia visto Zappoli, trovo che sia una pellicola notevole come molte altre di Lelouch nel suo periodo aureo (1966-1988) con due attori in gran forma, la Deneuve e il bel tenebroso Dutronc, due tipi con un passato turbolento, due tipi che si piacciono, destinati a un'esistenza da perenni fuggiaschi. Non ci si annoia, anzi si partecipa alla fuga impossibile tifando per questi due [...] Vai alla recensione »