Titolo originale | The Kominsky Method |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 30 minuti |
Regia di | Chuck Lorre, Andy Tennant, Beth McCarthy-Miller, Donald Petrie |
Attori | Alan Arkin, Sarah Baker, Michael Douglas, Nancy Travis, Jenna Lyng Adams, Casey Thomas Brown Melody Butiu, Emily Osment, Ashleigh LaThrop, Melissa Tang, Graham Rogers, Susan Sullivan, David Astone, Leon Milne Jr., Cedric Begley, Lisa Edelstein, Yolanda English, Sahsha George, Anoush NeVart, Azie Tesfai, Tacey Adams, Jeremy Andorfer-Lopez, Christian Barillas, Willam Belli, Corbin Bernsen, AnaSofia Bianchi, Delon de Metz, Nikiva Dionne, Claudia Elmore, Alice Haig, Arthur Joseph, Matt Knudsen, Jully Lee, Brittini London, Veronika Mindal. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 21 novembre 2018
Allo stesso tempo comico ed emotivo, Il metodo Kominsky è una serie di 8 episodi creati da Chuck Lorre, nominato 8 volte agli Emmy Award. La serie ha ottenuto 6 candidature e vinto 2 Golden Globes, 2 candidature agli Emmy Awards, 4 candidature e vinto un premio ai Satellite Awards, 2 candidature a Critics Choice Award, 6 candidature a SAG Awards, La serie è stato premiato a AFI Awards,
CONSIGLIATO N.D.
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Il sole non è ancora tramontato sull'allora famoso attore Sandy Kominsky e il suo storico agente Norman Newlander. Michael Douglas (Kominsky) e Alan Arkin (Newlander) interpretano due amici che cercano di affrontare gli inconvenienti che la vita sottopone loro in tarda età a Los Angeles, una città che apprezza la gioventù e la bellezza.
Una comedy senza troppe pretese e con due protagonisti magistralmente gigioni
Recensione
di Andrea Fornasiero
Sandy Kominsky è stato un attore di successo, ma la fortuna è volubile e la sua buona sorte si è spenta, così ha trovato una nuova carriera in veste di acting coach per alcune star come Faye Dunaway e Jessica Lange, quindi è passato a insegnare ai molti aspiranti attori di Los Angeles. Tra questi anche una signora di mezz'età, Lisa, con cui il maturo Sandy inizia una relazione, anche se la vera storia al centro di tutto è quella dell'amicizia con il suo agente, Norman Newlander. Questi è un uomo ormai molto avanti con gli anni e sua moglie è gravemente malata. Quando lei muore, Sandy diventa l'insostituibile spalla di Norman, che a sua volta sarà però pronto ad aiutare Sandy nel momento del bisogno. Ci sono poi le loro figlie, Mindy che aiuta il padre Sandy nell'attività di insegnante e ha però spesso commenti acidi nei suoi confronti, e Phoebe, da cui Norman è esasperato e depresso per le continue ricadute nella tossicodipendenza.
Sulla scia del successo di Grace & Frankie, arriva su Netflix una nuova serie sulla terza età questa volta al maschile ma sempre interpretata da due star, Michael Douglas e Alan Arkin. Ne è autore il re delle comedy televisive americane, Chuck Lorre, ideatore tra le altre cose di Dharma & Greg, Due uomini e mezzo e The Big Bang Theory.
A differenza dei titoli citati, che hanno fatto la fortuna di Lorre, per il suo esordio su Netflix l'autore ha preferito un diverso formato di comedy, non più confinata in studio, con il pubblico e tre macchine da presa in contemporanea, bensì "single-camera", ossia con un punto di ripresa principale e privilegiato, girata tra molte location interne ed esterne e senza pubblico né risate o applausi. Il taglio è del resto a sua volta un po' diverso, non mancano le battute, ma non si cerca continuamente l'ilarità e anzi il tono è spesso malinconico e a tratti drammatico, come del resto è appropriato alla materia raccontata. Oltre alla senilità e al lutto, si parla di malattia, solitudine e di famiglie disfunzionali dove i figli sono in qualche modo segnati e hanno, nel caso di Phoebe, preso una strada persino tragica.
Tanto che si ride più che altro per esorcizzare insieme, nell'amicizia, le inquietudini familiari e di salute. Per esempio il funerale della moglie di Norman è trasformato in una sorta di show, con un trio che si esibisce cantando "Lady Marmalade", un uomo en travesti che canta un brano di Barbra Streisand e la guest star Jay Leno come mattatore. C'è molto poco di catartico in un funerale del genere, infatti il lutto continua ad aleggiare a lungo sulla serie perché Norman si rifiuta di lasciare andare il ricordo della moglie e anzi immagina di continuare a parlare con lei anche dopo la sua morte. Sa che è una sua proiezione e ci tiene precisare di non essere pazzo, ma quanto a lungo può mantenere un equilibrio mentale del genere un uomo della sua età? Oltretutto pressato anche dalle emergenze della figlia, interpretata da Lisa Edelstein (Dr. House), pronta a rivendersi il guardaroba di mamma per comprare psicofarmaci e altro.
Ci sono anche altre guest star che punteggiano questa prima stagione di otto episodi, come Danny DeVito nei panni di un divertente urologo e Elliott Gould che in una puntata interpreta se stesso e sogna di riciclarsi come maturo action hero, sulle orme del Liam Neeson di Taken. La serie è però quasi interamente sulle spalle di Michael Douglas e Alan Arkin, nelle vesti di Sandy e Norman, che la sostengono senza problemi, con molta ironia e rilassati scambi di battute tra amici di vecchia data. Hanno occasionalmente spazio anche le attrici Sarah Baker (Louie) e Nancy Travis (vista negli ultimi anni in Last Man Standing), che interpretano rispettivamente la figlia e l'interesse romantico di Sandy. I loro ruoli brillano però per lo più di luce riflessa e ancora meno spazio hanno i numerosi studenti di Sandy, che ancora a fine stagione appaiono un potenziale non sfruttato e anzi confuso. Non sono ridicolizzati come gli studenti di Henry Winkler in Barry ma neppure sono sfruttati drammaticamente, tanto che quando una di loro regala una performance sorprendente sembra essere una figura uscita dal nulla e destinata a tornare nell'oblio.
Il metodo Kominsky è quindi puro mainstream, come tipico di Lorre, e non ha un vero interesse per affrontare temi attuali e controversi, tanto che accantona molto velocemente la figlia tossicodipendente e si adagia tra battute sulla prostata e sulla morte incombente in una senilità tutto sommato idilliaca, alto borghese e senza reali difficoltà. Addirittura quando Sandy scopre di avere un grave problema economico questo si risolve in fretta e finisce per essere solo una leva per scatenare una piccola crisi nell'amicizia con Norman. È del resto il rapporto tra i due al cuore della serie e anche se la terza età è poco rappresentata in Tv, e quindi relativamente originale come soggetto, Il metodo Kominsky non rischia mai nulla per spingersi un po' più in là nel raccontare il tramonto della vita, preferendo limitarsi alla simpatia di una comedy senza troppe pretese e con due protagonisti magistralmente gigioni.
Una delle più belle serie mai viste! Dialoghi strepitosi, la simpatia travolgente dei personaggi di Douglas e Arkin e un cast di attori stars e no che è veramente UNO SPETTACOLO! Guardatelo! Non ve ne pentirete!
Lo hanno ringiovanito al computer riportandolo ai fasti estetici da Oscar di Wall Street (1987) nell' incipit del primo Ant-Man (2015) della Marvel e per tutti noi fu uno shock. Nel caso della sitcom da due stagioni Il metodo Kominsky, invece, il leggendario 74enne Michael Douglas, orfano di papà Kirk morto a 103 anni lo scorso 5 febbraio, ha giocato proprio su vecchiaia, rughe, prostata («Ormai piscio [...] Vai alla recensione »