Titolo originale | Bi-mil-eun eobs-da |
Anno | 2016 |
Genere | Thriller |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Kyoung-mi Lee |
Attori | Ye-Jin Son, Ju-hyuk Kim, Yu-hwa Choi, Cheol-woo Han, Eui-sung Kim Jin-gu Kim, Min-jae Kim, So-hee Kim, Sang-hee Lee, Gene Woo Park, Ji-Hoon Shin. |
MYmonetro | 2,53 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 31 marzo 2017
I quindici giorni precedenti le elezioni di un noto politico del paese, un misterioso scandalo coinvolge la famiglia dell'uomo: la figlia scompare misteriosamente.
CONSIGLIATO NÌ
|
Jong-chan è in piena campagna elettorale, con buone possibilità di essere eletto: la moglie Yeon-hong lo sostiene attivamente, mentre la figlia Min-jin - svogliata e ribelle - si dedica a tutt'altro. Dopo un giorno in cui Min-jin non fa ritorno a casa, però, Yeon-hong comincia a preoccuparsi e a indagare sulla sua scomparsa. Di fronte a lei si aprirà uno scrigno di segreti sulla vita condotta dalla ragazzina.
Crush and Blush, precedente lavoro di Lee Kyoung-mi, proponeva un approccio inconsueto alla guerra tra i sessi della società sudcoreana, adottando un punto di vista femminile, peraltro di un soggetto tutt'altro che fortunato in amore. Troppi erano tuttavia i difetti che gravavano sulla riuscita generale del film, carico di artifici e di inconcludenze.
Con The Truth Beneath Lee vira verso tutt'altro, cimentandosi con il genere per eccellenza che contraddistingue il cinema sudcoreano degli ultimi decenni: il thriller a sfondo noir. Bambine scomparse, possibili serial killer dietro l'angolo, un muro di incomunicabilità e doppiezza tra genitori e figli o marito e moglie, destinato a crollare di fronte a una tragedia di proporzioni sempre più inquietanti. I precedenti, anche molto recenti, non si contano, e Lee osa troppo poco per uscire dal canone. Affidandosi completamente alla prova recitativa di Son Ye-jin, la bellissima protagonista di April Snow e A Moment to Remember, Lee si dimostra ancora una volta regista "di attori", capace di instaurare un feeling raro con la propria protagonista.
La maschera di disperazione e poi di rabbia di Son impressiona per intensità, coinvolgendo lo spettatore anche laddove lo script lascia perplessi. A quest'ultimo si deve un affascinante spaccato sul privato di una ragazzina che ha la maledizione di sapere troppo, calata in un contesto in cui è destinata a essere oggetto di risentimento. L'universo teen di una band indie rock, che spopola tra i nerd, si mescola con un inquietante retroscena di ricatti e soluzioni violente, che finisce per travolgere tutto e scombinare gli equilibri. A emergere è un profondo divario sociale tra ceti più e meno abbienti, che si mescola a un incolmabile gap generazionale, mentre cresce la sfiducia verso le istituzioni.
Avvicinandosi all'epilogo - al solito (per il cinema popolare sudcoreano odierno) prolisso, al solito pieno di finali e contro-finali superflui - l'ombra di Park Chan-wook e della sua Lady Vendetta, o del Nakashima di Confessions, aleggia sempre più sull'intera operazione. Benché il film sia stato scritto e girato prima, la corruzione che si intuisce negli ambienti della funzione pubblica e la totale assenza di valori conducono a un immediato richiamo alla Corea del Sud di fine 2016, dove la presidente è stato costretta a rassegnare le dimissioni in seguito ai procedimenti giudiziari. Nonostante una Son Ye-jin maiuscola, troppo poco per emergere dalle convenzioni di genere.