|
Ultimo aggiornamento giovedì 18 gennaio 2018
Guillaume Canet, attore e regista affermato, vive una profonda crisi esistenziale che cerca di superare insieme alla moglie Marion Cotillard.
CONSIGLIATO SÌ
|
A 43 anni Guillaume Canet ha tutto per essere felice: una vita di famiglia serena con Marion Cotillard, le soddisfazioni della professione...Ma il suo ego viene gravemente ferito quando una giovane giornalista gli dice che ormai appartiene a un'altra generazione rispetto ai nuovi attori come Pierre Niney o Gaspard Ulliel. Poi sul set di un film, Camille, una giovane attrice di venti anni non fa altro che ricordargli la sua età e che in fondo non è vecchio, ma neanche più rock'n'roll.
L'attore-regista allora inizia a chiedere al suo agente di trovargli dei ruoli più "virili" fino a mettere tutto in discussione.
Il rapporto con Marion, suo figlio, la sua casa di campagna, i suoi cavalli, gli sembrano il corredo di una vita borghese che non fanno più di lui una persona attraente. Se la compagna rapidamente liquida la crisi, più preoccupata di migliorare il suo accento del Québec prima di girare un film di Xavier Dolan, Guillaume non riesce più a ignorare le rughe, le occhiaie e tutto ciò che lo fa sentire vecchio. E così decide di farsi visitare da uno specialista che si rivela un ciarlatano. Guillaume capisce che deve cambiare ma non sembra capire fino a che punto.
All'improvviso, Guillaume Canet a soli 43 anni si lascia prendere dalla crisi di mezza età. Per la terza volta attore e regista dopo Mon idole e Ne le dis à personne, Canet riunisce di nuovo la sua famiglia di cinema per raccontarsi con grande autoironia in una commedia che vuole essere anche una satira dello show-biz francese, ossessionato dal mito della giovinezza, come d'altronde il cinema e la società contemporanea. Il suo quinto lungometraggio da regista, Rock'n'roll, nasce veramente dall'intervista di una giornalista che parla di Canet in termini in cui l'attore non si riconosce. L'immagine che ognuno ha di sé non sempre corrisponde con quella che percepiscono gli altri. Così, dal desiderio di giocare con la propria immagine è nato il film, racconta l'attore.
E con lo stesso spirito, tra il serio e il faceto, gli altri lo hanno seguito come nei precedenti film. Alain Attal si conferma alla produzione, l'attore Philippe Lefebvre (con cui ha scritto Mon idole e Ne le dis à personne) di nuovo alla sceneggiatura e davanti alle telecamere, così come la sua compagna Marion Cotillard e i suoi amici Gilles Lelouche e Maxim Nucci nei personaggi principali. Ognuno interpreta magnificamente il proprio ruolo in questo tentativo umoristico di cinema verità che, però, solleva parecchi dubbi e lascia perplessi per certe esagerazioni e lunghezze che infine fanno affondare l'intero film.
Rock'n'roll sembra diviso in due parti, tanto ironica, interessante e pertinente la prima quanto esasperatamente ridondante la seconda. Lo spettacolo di questa commedia umana, ridicola e commovente al tempo stesso, nell'ossessiva ricerca della giovinezza esce fuori di strada e il riso si trasforma in smorfia davanti all'alter ego grottesco di Canet della seconda parte. Una claudicante Marion Cotillard che parla un'incomprensibile francese del Québec riesce, tuttavia, a far tornare spesso il sorriso.