Anno | 2014 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Simone Cangelosi |
Tag | Da vedere 2014 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,54 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 marzo 2015
Il primo film documentario sulla vita di Marcella Di Folco, leader del MIT (Movimento Identità Transessuale) e del movimento LGBT italiano, scomparsa nel settembre 2010.
CONSIGLIATO SÌ
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Ritratto di Marcella Di Folco - nata Marcello, a Roma, il 7 marzo 1943, scomparsa a Bentivoglio il 7 settembre 2010 - che nel 1988 fondò a Bologna la sezione emiliano romagnola del MIT, Movimento Italiano Transessuali. Un'esistenza straordinaria sotto molti punti di vista: figlia di un gerarca nazista ai Parioli, poi caduta in povertà, lavorò anche come buttafuori al Piper di Roma negli anni di massimo splendore ed entrò casualmente nella galassia di figuranti selezionati da Federico Fellini. Dopo le primissime pulsioni omosessuali da bambino, Marcello visse un amore disastroso a seguito del quale tentò il suicidio, cambiò sesso a Casablanca, tornò a Roma con l'appoggio incondizionato della sorella Liliana. Quindi si trasferì a Bologna, dove si prostituì per 20 anni e militò per i diritti civili dei transessuali e del movimento LGBT. Fino ad essere eletta consigliere comunale a Bologna negli anni '90 nelle liste dei Verdi (primato assoluto per un transessuale).
Non guarderemo più Amarcord di Fellini allo stesso modo, dopo aver scoperto che la battuta di André Ferreol ("Signor Principe, gradisca!"), che ricordavamo diretta a un elegantone impomatato (che prese parte anche a Satyricon, La città delle donne, e pure Todo modo di Elio Petri), è in realtà diretta alla futura portavoce del movimento transgender italiano. Ma se in quel film Marcella era una delle tante "facce di Fellini", in Una nobile rivoluzione è protagonista assoluta, perché Simone Cangelosi, che l'ha conosciuta bene, ha pensato al film innanzitutto come tributo a un modello, avendo affrontato anche lui la transizione di genere, da donna a uomo (filmato nel 2007 in Dalla testa ai piedi).
A margine del racconto, il regista inserisce persino i messaggi a lui lasciati da Marcella in segreteria telefonica, come in continuum temporale della loro amicizia. Il film passa al setaccio svariati archivi, è un mosaico di riprese private, amatoriali, su un vhs che porta gli inesorabili segni del supporto (ma prezioso perché raro e non ufficiale), che cuce estratti di incontri con familiari e amici, report da gay pride, manifestazioni, trasferte con canti in pullman, selezionate testimonianze di stima, campagne per consultori (con Porpora Marcasciano): documenti dell'attività politica instancabile e a 360° che Di Folco esercitò anche con la sua presenza fisica imponente e con uno spirito godereccio senza filtri. Mentre nei video di piazza s'intravedono i protagonisti politici degli ultimi 20 anni (Franco Grillini, Paolo Hutter, Nichi Vendola...).
Marcella sbalza in prima fila con la sua stazza eccezionale ma anche con un approccio informale, diretto, con una schiettezza rimarcata dall'amica Vladimir Luxuria. Come disse proprio la Di Folco poco prima di morire, ancora oggi in Italia la grande libertà sessuale non equivale ad altrettanta libertà sociale. Una nobile rivoluzione lo ribadisce, mentre rende merito ad un caso esemplare di lotta continua alla discriminazione cha ha fatto la storia del MIT.