Titolo originale | Zapelji me |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Slovenia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Marko Santic |
Attori | Janko Mandic, Nina Rakovec, Natasa Barbara Gracner, Peter Musevski, Dario Varga Primoz Pirnat, Grega Zorc, Ljerka Belak, Igor Zuzek, Mojca Lavric, Domen Sneberger, Nada Brezovnik, Igor Samobor, Maja Gal Stromar, Ivan Seme, Danijel Smon, Simona Tepes, Leon Kocevar. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 marzo 2014
Il ritratto di due giovani che si sentono sicuri solo in compagnia l'uno dell'altra ma che sono vittime del loro stesso destino.
CONSIGLIATO SÌ
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Luka è un ragazzo cresciuto in una casa famiglia dove la madre l'ha lasciato, incapace di provvedere al figlio. Il padre, per quanto Luka ne sappia, è morto, e lui ha dovuto imparare a cavarsela da solo. E ora è arrivato il momento di trovarsi un lavoro e andare a vivere per conto suo. Lo aiuta un'assistente sociale che gli procura un impiego in un mattatoio, dove Luka incontra la bella Ajda, che mostra subito di gradire le sue attenzioni ma che si trova al centro dell'attenzione di molti altri uomini, uno dei quali è suo padre.
Il giovane regista sloveno Marko Šanti debutta al lungometraggio con Seduce me, dopo una serie di cortometraggi ben ricevuti dalla critica. Il suo stile laconico ed essenziale ben corrisponde allo stato psicologico e alle circostanze punitive in cui si trova il protagonista della storia, del tutto incolpevole del proprio isolamento. Intorno a lui, con l'eccezione dei servizi sociali, ruota un mondo di adulti cinici e opportunisti, dalla padrona di casa che invade costantemente la privacy del ragazzo al caposquadra che minaccia di licenziarlo ai colleghi di lavoro che cercano di metterlo in cattiva luce con il boss.
Luka è un eroe dickensiano, un'anima bella in mezzo all'indifferenza generale. Il suo solo scopo è comportarsi onestamente e costruirsi intorno quella famiglia che gli è sempre mancata. E la recitazione del giovane Janko Mandi trasmette integrità nel modo più semplice e istintivo, attraverso un lavoro di sottrazione che serve a comunicare quanto poco spazio Luka creda di meritare nel mondo.
La sua è anche la storia di un Paese in cui si mescolano le culture slava, mitteleuropea e americana: nella sua cameretta Luka ha il poster di Pulp Fiction e la foto di Maradona, alla radio la musica anglosassone si mescola a quella slovena. Una confusione identitaria che rispecchia quella del ragazzo, letteralmente orfano (dal punto di vista affettivo) e costretto ad inventarsi giorno per giorno.
Šanti ci porta nella sua quotidianità, ci fa toccare con mano la sua mancanza di opportunità e alternative. Ma non ci permette di abbandonare la speranza, che nasce proprio dall'incapacità di Luka di adeguarsi allo squallore che lo attornia. Un debutto cinematografico senza grandi guizzi ma assai coerente nel suo minimalismo espressivo.