Westworld

Film 2016 | Fantascienza, Western +13 55 min.

Regia di Jonathan Nolan, Richard J. Lewis, Frederick E.O. Toye, Vincenzo Natali, Stephen Williams, Jonny Campbell, Michelle MacLaren, Neil Marshall, Uta Briesewitz, Lisa Joy. Una serie con Anthony Hopkins, Evan Rachel Wood, Jeffrey Wright, Rodrigo Santoro, Shannon Woodward. Cast completo Titolo originale: Westworld. Genere Fantascienza, Western - USA, 2016, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 2 - EPISODI: 20

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Ultimo aggiornamento lunedì 4 maggio 2020

Una serie tv della HBO scritta e diretta da Jonathan Nolan e interpretata da grandi attori come Anthony Hopkins ed Evan Rachel Wood. La serie ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, ha vinto un premio ai Critics Choice Award, 5 candidature a SAG Awards, 3 candidature e vinto 2 CDG Awards, 1 candidatura a ADG Awards, 2 candidature a Critics Choice Super,

Passaggio in TV
giovedì 18 aprile 2024 ore 7,55 su SKYATLANTIC

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO N.D.
Ospiti o residenti? La ribellione dei robot.

Basata sul film fantascientifico del 1973 Il mondo dei robot, Westworld - serie HBO - ha un cast d'eccezione: Anthony Hopkins, Evan Rachel Wood, Ed Harris, James Marsden, Thandie Newton, Jeffrey Wright sono solo alcuni degli attori protagonisti ed è scritta e diretta da Jonathan Nolan. J.J. Abrams è il produttore esecutivo. La storia è ambientata in un futuristico parco a tema le cui attrazioni sono i robot, apparentemente molto simili agli umani. Ad un certo punto le macchina si ribellano.

Episodi: 8
Regia di Richard J. Lewis, Jonathan Nolan, Frederick E.O. Toye, Vincenzo Natali, Stephen Williams, Paul Cameron, Jennifer Getzinger, Craig William Macneill, Jonny Campbell, Michelle MacLaren.

Un apologo sulla sterilità della vendetta che gioca ancora una volta con i piani temporali e con l'identità dei personaggi

Recensione di Andrea Fornasiero

Charlotte Hale ha messo in atto un piano per prendere il controllo del mondo intero e, mossa da un profondo risentimento per la morte violenta dei propri figli, sembra intenta a creare un incubo dove gli "host" si possano comportare con gli umani come questi hanno fatto con loro nei parchi. Facendone insomma ciò che vogliono, sfogando su di loro le proprie fantasie e realizzando una sorta di contrappasso su scala globale. A ostacolare questo piano ci sono Maeve, Caleb e soprattutto Bernard, che dopo essere stato a lungo immerso nel paradiso virtuale del Sublime è tornato in azione con una precisa conoscenza del futuro e ha un piano per salvare il salvabile, mentre l'estinzione incombe su entrambe le specie.

Il ribaltamento dei ruoli è al cuore di questa nuova stagione di Westworld, che si pone come apologo sulla sterilità della vendetta e gioca ancora una volta con i piani temporali e con l'identità dei propri personaggi.

Charlotte è infatti una personalità di Dolores, l'unica rimasta in teoria, ma assistiamo in questa stagione anche alle difficoltà di Christina, che ha il volto di Evan Rachel Wood, ossia della Dolores originaria. Qual è il suo ruolo? Chi è veramente? Sono domande che la serie suscita ma che avranno risposta solo nel penultimo episodio, in linea con lo stile a cui Westworld ci ha abituati, ma in modo anche meno felice del solito. Christina sembra esistere soprattutto per lanciare la serie verso la quinta e conclusiva stagione, dove tra le altre cose sarà finalmente meglio sviluppato il mondo del Sublime, che in questa annata appare solo brevemente. Le vicende di Bernard hanno infatti luogo un po' nel mondo reale e un po' nelle simulazioni all'interno del Sublime, consentendo agli autori il solito gioco di prestigio tra i livelli di realtà. E non manca della prestidigitazione neppure sui livelli temporali, che porta al notevole colpo di scena del quarto episodio.

Westworld è insomma fedele a se stessa, ma la sua narrazione labirintica, arrivati alla quarta stagione, non è più una novità e non ha lo stesso impatto che aveva una volta (inoltre le molte scene d'azione hanno solo raramente una regia e una coreografia memorabile). Appare un meccanismo quasi fine a se stesso, che se pur piazza qualche buona rivelazione finisce pure per ridurre i personaggi a pedine di un gioco più articolato. Il confine tra complessità e artificiosità si fa labile e nemmeno un attore incredibile come Jeffrey Wright riesce più a esprimere l'empatia necessaria a trasmettere allo spettatore il tormento di Bernard.

Del resto il suo personaggio è trasceso verso una sorta di onniscenza che lo rende pacato e quasi zen, anche se profondamente malinconico perché ha visto cosa riserva il futuro. Va meglio ad Aaron Paul nei panni di Caleb, che è travolto da situazioni di grande tensione e quindi fa quello che sa fare meglio: un uomo quasi in crisi di nervi, che non si arrende anche se schiacciato da eventi più grandi di lui. C'è poi l'entrata in scena di una nuova attrice, Aurora Perrineau (figlia di Harold), che interpreta un personaggio dal ruolo potenzialmente molto emotivo, ma a sua volta schiacciato dall'intreccio e dalla confusione tra esseri umani e simulacri artificiali.

L'idea alla base della stagione è tanto semplice quanto importante: le vittime diventano carnefici, perché il circolo della violenza non si spezza facilmente. A Westworld va riconosciuto di portare questa idea fino alle estreme conseguenze, usando al meglio il valore metaforico della fantascienza per colpire il pubblico con una messa in scena apocalittica. Una "fine del mondo" diversa da quella dei blockbuster cinematografici a base di CGI e immersa invece nel sangue, nelle pallottole e nelle coltellate.

Più interessante però è forse la malattia che sembra impossessarsi degli "host" di Charlotte e li porta al suicidio, perché presumibilmente si rendono conto che la violenza ha azzerato i loro orizzonti e non c'è altra via d'uscita. Purtroppo è un tema che la serie introduce ma non sviluppa più di tanto, lasciandolo come un mistero che sfugge alla stessa Charlotte e che deflagra nel ritorno di William nei panni del cavaliere nero. È senz'altro Ed Harris a fare la parte del leone negli ultimi episodi, ritrovando l'aura di un villain tanto carismatico quanto terribile, specchio delle pulsioni più nichiliste dell'animo umano.

Episodi: 8
Regia di Richard J. Lewis, Jonathan Nolan, Frederick E.O. Toye, Vincenzo Natali, Stephen Williams, Jennifer Getzinger, Jonny Campbell, Michelle MacLaren, Neil Marshall, Uta Briesewitz.

Una ripartenza davvero spettacolare con una narrazione che ha il sapore del cinema

Recensione di Andrea Fornasiero

Dolores è uscita dal parco con cinque perle, una delle quali è la mente di Bernard prontamente reincarnata, mentre le altre sono un mistero, inclusa quella nel corpo di Charlotte Hale. A lei tocca il ruolo di spia all'interno della Delos, che è vittima di un'acquisizione da parte del misterioso Serac, un uomo che sembra vivere fuori dal sistema ma in realtà è il sistema stesso: è infatti il gestore di Rehoboam, l'intelligenza artificiale che dirige il mondo con le proprie capacità predittive. Dolores è una scheggia impazzita nel suo disegno, un elemento imprevedibile che crea divergenze rispetto alle previsioni di Rehoboam e rischia di farle fallire, precipitando il mondo nel caos. Dolores è aiutata da Caleb, un uomo a cui il sistema ha causato numerose frustrazioni e che ha deciso a ribellarsi. Maeve è invece stata ricostruita da Serac che ne fa una propria pedina, promettendole l'accesso al mondo paradisiaco in cui si trova sua figlia. Infine l'Uomo in nero è traumatizzato da quel che ha fatto a sua figlia, mentre Bernard sembra essere il capro espiatorio di Dolores per la ribellione nel parco e ricercato in tutto il mondo.

Torna in un nuovo scenario la più complessa serie di fantascienza dei nostri giorni che, abbandonato il parco, può guardare direttamente al nostro presente e alle sue possibili evoluzioni, mantenendo però sempre al centro del racconto il tema della libertà.

La terza stagione è una chiara ripartenza per Westworld e questo richiede diversi episodi di preparazione, in cui vengono reintrodotti i personaggi e ne viene definito il nuovo ruolo all'interno di uno scenario dalle regole che si scoprono a poco a poco. Per limitare didascalismi e realizzare comunque episodi con una loro compiutezza, le prime puntate si concentrano su tre protagonisti: Dolores, Maeve e Charlotte, mentre sullo sfondo disegnano i confini e i dettagli del mondo governato dall'intelligenza artificiale Rehoboam. Inoltre si riprende il filo di altri personaggi come Bernard e William (ossia l'Uomo in nero) e se ne introducono di nuovi: Caleb e Serac.

Anche così i primi episodi non sono una ripartenza di slancio rispetto a dove avevamo lasciato la storia, che d'altra parte era arrivata a una sorta di conclusione alla fine della seconda stagione. Non siamo però nemmeno di fronte alle acrobazie narrative della scorsa annata, che avevano reso la serie molto difficile da seguire, soprattutto considerata la sua emissione settimanale e senza possibilità di binge watching.

Lisa Joy e Jonathan Nolan hanno insomma fatto tesoro delle critiche ricevute e, superate le prime puntate, entrano nel vivo dell'azione in un crescendo davvero spettacolare, come solo una serie di punta di HBO può mettere in scena. In particolare nel quinto e sesto episodio, così come nell'ottavo e ultimo, la densità narrativa è davvero cinematografica, con una gran quantità di pezzi in movimento, di confronti e di colpi di scena. Solo il settimo capitolo rallenta ed eccede in spiegazioni in modo un po' pedante, ma è pure normale che si tiri il respiro prima del rush finale, che totalizza quasi ottanta minuti di durata e ha luogo durante una rivolta di strada un po' come il film Strange Days.

Ci sono del resto diverse pellicole evocate da questa stagione di Westworld, a partire naturalmente da Blade Runner con gli androidi che vivono in incognita tra gli uomini e cercano di conquistare la propria libertà, il film inoltre è evocato esplicitamente nel finale di stagione, con l'inquadratura di una sorta di auto volante tra i palazzi della futura Los Angeles. Tematicamente inoltre c'è una buona dose di Matrix, per come gli uomini vivano all'oscuro di un sistema che li controlla completamente, anche se naturalmente il mondo è reale e non virtuale. Il finale poi ha anche un pizzico di Fight Club e in particolare della sua conclusione, quando i protagonisti osservavano le esplosioni degli attentati che avevano scatenato.

Westworld però sa fondere queste influenze in qualcosa di autonomo e aggiornato ai nostri tempi, dominati da big data e social network, portandoli alle estreme conseguenze con un'applicazione per il crimine e un sistema per parlare con una ricostruzione virtuale di un caro estinto. In questo mondo la democrazia è una pantomima, così irrilevante che non ci viene neppure mostrata, e l'esercito ha il compito di individuare e irreggimentare le persone più instabili.

Il libero arbitrio rimane al centro di tutto, messo in scena anche in modo inedito, con più copie dello stesso individuo che vediamo compiere le proprie scelte e arrivare così a obiettivi molto diversi. Il parco che dà il titolo alla serie, infine, continua a essere presente come una sorta di fantasma: unico luogo dove l'anima umana poteva essere mappata fino in fondo, dove non ci sono inibizioni, ma dove si può comunque scegliere, come Dolores, di vedere la bellezza. Sicuramente un luogo più vibrante del grigio futuro da cui Westworld ci mette in guardia.

Episodi: 10
Regia di Uta Briesewitz, Lisa Joy, Nicole Kassell, Tarik Saleh, Craig Zobel, Richard J. Lewis, Frederick E.O. Toye, Vincenzo Natali, Stephen Williams.

Un lavoro unico nel panorama televisivo contemporaneo, una serie senza pari quanto a complessità, ricchezza, visione e coraggio

Recensione di Andrea Fornasiero

Qualche tempo dopo la ribellione dei robot sembra che la gran parte di loro siano morti e un team dedicato al recupero della struttura ritrova Bernard, che però ha le memorie completamente confuse e non è in grado di ricordare cos'è successo. Inizia così la seconda stagione di Westworld, ricostruendo il passato spesso dalla prospettiva dello spaesato Bernard. Con la morte di Robert Ford gli "host" sono in piena ribellione, di cui Dolores assume via via il comando, con Teddy al proprio fianco ma turbato dalla violenza della sua amata. Maeve intanto è tornata nel parco per ritrovare sua figlia ma il suo codice continua a evolversi e le consente sempre più di controllare gli altri host non ancora risvegliati. L'uomo in nero intanto viene coinvolto da Ford in un nuovo gioco: trovare la Porta, dove sono destinate a convergere tutte le linee narrative, inclusa quella di Charlotte Hale, a capo delle operazioni di recupero della Delos.

Impossibile riassumere l'articolato e a tratti labirintico intreccio della seconda stagione di Westworld, giudicato anche da parte di alcuni fan sin troppo artificioso e pressoché impossibile da interpretare e anticipare anche per gli spettatori più attenti, che avevano invece capito il gioco degli autori nella prima stagione.

Questa volta le carte sono tutte in mano al banco e questo modo di celarle, attraverso l'espediente della memoria confusa di Bernard, può risultare frustrante. D'altra parte, a giochi fatti, la vicenda non è però così impenetrabile, anzi viene ricostruita fino a essere piuttosto lineare e ad acquisire un forte impatto emotivo.

Lo spaesamento del resto da sempre caratterizza la serie (e la scrittura di Jonathan Nolan anche per i film del fratello) e ha una sua ragione narrativa e un suo valore empatico. Se nella prima annata Dolores che lentamente riviveva il proprio passato e arrivava a risvegliarsi, ora è Bernard che deve ritrovare se stesso. Per lei come per lui questo percorso è dunque catartico, inoltre forza lo spettatore a calarsi in una mente artificiale, aliena alla nostra umana e con un diverso rapporto con la memoria, che per gli host è tanto vivida quanto quel che accade nel presente.

Se pure Dolores ha un piano misterioso e quindi è difficile entrare in relazione con lei, si può però empatizzare con Teddy, che la vede trasformata e indurita e non sa darsene una ragione, come lo spettatore stesso. Il percorso di William, alias l'Uomo in nero sembra mosso da una ossessione sempre più folle, ma lentamente si svela il suo passato, dandogli così maggiore umanità e arrivando a un esito davvero da tragedia greca nel penultimo episodio della stagione. Se Charlotte Hale è la villain, a sua volta con obiettivi che si chiariranno solo nel corso degli episodi, è decisamente una eroina Maeve, che vuole solo ritrovare sua figlia e che attraversa anche un altro dei parchi, Shogun World, dove gli host hanno linee narrative analoghe o quasi a quelle di Westworld e sono quindi più o meno dei doppioni asiatici dei protagonisti, costretti quindi a rivedere se stessi prima del risveglio della propria coscienza. Sicuramente uno degli episodi più affascinanti della serie, anche perché tra i più contenuti e lineari e con un grande carico emotivo, inoltre impreziosito da ottime interpretazioni di Hiroyuki Sanada e di Thandie Newton, che recita per gran parte della puntata in giapponese antico.

Allo stesso modo è un episodio compatto quello dedicata a James Delos e all'esperimento che viene condotto su di lui, dove di nuovo è centrale il tema della memoria e del libero arbitrio, ma in cui viene anche svelato l'obiettivo di raggiungere l'immortalità attraverso la tecnologia del parco. Qui il grande Peter Mullan interpreta un vecchio e crudele capitalista con varie sottili sfumature e con umanissima disperazione. Ancora più rivelatrice e toccante è poi la puntata dedicato ad Akecheta, guerriero della Ghost Nation interpretato da Zahn McClarnon, la new entry più incisiva della stagione. Scopriamo che è stato tra i primi host a risvegliarsi e a trovare l'enigma del labirinto e attraverso la sua storia si chiarisce il ruolo degli host nativi americani della serie, il loro sapere esoterico che era rimasto un mistero dai primi episodi della prima stagione. Qui si capiscono finalmente le enigmatiche azioni della Ghost Nation nella seconda stagione, ma soprattutto emerge una grande storia d'amore e un articolato cammino esistenziale e spirituale, che arriverà a compimento nel finale di stagione.

Un finale che rivela il gioco di prestigio narrativo, risolve gli enigmi e scioglie le trame in un susseguirsi di colpi di scena e prepara il terreno per una terza stagione che promette di essere ancora più ambiziosa. Inoltre, nella sequenza dopo i titoli di coda, anticipa una scena da un futuro remoto che chissà non sia il primo squarcio sul finale della serie. Tutto questo conferma che non c'è niente in Tv con la complessità, la ricchezza, la visione e il coraggio di Westworld, dove le macchine scoprono che potendosi riprogrammare sono più libere degli uomini, bloccati dall'istinto di sopravvivenza inscritto nel loro codice genetico da centinaia di migliaia di anni. E capiscono anche che per potersi evolvere è necessario un contraddittorio, un'apertura ad altri punti di vista e ad altre strade, una sorta di separazione dei poteri come nella democrazia più ideale che diventa chiave dello spirito.

Episodi: 10
Regia di Richard J. Lewis, Frederick E.O. Toye, Vincenzo Natali, Stephen Williams, Jonathan Nolan, Jonny Campbell, Michelle MacLaren, Neil Marshall.

Robert Ford è il deus ex machina del parco a tema Westworld, dove i robot intrattengono gli ospiti umani offrendo loro linee narrative in cui lanciarsi all'avventura ma pure l'occasione di sfogare i propri più animaleschi istinti. Quando i robot vengono "uccisi" sono semplicemente riparati e riavviati, inseriti in un nuovo ciclo della loro storia. La loro memoria è resettata ma qualche traccia rimane e a lungo andare affiorano dolorosi ricordi, che portano a un risveglio dell'intelligenza artificiale. Dolores per esempio ricorderà il viaggio insieme a William e Maeve invece la figlia uccisa brutalmente dall'uomo in nero. Tutto questo è stato previsto e progettato da Ford stesso per il lancio del suo ultimo grande atto, che porta alla ribellione dei robot.
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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 29 gennaio 2017
gianleo67

A Westworld, un immenso parco a tema ambientato nel vecchio West e popolato da androidi detti residenti, i ricchi visitatori possono sfogare i propri istinti più brutali tra sparatorie e prostitute, provando l'ebbrezza di un'esperienza unica e avvincente senza rischiare mai la propria incolumità. Le cose iniziano a cambiare quando il capo creativo e fondatore della società [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 maggio 2020
GUSTIBUS

Siamo alla terza stagione,8episodi che lasciano spazio a seguito infiniti.So che ha deluso un po' il finale.Io credo che questa serie sci-fi di classe serie A superiore non abbia rivali.Si parte da un "mondo di robot"nella prima stagione(molto piu'bella del film del 1985)per finire complicato,raffinato,con una classe visiva talmente elevata che impossibile che una serie abbia rivali [...] Vai alla recensione »

martedì 17 marzo 2020
GUSTIBUS

Veramente credo che WESTWORLD sia la piu'sofisticata,visivamente superlativa,innovativa nel genere sci-fi serie e perfetta nei dettagli.Siamo alla terza stagione in quasi quattro anni.So bene che non e' per bimbi,chi ama i pokemon nn puo'amare una serie cosi'matura e anche spinta visivamente.Si vedono nudi e altre cose.Westworld e'partito come spunto da "Il mondo dei robot"in [...] Vai alla recensione »

Frasi
"Alcuni decidono di vedere la bruttezza di questo mondo, il caos. Io scelgo di vedere la bellezza, di credere che ci sia un ordine, uno scopo"
Dolores Abernathy (Evan Rachel Wood)
dalla serie Westworld - a cura di Romina
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 12 maggio 2020
Rocco Moccagatta
Film TV

Sorpresa! Anche fuori da Westworld, l'avveniristico parco di divertimenti (spesso proibiti) organizzato per set (il West, il Giappone feudale, l'India coloniale, e ora pure un'Italia soggiogata dai nazisti nella Seconda guerra mondiale), con i suoi sofisticati androidi in tutto e per tutto simili agli esseri umani, assoggettati ai piaceri e ai desideri dei ricchi clienti della Delos Corporation, il [...] Vai alla recensione »

domenica 26 aprile 2020
Stefano Balassone
La Repubblica

Westworld - dove tutto è concesso (Sky Atlantic) è un parco a tema dove le famiglie si recano a godere scene del Far West con zuffe, duelli, guerre e stragi. Quando si fa sera i visitatori sfollano, e dietro le porte chiuse i corpi maciullati, che altro non sono che robot, vengono ricomposti per ricominciare a morire il giorno dopo. Predecessore di Westworld nel cinema dei 70 fu Il mondo dei robot [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
venerdì 21 febbraio 2020
 

Regia di Jonathan Nolan, Richard J. Lewis, Frederick E.O. Toye. Un film con, Evan Rachel Wood e Jeffrey Wright. Dal 16 marzo su Sky.  Guarda il trailer »

TOP TRAILER
lunedì 5 febbraio 2018
Andrea Fornasiero

Il Super Bowl è la serata televisiva più vista dagli americani e da sempre è un momento particolarmente ambito per gli sponsor e i pubblicitari. Trattandosi di sport, ma pure di intrattenimento, tra i maggiori investitori nelle interruzioni pubblicitarie [...]

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lunedì 10 agosto 2015
 

La HBO ha prodotto uno show drammatico basato sul film fantascientifico del 1973 Il mondo dei robot e ha rilasciato ieri il primo teaser trailer. La serie tv Westworld ha un cast d'eccezione, Anthony Hopkins, Evan Rachel Wood, Ed Harris, James Marsden, [...]

winner
miglior attrice secondaria serie tv drammatica
Critics Choice Award
2019
winner
miglior serie tv sci-fi/fantasy
CDG Awards
2019
winner
miglior serie tv sci-fi/fantasy
CDG Awards
2021
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