Anno | 2013 |
Genere | Opera lirica, |
Produzione | Italia |
Regia di | Dmitri Tcherniakov |
Attori | Diana Damrau, Giuseppina Piunti, Mara Zampieri, Piotr Beczala, Željko Lucic Antonio Corianò, Roberto Accurso, Andrea Porta, Andrea Mastroni, Nicola Pamio, Ernesto Petti, Ernesto Panariello. |
Distribuzione | Microcinema |
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Ultimo aggiornamento martedì 17 novembre 2015
La prima della Traviata alla Scala di Milano. Con Diana Damrau, Piotr Beczala e Zeljko Lucic. In Italia al Box Office La Traviata ha incassato 127 mila euro .
CONSIGLIATO N.D.
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La traviata alla Scala: un must che da sempre "fa tremar le vene e i polsi". Come noto, per essere Violetta, ci vogliono più voci e più anime in un solo cuore di soprano. La tedesca Diana Damrau, la più famosa Violetta dei nostri tempi, ha intuizione drammatica, presenza, carattere e "voci" in regola per un personaggio vivo e dolente fino all'ultimo sospiro: sulla sua recente interpretazione della Traviata al Met impazzano i blog. Accanto a lei, Piotr Beczala che torna alla Scala dopo il grande successo ottenuto nel ruolo di Rodolfo in La bohème nella scorsa Stagione, e il grande baritono verdiano Željko Lui. Daniele Gatti, dal canto suo, ha mostrato in tutto il mondo un invidiabile acume verdiano, per forza e lirismo. Grande attesa anche per l'esordio a una prima scaligera del regista russo Dmitri Tcherniakov, di cui si sono visti in Scala un pregevole Giocatore di Prokof'ev e un azzeccato Evgenij Onegin di ajkovskij, tutto giocato intorno a un tavolo di famiglia. La famiglia Germont, già...
Il 7 Dicembre il Teatro alla Scala di Milano inaugura la Stagione 2013/2014 con La Traviata di Giuseppe Verdi: un must che da sempre "fa tremar le vene e i polsi". Come noto, per essere Violetta, ci vogliono più voci e più anime in un solo cuore di soprano e la tedesca Diana Damrau, la più famosa Violetta dei nostri tempi, ha la presenza, il carattere e le "voci" dell'animo per rendere vivo il suo personaggio. Accanto a lei, Piotr Beczala e il grande baritono verdiano Željko Lui. Dirige il maestro Daniele Gatti, che negli anni ha mostrato in tutto il mondo, per forza e lirismo, un invidiabile acume verdiano.
Sarebbe stata un'ottima rappresentazione se non fosse stato per quel sciupa opere del regista che con stupide ed infondate idee fa inutilmente affannare i cantanti e farci perdere la bussola al pubblico mettendoci in stato di agitazione. Così ho deciso di chiudere gli occhi in vari momenti per gustarmi la musica e le voci. Aggiungo l'incoerenza di questo regista russo che voleva fare della traviata [...] Vai alla recensione »