Dead Men Talking

Ding Yu conduce un programma della televisione cinese che ha al suo attivo 208 puntate (52 all'anno) e ha conquistato un'audience di 40 milioni di telespettatori. Di cosa si occupa? Di detenuti condannati a morte che si trovano a poche ore di distanza dall'esecuzione (fucilazione o sostanza letale). Ding Yu li intervista e, in qualche caso, li mette a confronto, per l'ultima volta, con chi ha subito le conseguenze dei loro delitti. In altre occasioni sono invece i parenti stretti che li incontrano prima che vengano collocati su un autocarro scoperto con al collo un cartello a monito di chi li vede passare. Il momento più terribile di questo prezioso documentario lo si può rintracciare in una situazione di quotidianità: Ding Yu sta facendo la spesa e dice di essere stata riconosciuta da una bambina che segue la sua trasmissione. Più dei volti, delle parole, dei silenzi (uno fa addirittura annullare un servizio) dei condannati si trova in questo riconoscimento divistico l'assurdità della globalizzazione. Ciò che aveva (all'epoca si disse anche 'moralisticamente' denunciato Oliver Stone in Assassini nati-Natural Born Killers è ora tranquillamente superato dalla realtà e diventa parte di meccanismi di dominio di massa che le cosiddette democrazie, così come gli stati autoritari, utilizzano scientemente. Ding Yu sembra consapevole della sua funzione tanto da stupirsi quando la commozione (che non può mai influenzare la Legge, come afferma una giudice) prende il sopravvento. La materia prima non le manca se si considera il numero di esecuzioni capitali che vengono eseguite nella Repubblica Popolare Cinese senza il seppur minimo segno di messa in dubbio. Ding Yu le trasforma in spettacolo e, settimanalmente, ricorda a tutti che quella è la fine che si può fare in uno Stato che si arroga il diritto di vita o di morte. Non importa se alcuni di quegli individui sembrano davvero recuperati rispetto a quanto commesso. Le catene che portano ai piedi non smettono di risuonare come quelle dello spirito di Marley in A Christmas Carol mentre avanzano in aule (di carcere o di sala di udienze) trasformate con accuratezza e tempismo in set. Sono gli attori, più o meno consapevoli, di un Before Death Show. 