Titolo originale | Legends of Oz: Dorothy’s Return |
Anno | 2012 |
Genere | Animazione, Musicale, |
Produzione | USA, India |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Dan St. Pierre, Will Finn |
Attori | Lea Michele, Jim Belushi, Martin Short, Dan Aykroyd, Kelsey Grammer, Megan Hilty Hugh Dancy, Oliver Platt, Patrick Stewart, Bernadette Peters, Lucrezia Marricchi, Marco Mete, Massimo Lopez, Franco Mannella, Neri Marcorè. |
Uscita | giovedì 12 giugno 2014 |
Distribuzione | M2 Pictures |
MYmonetro | 2,55 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 luglio 2014
Dopo esser tornata in Kansas, Dorothy Gale decide di recarsi nuovamente a Oz per aiutare i suoi amici. In Italia al Box Office Il Magico Mondo di Oz ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 1,1 milioni di euro e 336 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Dorothy Gale ha appena il tempo di aprire gli occhi e felicitarsi per essere tornata sana e salva nella fattoria di zia Emma e zio Henry, nel Kansas, quando un tipo losco si presenta alla loro porta per dichiarare la casa inagibile, causa tornado, e intimare loro di andarsene entro sera. Mentre cerca un modo per opporsi all'ingiustizia di quella situazione, Dorothy viene però letteralmente rapita da un arcobaleno, che la riporta nel magico mondo di Oz. I suoi amici Spaventapasseri, Leone e Uomo di latta sono in pericolo e con loro tutta la città di Smeraldo, minacciata da un Giullare malvagio, impossessatosi del bastone magico che fu della terribile Strega dell'Ovest. Neppure Glinda può fare qualcosa questa volta: Dorothy è l'unica speranza rimasta ad Oz di poter tornare ad essere la terra incantata di prima.
Un pool composto di sceneggiatori esperti di intrattenimento nel cosiddetto genere family e di animatori formatisi alla Disney adatta per lo schermo il romanzo "Dorothy of Oz" del pronipote di L. Frank Baum, George Stanton Baum, realizzando una sorta di sequel del Mago di Oz in computer grafica che può avere un suo perché solo a patto di essere considerato un parente talmente lontano del soggetto di partenza che qualsiasi eredità genetica va considerata smarrita lungo la strada.
L'inventiva che contraddistingue i titoli di testa non ricopre uniformemente il resto del film, ma i nuovi personaggi, dal Maresciallo Mallow al gufo Socrate, sono indovinati e ben fatti, anche se il primato va ad una vecchia conoscenza, la principessa di Porcellana, qui in versione Maria Antonietta capricciosa, più per posa che per natura.
La traccia, per il resto, è la stessa: quel sentiero di mattoni gialli che attraversa le terre di popoli bizzarri e colorati e che sembra fatto apposta per riunire una compagnia di involontari coraggiosi in un'amicizia letteralmente senza limiti di tempo e di luogo. Qui tocca alla Contea Dolce, al reame di porcellana (splendidamente allestito, in altra foggia, anche nel film di Sam Raimi), alla terra degli alberi parlanti e al fiume dei Mastichini, oltre che alla città verde, naturalmente. L'animazione privilegia però un tono zuccheroso e - complice il gufo sapientino - a tratti sembra di stare più dalle parti di Winnie Pooh che dell'ironico Mago di Oz.
Le canzoni, troppe e seriose, alzano ulteriormente e pericolosamente la glicemia, così che anche se il villain di turno fa del suo meglio per ristabilire l'equilibrio, il risultato sa ancora di caramello. Si salvano Dorothy l'Ammazzastreghe, ritratta come una ragazzina "con gli stivali", senza crinoline fuori epoca, e il buon vecchio Toto, garanzia di monodimensionalità, ma manca l'ingrediente fondamentale, ovvero l'oggetto di una richiesta che valga da solo il prezzo del viaggio.
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Potevano prendere spunto dal romanzo di Baum, così va bene giusto per i bambini
non ti diverte neanche se hai 5 anni
Il cinema ha sempre più un pubblico di ragazzini: il secondo incasso italiano dello scorso weekend (dopo Maleficent) ha premiato un follow-up in animazione basato sui libri del pronipote di L. Frank Baum, il creatore del Mago di Oz. Vi ritroviamo molti dei personaggi, non la magia che ispirò il celebre film del 1939. Lo spirito dei tempi vuole che la protagonista sia più risoluta di quella d'allora. [...] Vai alla recensione »
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Nei 13 libri che Frank Baum dedicò nei primi del '900 al mondo di Oz ce n'è di materia per trarre film, forse quanto la serie di Potter, ma non è detto che funzioni con un che il successo e un certo mito (pensiamo solo alla canzone "Over the Rainbow") fissano a quel modello Hollywood fantasy fine anni '30 nel mix bianco nero e colori con la piccola miss Judy Garland e l'uomo di latta senza cuore.