Anno | 2009 |
Genere | Documentario |
Produzione | Paesi Bassi |
Durata | 74 minuti |
Regia di | Willem Alkema |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 4,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 maggio 2010
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Accanto a Hendrix, Stevie Wonder, Ray Charles, Chuck Berry c'è un altro esponente della musica nera da mettere allo stesso livello: Sly Stone. Inizia in famiglia a cantare con la sorella maggiore al piano e i fratelli e già qui anticipa di qualche anno la formazione dei Jackson Five. Quando cresce, si stacca dalla famiglia e inizia a formare una band multiculturale per ricevere il maggior numero di suggestioni possibili. La Family Stone diventa quindi un incrocio di culture, nazionalità composto da uomini e donne che guidata da Sly contribuisce allo sviluppo della musica soul mischiata col funky e col rock.
Il regista olandese Willem Alkema nutre una passione per Sly Stone tanto da ingaggiare un investigatore privato per recuperare qualche notizia. Sly infatti dai primi anni Novanta non concede più interviste e si è praticamente ritirato dalle scene. Grazie alla fotografia dell'annuncio di una moto in vendita su eBay, l'investigatore riconosce una staccionata tipica delle colline di Beverly Hills. Incrociata questa prova con una multa per aver evaso le tasse domestiche, l'investigatore crea la prima traccia per Alkema. Raggiunta la casa sulle colline, Alkema scopre che Sly non abita più lì ma non si dà per vinto. Dopo aver conosciuto due gemelli olandesi fan all'ennesima potenza di Sly Stone, trova finalmente una pista buona: il batterista d'origine calabrese Greg Errico della Sly Stone. Da lui i contatti si moltiplicano fino ad arrivare alla chiamata Skype che Alkema attende da mesi. Sly Stone è on line e accetta di farsi intervistare da Alkema che riparte per gli Stati Uniti.
Coming Back for More inizia come un documentario classico con la cronaca della vita di Sly Stone e della sua attività musicale. I due gemelli olandesi collezionisti maniacali di ogni registrazione di Sly Stone sono una figura grottesca che si inserisce nel racconto e dà un tocco unico al documentario. Arrivano addirittura a essere determinanti e di grande aiuto per Sly Stone, immerso nei guai a causa del suo ex agente. L'autore di It's a family affair viaggia in un camper pieno di materiali di lavoro, vive spesso in hotel e sfoggia un look da post punk con catenine, zip, pantaloni larghi e cresta bionda. Ma la mise più eccentrica è sicuramente il costume da uomo ragno in nero con il quale accoglie il regista in una delle sue interviste. Ottimo documentario, personaggio oltre le righe e narrazione sempre calibrata senza momenti vuoti.