Titolo originale | Tuan yuan |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico |
Regia di | Quan'an Wang |
Attori | Lisa Lu, Caigen Xu, Xiaotian Mo, Ling Feng . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 9 febbraio 2012
Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
|
Dal 1927, data d'inizio della guerra civile, i cinesi si schierarono su due fronti. Chi parteggiava per il Kuomintang (che si opponeva a Mao) finì sconfitto e dovette trovare rifugio a Taiwan nel 1949 senza poter più rivedere i propri parenti. Ai giorni nostri qualche spiraglio ha preso ad aprirsi e a un gruppo di vecchi soldati viene concesso di fare ritorno in visita a Shangai. Tra di loro c'è Liu Yansheng il quale ha preannunciato il suo arrivo a colei che fu sua compagna e che dovette abbandonare con il loro figlio neonato: Qiao Yu'e. Anche se entrambi si sono sposati lei resta il suo unico vero amore e ora vorrebbe condurla a Taiwan con sé per trascorrere gli ultimi anni di vita insieme. Liu però è vedovo mentre Qiao ha marito, figli e nipoti e se il consorte sarebbe d'accordo parte della famiglia insorge contro il progetto.
Dopo aver vinto a Berlino con Il matrimonio di Tuya Wang Quan'an è tornato alla Berlinale con un film uguale e diverso al contempo. Ancora una volta attento alle dinamiche socio-familiari il regista si allontana però dalla campagna per mettere a confronto due modalità di vivere la città. Il taiwanese da tempo occidentalizzato torna a confrontarsi con una terra natia che non è più quella a forte connotazione rurale del maoismo. Shanghai è un agglomerato urbano ipermoderno all'interno del quale sembrano poter ancora coabitare (per quanto?) le antiche tradizioni.
Le diverse generazioni sono ben rappresentate con le loro aspettative e con i loro differenti punti di vista che vanno dall'umano risentimento (il figlio allora neonato che è quello che tratta nel modo più scortese il suo vero padre) al genero businessman di Qiao. Wang Qu'an riesce però a trattare il tutto con grande levità seguendo da un pranzo all'altro (quanto è importante l'abbondanza di cibo per chi in passato ha patito la fame) l'evolversi di una situazione degna del miglior Eduardo De Fillippo.
Con, in più, quel tanto di evocativo sul piano storico che non poteva mancare: la riconciliazione può avvenire ma lo scorrere del tempo non può essere annullato. Con tutto il peso che ciò comporta.
L'Orso d'oro 2007, Wang Quan'an, 45enne di Yanan, Cina del nord, ha aperto il concorso della 60ma Berlinale con Tuan Yuan (Apart Together), che allude già nel titolo alla separazione/riunificazione tra le due Cine. Taipei e Pechino si guardano malinconiche attraverso lo sguardo di due antichi amanti separati nel '49 dalla guerra civile, nazionalisti contro comunisti, e ora si ritrovano nella Shanghai [...] Vai alla recensione »
Arriva dalla possente stasi dell'odierno cinema targato Repubblica Popolare Cinese il film d'apertura della Berlinale numero sessanta: Apart Togheter (Tuan Yuan) del quarantacinquenne Wang Quan'an, regista di "sesta generazione" che nel 2007 aveva vinto l'orso d'oro a Berlino con Il matrimonio di Tuya . Lo si è scritto giorni fa: Berlino sa coltivare i suoi talenti.