Senza destino

Film 2005 | Drammatico 130 min.

Titolo originaleSorstalanság-Fateless
Anno2005
GenereDrammatico
ProduzioneUngheria, Germania, Gran Bretagna
Durata130 minuti
Regia diLajos Koltai
AttoriMarcell Nagy, Miklós B. Székely, Zoltán Bezerédy, Péter Vall .
Uscitavenerdì 27 gennaio 2006
TagDa vedere 2005
MYmonetro 2,96 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Lajos Koltai. Un film Da vedere 2005 con Marcell Nagy, Miklós B. Székely, Zoltán Bezerédy, Péter Vall. Titolo originale: Sorstalanság-Fateless. Genere Drammatico - Ungheria, Germania, Gran Bretagna, 2005, durata 130 minuti. Uscita cinema venerdì 27 gennaio 2006 - MYmonetro 2,96 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Argomenti:  La zona d'interesse

Da un libro del premio Nobel Imre Kertész, scrittore ungherese ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento, la storia di Gyuri Koves, 14enne alle prese con la tragedia dell'Olocausto. In Italia al Box Office Senza destino ha incassato 194 mila euro .

Senza destino è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
2,96/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 3,00
PUBBLICO 3,89
CONSIGLIATO SÌ
Trama significativa per una messa in scena un po' retorica.
Recensione di Francesca Felletti
Recensione di Francesca Felletti

È difficile criticare un film che tratta il tema dell'Olocausto. Ed è ancora più difficile farlo dal Festival di Berlino, in una città dove ancora esistono i fantasmi di quella tragedia.
Il film di Lajos Koltai, direttore della fotografia di István Szabó, si basa sul romanzo autobiografico di Imre Kertész. Racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenerazione. Trama significativa, senza dubbio. Ma la messa in scena porta con sé tutta la retorica di quello che, ormai, è un genere cinematografico. Fotografia che progressivamente vira dal colore al bianco e nero, mano a mano che la "Vita" si allontana. Antologia completa delle efferatezze compiute dai nazisti sui prigionieri, con la violenza di un dettaglio sul ginocchio infetto del ragazzino da cui escono i vermi.
La parte finale, quella del ritorno in patria, è la più interessante, peccato che arrivi dopo oltre due ore.
La memoria è importante ma l'arte richiede anche estro, intelligenza, comunicatività.

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SENZA DESTINO disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 10 febbraio 2012
Lella Sabadini

Uno dei migliori fra i molti film che ho visto sull'argomento. La fotografia naturalmente è uno dei fattori che contribuiscono all'atmosfera nel passaggio dal colore a un bianco e nero che contribuisce a rendere meno crude certe scene ma nello stesso tempo sottolinea lo stato d'animo dei detenuti e degli spettatori man mano che la vicenda si dipana.

venerdì 30 gennaio 2015
sciakubucu

Cristallino.

mercoledì 24 febbraio 2010
claudiorec

Koltai, dopo aver firmato la fotografia di molti film, esordisce alla regia presentando la sua Ungheria in una parte di storia "vergognosa" per molte nazioni. Il prodotto che ne nasce risulta discreto, ma il soggeto è troppo inflazionato perché "Senza destino" possa essere considerato un "gran film".

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
L'Espresso

Film puro e semplice, sobrio e profondo, privo di enfasi e di patetismi, Fateless - Senza destino, primo film diretto da Lajos Koltai, racconta di un ragazzino quattordicenne ungherese ebreo deportato nel 1944 ad Auschwitz.. ragazzino (che ha la faccia smunta, struggente e bellissima di Marcell Nagy) cerca di salvarsi dall’atrocità con l’obbedienza agli ordini e il rispetto delle regole dementi del [...] Vai alla recensione »

Titta Fiore
Il Mattino

Dopo aver rifiutato per anni di portare sullo schermo il suo romanzo autobiografico sull'Olocausto, «Fateless», lo scrittore premio Nobel Imre Kertész, sopravvissuto agli orrori di Auschwitz e di Buchenwald, ha accettato di ridurlo in sceneggiatura per l'esordio nella regia del celebrato direttore della fotografia Lajos Koltai. «L'ho fatto perché il lavoro di uno sceneggiatore professionista non mi [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Il Manifesto

Per moltissimi anni Imre Kertész, lo scrittore ungherese premiato con il Nobel per la letteratura, si era rifiutato di cedere i diritti di trasposizione del suo romanzo più famoso: Essere senza destino. Non si trattava solo di attaccamento a una propria creatura. Quel romanzo scaturiva dalle viscere, era il racconto autobiografico della sua storia. La storia di un giovane ragazzino di Budapest, quindicenne, [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

È bene che Senza destino esca nelle sale proprio oggi, giorno della memoria consacrato alla tragedia dell'Olocausto. Se ricordare è essenziale, ancor meglio è farlo nel modo antiretorico di questo bel film d'esordio basato sul romanzo autobiografico (pubblicato da Feltrinelli con il titolo «Essere senza destino») di Imre Kertész (classe 1929), un primo Levi ungherese, premio Nobel per la letteratura. [...] Vai alla recensione »

Raffaella Giancristofaro
Film Tv

In Ungheria, dal 1939 al 1944, le leggi razziali hitleriane limitano progressivamente le libertà dei cittadini ebrei, fino alla deportazione nei campi di concentramento. A Budapest il ragazzino Gyuri assiste prima alla partenza del padre e dopo poco gli tocca la stessa sorte. Con la differenza che Gyuri tornerà a casa. Tratto dal libro del premio Nobel ungherese lmre Kertész Essere senza destino (Adelphi), [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

L’Olocausto. Ricordato di nuovo con l’adesione piena e convinta di ogni coscienza civile. L’impresa meritoria se l’è assunta oggi il Premio Nobel ungherese Imre Kertész che ha sceneggiato per il cinema un suo libro, «Essere senza destino», pubblicato in Italia da Feltrinelli, in cui aveva rievocato la sua terribile esperienza, a soli quattordici anni, nel Lager di Buchenwald.

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Il campo di concentramento è peggio dell’inferno”, spiega il quattordicenne Gyuri Koves, ancora con la divisa a strisce. E’ scampato al lager, è tornato a Budapest, ha fatto il conto dei morti e dei vivi in famiglia. Incontra solo gente che vuol convincerlo a dimenticare. “Il campo di concentramento è molto peggio di un girone dell’inferno” – insiste il ragazzino – “perché l’inferno non esiste, e il [...] Vai alla recensione »

Lorenzo Buccella
L'Unità

Quando le storie del cinema si stendono su una barella per infermità. Nel giorno in cui la Berlinale giunge a metà del suo percorso, sono molte le pellicole che cascano sullo schermo appoggiando il proprio baricentro narrativo su una malattia. Non una patologia predefinita, ma qualcosa di più liquido che, scivolando fra le griglie narrative di singole storie, viene catturato da contenitori diversi. [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

A questo punto i colleghi di un tempo avrebbero scritto «siamo arrivati al giro di boa». Oggi non è più possibile ricorrere alla fatidica formuletta, ma non perché il dato temporale sia erroneo e neppure perché lo vieta un minimo di bon ton stilistico (tra regate e festival una certa differenza persiste). Il fatto è che le adunate internazionali ormai si rassomigliano tutte, di picchi emotivi o culturali [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Senza destino («Fateless»), in concorso un anno fa a Berlino, ritorna sul tema dell'Olocausto in coincidenza con le celebrazioni della Giornata della memoria. Purtroppo, preso da un punto di vista specifico, il film è solo un'ennesima illustrazione enfatizzata dalle musiche di Morricone e funestata da una regia senza scatti degni di nota. Stabilendo che la nobiltà del tema procuri «a prescindere» un [...] Vai alla recensione »

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