Proveniente da una famiglia di acrobati e di clown, Polidor esordì giovanissimo nel circo, esercitando per parecchi anni questa attività, in patria e all'estero. Nel 1910, venuto in Italia, vi esordì nel cinema "muto" con il film Tontolini (G. Antamoro), creando un personaggio-macchietta, che, appunto con l'appellativo di Tontolini, più tardi modificato in quello di Polidor, conobbe un lungo periodo di notorietà e di successo commerciale. In quegli anni l'attività cinematografica di Polidor fu addirittura frenetica. Egli interpretò oltre cento film, difendendosi egregiamente dalla concorrenza di altri comici famosi dell'epoca; ma il suo lavoro nel cinema venne a cessare quasi del tutto con l'avvento del «sonoro». Polidor si dedicò allora al teatro di rivista; tuttavia, prima dell'inizio della seconda guerra mondiale e soprattutto negli anni successivi alla fine del conflitto, gli furono offerte alcune occasioni di ricomparire sullo schermo. Tra i non molti film da lui interpretati in questi ultimi anni, che lo videro protagonista di ruoli secondari, malinconici e spesso tendenti ad un certo patetismo, possiamo ricordare una sua breve apparizione ne Le notti di Cabinia, 1957, Federico Fellini), in Accattone (1961, Pier Paolo Pasolini) e, soprattutto, il personaggio del vecchio clown in un famoso episodio de La dolce vita (1960, Federico Fellini).