E’ bellissimo e divertente vederlo volare nel cielo sulla città, sprofondare nelle voragini tra i grattacieli, passare energico e leggero da un edificio all’altro, emettere le corde argentate della ragnatela per salvare la ragazza precipitante, planata con il suo costume rosso disinvolto, veloce, straordinario. Naturalmente il merito non è dell’Uomo Ragno né di Tobey Maguire, interprete anche della seconda parte delle sue avventure, ma dell’elettronica, degli effetti computerizzati: però l’attore dà il suo contributo, non soltanto con l’atletica flessuosità dei movimenti ma pure con l’alterazione del viso nelle imprese più rischiose, quali bloccare un treno in corsa. Per Spider-Man 2 di Sam Raimi è un interprete perfetto: e pensare che la scelta è stata turbata da molti inconvenienti e dubbi.
Tobias (Tobey) Maguire è nato a Santa Monica, California, nel 1975: ha dunque 29 anni. I genitori giovanissimi si separarono quando lui aveva appena due anni: «Perciò sono stato sballottato in giro per il Paese, a stare un po’ con l’uno e un po’ con l’altra. Ho vissuto in decine di case e c’erano sempre problemi di soldi. Anche la scuola è stata un inferno: non era facile cambiare classe ogni anno, avere sempre compagni diversi. Spesso mi sentivo male, mi prendevano fortissimi attacchi di ansia».
Meno male che da anni pratica fo yoga Non beve, non fuma, è vegetariano, non ha mai letto un fumetto, è timido come un personaggio dei romanzi di Salinger. Da sempre è amico di Leonardo Di Caprio, giocano a basket insieme e progettano di recitare insieme in teatro a Londra. Va volentieri alle feste, al cinema, al ristorante: ed è un bravo attore.
Quando ha debuttato in un serial televisivo aveva quattordici anni e possedeva già un’esperienza acquisita interpretando spot pubblicitari fin da bambino piccolo. I film che lo hanno reso noto sono Le regole della casa del sidro di Lasse Hallstrom, Tempesta di ghiaccio di Ang Lee, Pleasantville di Gary Ross, WonderBoy di Curtis Hanson, Seabiscuit di Gary Ross. Ma a renderlo popolare è stato soprattutto l’aspetto: i begli occhi scuri tristi, la bocca sensuale benissimo disegnata, i capelli bruni lucenti, le orecchie un poco a sventola, la figura non molto alta ma snella e scattante. Soprattutto l’espressione seria, compresa, illuminata a tratti da brevi sorrisi; l’aria da ragazzo timido e bravo, fragile e forte.
Da Lo Specchio, 11 settembre 2004