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Il buio oltre la siepe: una leggenda tradita

ONDA&FUORIONDA di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto Gregory Peck in una scena di Il buio oltre la siepe.
Gregory Peck (Eldred Gregory Peck) 5 aprile 1916, La Jolla (California - USA) - 12 Giugno 2003, Los Angeles (California - USA). Interpreta Atticus Finch nel film di Robert Mulligan Il buio oltre la siepe.

domenica 26 luglio 2015 - Focus

L'affair, clamoroso, di questi giorni riguarda Il buio oltre la siepe, titolo originale To Kill a Mockingbird (Uccidere un usignolo), pubblicato nel 1960, firmato da Harper Lee, diventato film nel 1962, per la regia di Robert Mulligan. È un titolo che fa parte dell'educazione culturale e sentimentale, ma soprattutto civile, delle generazioni che sono seguite a quegli anni. Tutto questo viene definito "il caso dell'anno" in realtà per la sua portata, per le varie anomalie che rappresenta, è il caso dei decenni.
Il racconto risulta oggi esemplare, un vero modello legislatore, ma allora, quando la questione razziale era viva, ardente, e magari mortale, era un'indicazione coraggiosa. In una cittadina dell'Alabama, nel 1932 un nero viene accusato di violenza carnale su una bianca. Siamo nel cosiddetto profondo sud, il processo non sarebbe neppure necessario, il nero è colpevole comunque, e basta. Assume la sua difesa l'avvocato Atticus Finch, subito odiato e attaccato dalla comunità. Finch porta prove inoppugnabili sull'innocenza dell'accusato che comunque viene condannato, e poi ucciso in prigione da un secondino. La verità alla fine emerge, grazie all'intraprendenza di Scout, la figlia adolescente di Atticus. Il libro ottenne il premio Pulitzer e quel titolo, grazie anche al film, con un magnifico Gregory Peck che ottenne l'Oscar, divenne quasi all'istante un culto, doppio o triplo, soprattutto lo divenne come irresistibile modello civile, se è vero che in America, e non solo, le iscrizioni alla facoltà di giurisprudenza aumentarono esponenzialmente. Nell'esercito di adepti di Atticus figuravano anche nomi importanti, scrittori di bestseller processuali, come Scott Turow e John Grisham. Il romanzo ha venduto, il dato è recente, oltre trenta milioni di copie ed è stato tradotto in quaranta lingue. Un'altra notizia suggestiva: nel 2005 i librai inglesi votarono il libro "che non si poteva non leggere". Il buio oltre la siepe fu il primo titolo, seconda arrivò... la Bibbia. Quel romanzo divenne dunque un sortilegio, un'indicazione suprema di giustizia umana e civile. Ci conquistò tutti. A adesso che succede? Succede che Harper Lee, 89enne, sia ricoverata in una struttura e non stia affatto bene. Improvvisamente si è materializzato un suo testo, inedito, scritto prima del bestseller, che però rappresenta un'azione successiva: Atticus è un vecchio e misantropo, soprattutto è un razzista rancoroso che simpatizza col Ku Klux Klan e odia a morte i neri. È contrario alla parità dei diritti e favorevole alla segregazione. E difende le scuole per soli bianchi destinate a peggiorare se dovessero accogliere studenti di colore. La figlia Scout lo odia, lo insulta e lo paragona a Hitler. Il contrappasso, da libro a libro, è davvero traumatico tanto da ...non potere esistere. Invece sembra proprio che sia così. Atticus è l'esatto opposto, culturale, civile, umano e morale di quello che tutti abbiamo amato e assunto come il modello che ho detto sopra. Il titolo è "Va', metti una sentinella". Il libro è uscito negli Stati Uniti il 14 luglio con una prima tiratura di due milioni di copie. Sembra che le prenotazioni abbiano superato il record, che sembrava imbattibile, degli "Harry Potter" della J.K. Rowling. Eccolo, l'aspetto anomalo, magari misterioso e sospetto dell'"affair" Lee. Qualcuno ha messo in dubbio la stessa opportuna esistenza del testo, altri il meccanismo, puntuale, perfetto dell'azione di marketing. Il tutto favorito dalla condizioni di salute della scrittrice. Opportuno e sospetto è apparso anche un pronunciamento di una corte dello stato dell'Alabama che ha giudicato Harper Lee "capace di intendere e di volere". E c'è un'altra vicenda che riguarda la scrittrice: ha scritto -anzi, aveva scritto- solo quel libro. Da cinquantacinque anni, sembra, non più scritto una riga. Ha seguito la vita di quella suo unico romanzo, raccogliendo denaro gloria e premi. E anche questa è un'anomalia che non sono mai riuscito a capire. Ti è stata data una vocazione importante, ti appartiene e le appartieni, come può succedere che venga dismessa, schiacciata, resa sterile. Hai scritto un libro che ha fatto la storia della letteratura e del costume, perché non continuare. L'unica iniziativa letteraria della Lee, se così possiamo chiamarla, è stata quella di accompagnare Truman Capote nella sua fatica di ricostruzione della vicenda, dolorosa, devastante, che lo portò a scrivere il suo ultimo romanzo, A sangue freddo. È troppo poco.

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