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ROMA, 1 OTT - Un narratore e affabulatore doc come
Pippo Baudo e un mattatore e istrione di esperienza come Enrico
Montesano. Insieme per ripercorrere la storia del Teatro Sistina
a Roma, di pari passo con la storia d'Italia degli ultimi 50
anni. Baudo e Montesano, la strana coppia, diretta da Massimo
Romeo Piparo in "Sistina story", per quello che gli anglosassoni
chiamerebbero un juxe box musical, dove si rincorrono
indimenticabili pezzi scritti da Garinei e Giovannini o dalla
premiata ditta Terzoli e Vaime, e musicati da personaggi come
Armando Trovajoli, Gorni Kramer, Renato Rascel, Domenico
Modugno. In scena dal 4 al 19 ottobre. "Rievocheremo la storia
di questo teatro e io farò il mio mestiere: quello del
presentatore. Sono il collegamento tra tutto quello che avveniva
qui dentro con quello che succedeva nel mondo - spiega Baudo,
che coglie l'occasione anche per lanciare l'ennesimo appello
alla tv che lui continua ad amare e da cui invece si sente
abbandonato, magari con un ultimo Festival di Sanremo -. Episodi
del passato, come l'entrata in vigore della legge Merlin e la
chiusura delle case di tolleranza, saranno spunto per parlare
anche di oggi". In un intreccio continuo di tempo, storia, vita,
poesia. Montesano farà, invece, da memoria storica dello storico
palcoscenico, lui che su quelle assi ha vissuto per quasi 30
anni. "Cercherò di raccontare quello che ho vissuto e quello che
mi hanno raccontato: aneddoti, curiosità. Ma non ci vogliamo
prendere troppo sul serio, 'lo famo pe' divertisse'", scherza
l'attore che torna serio e polemico con le istituzioni per
sottolineare come in Italia il teatro sia abbandonato a se
stesso. "Non vogliamo soldi, solo più considerazione. Se non ci
sono fondi che ci sia almeno più detassazione", dice. Ma ce ne è
anche per la televisione, in contrapposizione con il suo
compagno di palcoscenico: "mi piace, adesso che è piatta la puoi
anche attaccare al muro... insomma, amo il monitor, non quello
che ci sta dentro. Non mi diverte, non mi piace. Però aiuta la
letteratura: meno tv, più libri. A me, me piace il cinema. E il
teatro", chiosa in romanesco. Il juxe box di Sistina story
estrapola alcuni dei brani più famosi e li presenta in forma
moderna e totalmente staccata dal contesto narrativo in cui
siamo abituati a vederli rappresentati. Uno spettacolo "che
guarda al futuro, senza dimenticare il passato", dice il
regista. Un caleidoscopio di immagini, suoni, musiche a
dimostrazione che "il Sistina è tornato! Il Sistina c'è".
(ANSA)