Il film di Paul Haggis diventa una serie per il piccolo schermo, ogni martedì su Cult.
di Mattia Nicoletti
Dal film alla serie
P aul Haggis l'aveva pensata così. Crash, il film vincitore dell'Oscar nel 2004 dello sceneggiatore e regista statunitense, era in origine una serie televisiva. I mille incontri fra i cittadini di Los Angeles sono infatti perfetti per una storia che si può sviluppare in un tempo più lungo di quello tipicamente cinematografico, con la possibilità naturale di poter approfondire i personaggi.
In questo caso Haggis fa parte del team creativo ma a guidare il team di sceneggiatori di Crash è Glen Mazzara (The Shield) insieme ad autori di The Wire, I Soprano e One Tree Hill.
Un protagonista aggiunto: Los Angeles
Le storie del produttore musicale, del detective corrotto, del poliziotto "allegro", del paramedico coreano uscito da una gang, di una madre e moglie frustrata nascono, come per il film, dalla pancia di Los Angeles che riesce a unire e frullare le vite delle persone, trasformando uno spazio infinito in un micromondo dove accade la possibile impossibilità del quotidiano. Se la struttura della serie è similare a quella del film (le storie sono sviluppate con maggiori dettagli), è lo sfondo che cambia. Los Angeles, che al cinema era il simbolo della solitudine ed era protagonista, nella serie ha una fortissima influenza sul comportamento dei protagonisti. È curioso che la serie per questioni di costi sia stata girata interamente in New Mexico, quindi L.A. è idealmente presente ma non fisicamente.
Una serie naturale
La produzione ha studiato la serie e la possibile audience, e oltre ad avere inserito un attore maledetto come Dennis Hopper nei 13 episodi in cui si svolge, ha inserito sequenze molto forti che esprimono la forza distruttiva che Los Angeles ha sui personaggi.
Crash è una serie naturale, e di conseguenza si è forzata a entrare in un film, a differenza di operazioni come Romanzo Criminale o Quo Vadis, Baby, ed è quindi perfettamente coerente alla sua idea iniziale in cui le vite delle persone sono il centro focale di tutto. Analizzate nei dettagli, nei segreti, nei comportamenti. In una città crudele, madre cinica di umanità vittima e carnefice, palcoscenico attuale dell’esistenza.