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L'ultima legione: dalla carta allo schermo

La dura impresa di raccontare un libro con un film, spiegata da Valerio Massimo Manfredi.
di Claudia Resta

Il film

venerdì 14 settembre 2007 - Incontri

Il film
Roma, 476 d.C. L'Impero è in pericolo: poco prima dell'incoronazione del dodicenne Romolo Augusto (Thomas Sangster), arriva a Roma il barbaro Odoacre (Peter Mullan) per chiedere a Oreste (Iain Glen) l'Impero Romano come equa ricompensa per il suo decennale sostegno alle legioni romane in Oriente. Oreste rifiuta e Ambrosino (Ben Kingsley) presagisce il pericolo. Oreste incarica Aurelio (Colin Firth) di fargli da scorta personale: quella notte stessa Aurelio e i suoi legionari devono affrontare Odoacre, tornato a Roma con il suo esercito. Nella battaglia che segue, Oreste viene massacrato e Romolo è catturato insieme ad Ambrosino e chiuso nella fortezza di Capri. Qui scopre la mitica spada di Cesare che porta incisa una profezia: "Un taglio per difendere, uno per sconfiggere;... per la mano di colui... che è destinato a regnare". Sarà in grado di compiere il suo destino?

Quanto c'è di storico nella trama?
Ovviamente si tratta di una storia fantastica, fondata sull'ipotesi che l'ultimo imperatore di Roma fosse il padre di Artù. Quindi va letta in senso molto simbolico, come un sostanziale passaggio di consegne all'interno della civiltà occidentale, attraverso Excalibur, che secondo molti studiosi era una spada romana.

Quindi non è importante rimanere fedeli agli eventi?
Pensiamo all'Odissea: le arpie, le sirene, i ciclopi non esistono, ma è in ogni modo un capolavoro. La letteratura procede per emozioni e non per nozioni. Indubbiamente ho inserito un'analisi storica di tipo accademico, ma quando scrivo cerco l'emozione, mentre lascio che il verosimile sia poi l'ambientazione dei miei romanzi.

Potere alla fantasia?
La mente dell'uomo è più grande della sua vita. Sempre più persone continuano a vivere senza emozioni, ripetendo sempre le stesse azioni quotidiane: in questi casi intervengono la letteratura, il cinema, l'opera, il teatro, a offrire nuovi modi di inventare vite, parallele e virtuali.

Quali limiti ci sono nel trasporre un romanzo in film?
Non è facile restringere un romanzo di 475 pagine in una sceneggiatura di 100-110 pagine e un'ora e 50 minuti di film. Si tratta di un lavoro di sintesi visiva. Per narrare il viaggio di Romolo io impiego 60 pagine, nel film sono al massimo tre inquadrature, ma resta intatta la sostanza.

Verranno prodotti altri film dai tuoi romanzi?
Al momento ci sono tre progetti per Alexandros. Uno fa capo sempre alla produzione De Laurentiis, la stessa di questo film, con sceneggiatura di Ted Tally, lo stesso de Il silenzio degli innocenti. La seconda possibilità è Martin Scorsese con sceneggiatura di Christopher Mc Quarrye. Infine, regia e sceneggiatura di Oliver Stone, che ci sta già lavorando da un po'.

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