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Il destino in un nome: Mira Nair

Mira Nair narra a colori vivaci e con tinte talvolta drammatiche scorci della vita degli emigranti indiani in occidente, con esperienze e sapori tratti sia dalla propria esperienza che dal bestseller di Jhumpa Lahiri, vincitore del Pulitzer.
di Claudia Resta

Il film

lunedì 28 maggio 2007 - Incontri

Il film Il Destino nel Nome si svolge su un ampio tratto di storia, coprendo un arco di due generazioni e abbracciando due culture contrastanti, per porre una domanda di scottante attualità: che cosa significa essere una famiglia americana?
Il film si svolge nelle vibranti città di Calcutta e New York. È un dramma familiare che si sofferma su una tipologia di famiglia non del tutto tradizionale: i Ganguli, giunti negli Stati Uniti dall'India per vivere in un mondo di opportunità illimitate e che devono confrontarsi con i pericoli e la confusione derivanti dal tentativo di dare un significato alla vita in una società nuova e sconcertante.

Mira, quanto questa storia riflette la tua?
Molto, considerato che racconta di una ragazza che si sposta da Calcutta a New York, sullo stesso tragitto compiuto anche da me. Ho pensato che potesse rappresentare i milioni d'indiani in America che hanno dovuto comprendere cosa significa trovare un ponte tra due mondi così diversi.

Hai volutamente inserito qualcosa di personale?
Indubbiamente è il film più personale tra quelli che ho fatto. Di recente è morta una persona a me molto cara e quando ho letto il libro di Jhumpa mi è sembrato che potesse comprendere perfettamente il modo in cui mi trovavo, così mi sono detta che dovevo avere i diritti per la realizzazione del film.

È stato difficile poter girare al Taj Mahal?
L'India è cambiata molto ed è più facile ottenere i permessi, ma indubbiamente il mio nome ha pesato sulla questione. Ci hanno concesso un solo giorno: abbiamo dovuto lavorare di corsa, sperando di non lasciare indietro nulla.

Come hai scelto gli attori del cast?
Adoro fare i casting, soprattutto quando posso unire attori famosi ad altri sconosciuti o non professionisti. Volevo protagonisti realmente indiani, quindi ho scelto Tabu ed Irfan che sono star di Bollywood, mentre Kal Penn me l'ha presentato mio figlio di 15 anni, dicendo che voleva recitare e che aveva adorato Mississippi Masala.

Jhumpa Lahiri ha visto il film?
Certamente, le è piaciuto molto, si è lasciata trasportare e ha anche pianto per almeno cinque minuti dopo aver visto il primo montaggio. Lo adora, anche perché in tutto il film ci s'ispira alla sua storia, alla sua famiglia, e si vedono i ritratti dei nonni e i suoi bambini.

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