Un thriller psicologico dalle menti di Joel Fields e Joe Weisberg Espandi ▽
La storia di Alan Strauss (Steve Carell), un terapeuta tenuto prigioniero da un paziente, Sam Fortner (Domhnall Gleeson), che si rivela essere un serial killer. Sam ha un'insolita richiesta terapeutica per Alan: frenare le sue pulsioni omicide. Recensione ❯
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Serie drammatica che mescola sapientemente horror e fantascienza spruzzandoci sopra ampie dosi di tensione claustrofobica. Espandi ▽
Una piccola e sconosciuta cittadina nel mezzo degli Stati Uniti è una vera e propria trappola per chi ci arriva. Per tutti coloro che vi entrano è impossibile uscire ma diventa sempre più difficile sopravvivere visto che è assediata da terribili creature notturne che arrivano dalla foresta circostante. Ma è la stessa città a nascondere dei segreti che per i visitatori si rivelano mortali. Recensione ❯
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Irma Vep torna sullo schermo con una seria atipica, stratificata e riflessiva, che ci chiede di abbandonarci all'universo di Olivier Assayas. Drammatico, USA2022.
Una famosa attrice hollywoodiana arriva a Parigi per girare una serie d'autore, remake di un cult del cinema muto. Una serie che adatta l'omonimo film del 1996 firmato da Olivier Assayas. Espandi ▽
26 anni dopo il primo Irma Vep, creato attorno alle riprese di un remake cinematografico del capolavoro muto di Feuillade e all'epoca interpretato dalla vera star del cinema di Hong Kong Maggie Cheung, Olivier Assayas riprende l'idea di quel progetto e la adatta ai nostri tempi, girando per HBO la sua prima serie internazionale. La nuova Irma Vep di Alicia Vikander, bravissima protagonista di questa atipica serie, viene da lontano. Nell'incontro fra reminiscenze e rifacimenti, e nel confronto fra corpi veri e fantasmatici, di fronte allo spettatore più paziente si dischiude un gioco di scatole cinesi che prosegue in modo libero e dispersivo lungo otto episodi. Alicia Vikander prende il posto di Maggie Cheung, che non scompare veramente Dalla scena. Due donne, due corpi, due film, e in realtà un sogno solo: quello del cinema, che oggi appare offuscato dalla serialità, ma vive sempre negli occhi degli spettatori pronti a innamorarsi di Alicia Vikander come un tempo di Maggie Cheung e prima ancora di Musidora. La vera, non unica Irma Vep. Recensione ❯
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L'adattamento del romanzo "La lenta fine di Luciana B.". Espandi ▽
Convinta che un noto romanziere per il quale ha lavorato sia coinvolto nelle tragiche morti dei suoi cari, Luciana ricorre a un giornalista per svelare la propria verità. Recensione ❯
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Una squadra di agenti interviene per impedire la fine del mondo facendo tornare indietro il tempo. Espandi ▽
L'ennesima serie a base di loop temporali inseriti però in un côté di spionaggio internazionale e cospirazioni, con esiti movimentati ma non sempre convincenti.
Difficile prendere Progetto Lazarus tanto sul serio quanto vorrebbe, ed è un peccato perché nelle scene d'azione i registi, capitanati dal tedesco Marco Kreuzpaintner se la cavano bene con inseguimenti piuttosto vari ed elaborati e con qualche buona sparatoria.
Anche il cast è di livello: la qualità degli interpreti riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi e a rendere convincenti anche le loro decisioni più estreme, ma sono il mondo tutto intorno e le azioni in cui si cimentano a fare acqua. Recensione ❯
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Un racconto intrigante con sprazzi di humor pungente e misteri soprannaturali, Outer Range analizza il nostro modo di confrontarci con l'ignoto. Espandi ▽
Nel ranch degli Abbot, in Wyoming, è apparso un buco nel terreno, perfettamente circolare e senza fondo apparente. Questo evento sovrannaturale disturba la quiete tanto del capofamiglia Royal, che ne viene ossessionato, quanto quella del suo vicino Wayne Tilerson, a sua volta in qualche modo legato al fenomeno e deciso a comprare il terreno ove si è manifestato. I figli di entrambi gli uomini si vedono di cattivo occhio e una scazzottata finisce con il morto. Royal, per salvaguardare la famiglia, cerca di occultare il cadavere gettandolo nel buco, che riserva però sorprese... A complicare ulteriormente le cose c'è una ragazza di nome Autumn, una hippie con molti soldi, che è però ben più di una turista: conosce infatti il misterioso buco e ha una teoria in merito...
Il neo-western televisivo in stile Yellowstone si incontra con un mistero insondabile da Ai confini della realtà. Registi e attori di livello non bastano però a elevare Outer Range oltre il peso delle proprie pretese.
Quando si parla di Western si parla dell'America, dei suoi miti, e destrutturarli attraverso una sorta di paradosso spazio temporale è operazione molto ambiziosa. Brian Watkins, giovane drammaturgo esordiente come showrunner in Tv e che aveva già dedicato al Wyoming una delle sue piéce, è forse fin troppo cosciente della serietà del tema ed evita ogni ironia, puntando sull'atmosfera dilatata e gli elementi disturbanti. Recensione ❯
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Il controverso direttore di un carcere, dove nessuna delle leggi dello Stato ha valore, perché il bene e il male dipendono dal suo giudizio. Un uomo apparentemente forte, posseduto in realtà da un ingombrante dark side. Espandi ▽
Diamo il benvenuto al primo prison drama italiano che, eccezionalmente, trasforma il volto di Luca Zingaretti da rassicurante, quale era nel suo Montalbano, a oscuro e ambiguo. Dobbiamo riconoscere le capacità dell'ex commissario, ora direttore imperscrutabile e algido, di cambiare la propria forma: vedremo un Testori al limite della correttezza, intento a mantenere un sistema carcerario estremamente instabile, soprattutto nei rapporti interni che mimano quelli di una società molto poco integrata a livello etnico, culturale e religioso. La serie ha moltissimi elementi interessanti e ricolloca sul suolo italiano un tipo di narrazione che impedisce a chi guarda di stabilire dove sia il giusto e lo sbagliato, il bene e il male, benché fin troppe lance si spezzano a favore di coloro che spesso entrano ed escono dalle norme per garantire una giustizia talvolta troppo interpretata e poco seguita. La regia di Giuseppe Gagliardi è estremamente piacevole, certamente differente dai drammi carcerari statunitensi a cui siamo abituati, ma comunque molto abile nell'inquadrare e governare scene di massa in luoghi interni, spesso asfittici o regolari, nonché complicati dalla varietà etnica e culturale che occupa i luoghi di una prigione di massima sicurezza. Recensione ❯
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Un complesso edilizio della periferia milanese diventa teatro di una storia d'amore, di vendetta, di libertà e di affermazione personale. Espandi ▽
Prodotta da Sky Studios Italia, con la supervisione musicale del rapper Salmo (che interpreta anche un piccolo ruolo), una serie che racconta le nuove conformazioni urbane e sociali di Milano, pur costruendo un paesaggio totalmente fittizio e irreale. Il quartiere del film è una città immaginaria, composta da tante periferie che insieme vanno a formare il quadro astratto di una città in rapidissima trasformazione, attraversata per davvero dall’impazienza e dalla rabbia di chi – figlio di immigrati, giovane disilluso, criminale senza alternativa – chiede di occupare un posto nella società. La serie è figlia di questo movimento metropolitano: mescola i generi, il noir, il gangster movie, il melodramma, il coming of age in una cornice da graphic novel, visivamente connotata e geograficamente indefinita.
Niente in Blocco 181 è nuovo, né la scelta di Milano come paesaggio metropolitano attraversato dai conflitti della società contemporanea – sperequazione della ricchezza, speculazione edilizia, dominio incontrastato della criminalità organizzata –; né il racconto delle giovani generazioni sedotte dal crimine come condizione di vita. Recensione ❯
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Una miniserie ricca di colpi di scena per raccontare Sogni, difficoltà e speranze nell'Italia rurale degli anni '60. Drammatico, Italia2022. Durata 102 Minuti.
Una donna accetta un matrimonio per procura che dal Sud Italia si trasferisce nel vicentino per raggiungere il marito. Ma la nuova vita non sarà facile. Espandi ▽
Maria è una giovane donna calabrese costretta a un matrimonio per procura dall'indigenza della sua famiglia. Ad assicurare loro un vaglia mensile è il brutale Vittorio, un piccolo proprietario terriero veneto che impone al nipote Italo una moglie che gli dia figli per il lavoro nei campi. Italo però vive nel ricordo della moglie morta in circostanze misteriose e con un figlio, Paolino, che si è rifugiato a vivere nella stalla. Maria soffre ma resiste e con il passare dei mesi e degli anni si conquista un ruolo come donna in un mondo ancora fortemente maschilista. C'è però Antonio, un antico amore dell'adolescenza, che torna minacciosamente a farsi vivo. Recensione ❯
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Otto storie stimolanti su cosa significa essere donna oggi. Espandi ▽
Che cosa significa essere una donna oggi? Affrontare partner improbabili, trovando il coraggio di cacciare quelli violenti. Trovare un modo per essere economicamente indipendenti e fuggire da ogni forma di schiavitù, compresa la dipendenza effettiva. Fronteggiare gli inconvenienti della maternità, smettendo di farsi divorare dall'ansia di non riuscire a trovare un equilibrio tra carriera e vita privata. Gestire una famiglia e nel frattempo trovare spazi e modi di prendersi cura di genitori anziani.
Roar è una serie squisitamente femminile e coraggiosa, che non ha mai paura di osare. Riesce a cambiare toni e stili a ogni episodio mantenendo un'efficace coerenza narrativa globale che fa del graffio, del raccapricciante e del black humour i suoi tratti distintivi, portando sullo schermo idee talmente brillanti e originali da restare impresse.
Sono otto episodi pieni di colori, originalità, energia vibrante e intelligenza di scrittura, in cui si prende in esame un femminile e lo si inserisce in una situazione-limite, affinché impari molto di sé. Una sorta di coming of age di donna, perché non si finisce mai di imparare. A conoscersi, rispettarsi e farsi rispettare, amarsi nelle proprie difettose peculiarità. Recensione ❯
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Pietro e Rebecca sono una giovane coppia che affronta la sfida di crescere tre figli; Claudio, Caterina e Daniele cercano la propria strada verso la felicità. Espandi ▽
Proporre un remake di una serie televisiva di successo come This is Us giunta alla sesta stagione poteva rivelarsi un rischio ricco di incognite. Così è stato ma forse non per le ragioni più ovvie. Per occuparsi di Noi è necessario fare un flashback apparentemente fuori territorio. D’altronde i flashback nella serie non mancano (come vedremo) e quindi si resta in tema. Quando Alessandro Cattelan ha fatto il passaggio da Sky alla Rai e ha tentato di proporsi con lo stile creativo e fuori dagli schemi che ne aveva decretato il successo sulla rete pay ha fallito in maniera evidente. Le ragioni? Proporlo su RAI Uno in prima serata di domenica ha significato offrire il programma giusto all’audience sbagliata. La stessa situazione si è ripresentata con Noi con l’aggravante che, alle spalle, c’era la serie originale. Recensione ❯
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Una miniserie che ripropone il personaggio del cavaliere senza nome. Così la protagonista mentre porta avanti una sua personale idea di giustizia non esita a uccidere e compiere altri reati. Espandi ▽
Una giovane ragazza con un futuro luminoso, con la prospettiva di lavorare nell'azienda di famiglia, dopo la morte del padre scopre segreti che la portano a decidere di voler fare giustizia una volta per tutte. Si trasforma così in "The Woman", misteriosa assassina, che comincia a seminare il terrore in un piccolo villaggio del Montana in cerca di vendetta. Nessuno conosce la sua storia, né la profonda motivazione che la spinge ad agire, ma tutti sanno che finire sulla sua lista vuol dire rischiare la vita. Guidati dal terrore e dal panico di dover fronteggiare un pericolo sconosciuto e inarrestabile, gli abitanti della città cercano un modo per fermare la giustiziera senza nome. Implacabile l'abile assassina procede nell'eliminare una serie di persone. Ha un piano in mente ma non è chiaro quali siano le sue motivazioni e dove stia andando. Si limita prima di uccidere la sua nuova vita a rassicurarla che si tratta solo di un momento di transizione ed è capace di far evadere una detenuta solo per avere determinate informazioni. Recensione ❯
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La serie thriller tratta dall'omonimo romanzo di Harlan Coben. Espandi ▽
La scomparsa di un giovane poco dopo la morte di un amico porta gradualmente alla ribalta i segreti e le menzogne di un quartiere benestante e molto unito di Varsavia. Recensione ❯
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Mini-serie sul discusso caso della Theranos, fondata da Elizabeth Holmes. Espandi ▽
La miniserie si basa sulla reale storia di Elizabeth Holmes (Amanda Seyfried), una giovanissima universitaria che, a soli 19 anni, nel 2003, lasciò la prestigiosa Stanford University (dropout è il termine usato proprio per chi abbandona gli studi) per fondare un'azienda: Theranos. La startup, con la promessa di rivoluzionare il mondo della medicina, nasceva con lo scopo di fornire una nuova tecnologia in grado di diagnosticare qualsiasi malattia attraverso una sola goccia di sangue del paziente. Il progetto fece così gola ai molti investitori intercettati da Holmes da farle in breve raggiungere lo status di "più giovane miliardaria d'America", nonché numerosi premi e riconoscimenti. La realtà di questa storia si muove però su un altro percorso, quello di una persona capace di promettere molto e di realizzare ben poco oltre alla promozione di se stessa. Malgrado i 9 miliardi di dollari capitalizzati, Theranos aveva tutto fuorché la tecnologia tanto promessa dalla sua fondatrice. The Dropout è l'ultima miniserie a compiere un breve salto nel passato per mostrarci qualcosa di estremamente contemporaneo, attraverso uno sguardo lucido e disilluso, come di chi sta aprendo gli occhi su un sistema marcio e malato.
La serie cristallizza una generazione in cui non è l'aspirazione al successo a rendere ciechi, a spingere verso una deriva criminosa, ovvero alla truffa, ma è l'ossessione innanzitutto per se stessi, il naufragio in un'idea di sé che non contempla più il rapporto con gli altri, senza confronto e alla deriva. Recensione ❯
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Adattamento della serie israeliana Kvodo, Vostro Onore è un legal thriller con protagonista Stefano Accorsi. Espandi ▽
Vittorio Pagani è un giudice stimato al punto di essere in predicato per la nomina a Presidente del Tribunale di Milano. Un giorno suo figlio Matteo,si mette alla guida senza patente dell'auto della madre, morta suicida un anno prima, e investe un motociclista che poi non soccorre. La vittima, il figlio di un potente boss della criminalità latinoamericana che il padre aveva fatto condannare, finisce in rianimazione. Da quel momento Pagani mette in atto una serie di atti illegali per proteggere il figlio dalla giustizia e dalla vendetta della gang. Il suo agire avrà conseguenze gravi non solo sul piano dell'etica professionale.
Il triplo passaggio dall'originale israeliano a quello americano per giungere alla versione italiana non ha dato i risultati sperati a causa di una mancata valutazione del contesto in cui inserire la vicenda di base nonché le sue varianti.
Il problema non sta nella recitazione perché non solo Accorsi e il giovane Matteo Oscar Giuggioli hanno mostrato un ottimo affiatamento ma anche tutti gli altri protagonisti non hanno mancato la prova. Di Matteo va aggiunto che ha saputo dare al suo personaggio il giusto mix di understatement e di determinazione a tratti anche un po' cinica. Recensione ❯
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