
Da piccoli si contendevano l'amore del padre. Ora si ritrovano a nutrire il suo ego e sono ai limiti dell'esasperazione. Diretto da Noah Baumbach.
Danny, lasciato dalla moglie e senza lavoro, torna a vivere con il padre Harold e la sua attuale alcolizzata compagna, mentre sua figlia filmmaker va al college. Jean, sua sorella, è premurosa eppure enigmaticamente distaccata. Matthew, il figlio prediletto, vive sull'altra costa degli States e ha preferito un lavoro remunerativo a uno artistico, ma torna occasionalmente a trovare il padre. Tutti loro si confrontano con l'ingombrante personalità di Harold, ma è soprattutto Danny che appare schiacciato nella sua ombra e bisognoso di una catarsi.
Ero interessato alle mitologie di famiglia e a come i genitori definiscano l'idea di successo dei loro figli, facendoli crescere come con un lavaggio del cervello. Cercare di liberarsene è come un percorso di deprogrammazione, solo che è parte delle fatiche universali degli esseri umani.
Presentato in Concorso all'ultimo Festival di Cannes e molto amato dalla critica americana, l'ultimo film del regista e sceneggiatore Noah Baumbach è forse tra i suoi più riusciti, dove al fiume in piena di parole e alle soluzioni registiche fatte di stacchi rapidi e a volte improvvisi, si affianca una storia famigliare tragicomica eppure realistica. A sorreggere The Meyerowitz Stories un cast eccezionale, con il terzetto maschile composto da Dustin Hoffman, Ben Stiller e un magnifico Adam Sandler (che oltretutto si azzuffa con Stiller) e il terzetto femminile con Emma Thompson, la giovane Grace Van Patten ed Elizabeth Marvel, nota soprattutto per i suoi politici in Tv in House of Cards e Homeland.