Nora Martirosyan, al suo primo lungometraggio, solleva il velo su una terra di nessuno in cerca di legittimazione, identità e confini.
Alain, un tecnocrate francese, è incaricato di valutare la fattibilità della riapertura dell'aeroporto del Nagorno-Karabakh, zona contesa tra Armenia e Azerbaigian. In questo microcosmo surreale, frammentato, di un aeroporto senza aeroplani e di uno Stato che non gode della legittimazione internazionale, ogni tipo di provvedimento è inopportuno, insufficiente ad affrontare lo stato delle cose. Edgar, un ragazzo del posto, girovaga intorno all'aeroporto, coinvolto in uno strano affare. Si ritrova così faccia a faccia con Alain.