| Titolo originale | The Roses |
| Anno | 2025 |
| Genere | Commedia, |
| Produzione | USA |
| Durata | 105 minuti |
| Regia di | Jay Roach |
| Attori | Olivia Colman, Benedict Cumberbatch, Andy Samberg, Allison Janney, Sunita Mani Ncuti Gatwa, Kate McKinnon, Zoe Chao, Jamie Demetriou, Delaney Quinn, Hala Finley, Ollie Robinson, Wells Rappaport, Caroline Partridge, Margaret Clunie, Ollie Dabbous, Belinda Bromilow, Akie Kotabe, Emily Piggford, Paul Pape, Ranjani Brow, Robin Atkin Downes, Matt Corboy. |
| Uscita | mercoledì 27 agosto 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Walt Disney |
| MYmonetro | 3,27 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 agosto 2025
I Roses, famiglia modello, crollano: il fallimento di Theo e il successo di Ivy ribaltano i ruoli, trasformando il matrimonio in una guerra spietata. In Italia al Box Office I Roses ha incassato 1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Sulla carta i Roses sono una famiglia modello. Theo è un architetto famoso, Ivy la fantasiosa chef di un ristorante, hanno due figli e la loro vita sembra scorrere per il meglio. Finché l'ultima monumentale creazione di Theo crolla davanti agli occhi di tutti, mentre il ristorante di Ivy diventa di colpo virale e, di lì a breve, super affollato. Equilibri, ritmi di vita e ruoli di potere si ribaltano, e la coppia entrerà sempre più in crisi fino a trasformare il matrimonio in un campo di battaglia, fatto di ripicche, battute al vetriolo, invidie, gelosie, litigate feroci e dispetti sempre più letali.
È la perfetta decostruzione della commedia romantica, I Roses di Jay Roach, scritta da Tony McNamara.
Non un semplice remake - del film cult del 1989 La guerra dei Roses, tratto dal romanzo di Warren Adler - ma una rielaborazione in chiave rigorosamente british dell'eterno binomio amore e odio, diversa dal precedente da ogni punto di vista (finale compreso) e dotata di un inconfondibile umorismo scorretto e tagliente. Si parte dalla fine: la prima, memorabile, scena presenta due coniugi in seduta dalla psicoterapeuta, talmente disastrosa che quest'ultima confessa di non poterli aiutare. Bastano questi primi minuti a cogliere l'atmosfera esplosiva di una commedia arguta e sagace, dove non sono tanto le azioni, quanto le parole, a infierire (e ferire) di più. Dialoghi come duelli all'ultimo sangue attraversano un'opera che mira a raccontare lo scontro tra due titanici ego. Quello di un professionista che si vede sfumare una carriera davanti agli occhi per colpa di un errore imprevisto ripreso da tutti gli schermi, e quello di una moglie e madre che un giorno per caso diventa famosa, ricca e in carriera.
È bravissimo McNamara a descrivere le altalene emotive e dialettiche che seguono i ribaltamenti dei ruoli, quando il capofamiglia diventa Ivy tutto assume un'altra piega e la famiglia dopo poco entra prevedibilmente in crisi. Il talento indiscusso, e noto a livello planetario, dei due protagonisti fa il resto: Benedict Cumberbatch e Olivia Colman nell'inedita "coppia che scoppia" funzionano alla grande, dimostrandosi abili a cambiare registro di continuo, passando dall'ironico al grottesco, dalla commedia al dramma. Fosse stata una semplice commedia romantica l'alchimia tra loro avrebbe rischiato di non risultare credibile (paradossalmente, forse per via della loro longeva amicizia nella vita reale, l'unica scena che convince meno sullo schermo è proprio quella di sesso), mentre in questo film la regia è ben attenta a firmare un'"anti-commedia romantica", sviluppando sul binario di genere della dark comedy una storia in crescendo che vira sempre più verso l'iperbole ad ogni livello. Nell'ultima parte del film i protagonisti si dichiarano apertamente la guerra, se ne dicono e fanno di ogni colore, e lì la direzione degli attori, tenuta abbastanza misurata fino a quel punto, perde ogni tipo di freno inibitorio, senza paura di cadere nel grottesco e macchiettistico. I due grandi attori fanno sfoggio di tutta la loro istrionica esperienza, divertendosi visibilmente nelle scene più feroci - e per loro stessa ammissione catartiche - e negli scambi dialettici più offensivi. C'è di base il chiaro intento di ricordare a chi guarda come le relazioni oggi vengano messe a dura prova dalla pressione sociale, dalle aspettative e dalle reciproche ambizioni di carriera, successo e visibilità, da un sistema capitalistico che spinge a costruirsi un'immagine di sé luccicante e fittizia, che finisce irrimediabilmente per sacrificare l'essenza, i sentimenti puri e la vecchia sana autoironia.
Sforzandosi non poco, potrebbe essere considerato lo svolgimento del tema: il papà (Benedict Cumberbatch), architetto che per un grave incidente di percorso perde il lavoro, si rassegna a fare il mammo; mentre la mamma (Olivia Colman), inizialmente una cuoca modesta riesce ad essere a capo di un impero culinario, a fare il padre, a tenere saldo il timone finanziario della famiglia, ad avere [...] Vai alla recensione »
Cantato all'inizio, ricantato alla fine. Che vorrà dire, solo ironia? Ho avuto l'impressione che Jay Roach rimugina e rimpiange da schietto reazionario come oggi è di moda. Non si spinge a proclamare Una caro ma mitizza l'attrazione fisica che, pur epidermica ed episodica, rimane faccenda cerebro-viscerale complessa e importante.
Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli [...] Vai alla recensione »
Se il film non mi piace mi astengo nel rilasciare commenti... ero molto incuriosito di vedere il film anche perché un autorevole critico aveva rilasciato una recensione favorevole..che addirittura meritava qualche punto in più del "la guerra dei Roses" del 1989...Da subito mi è sembrato tutto "sbiadito" principalmente per l'età degli [...] Vai alla recensione »
La guerra dei Roses (quasi) 40 anni dopo, e la differenza di registro tra i due film racconta il cambiamento della società. II cult di Danny DeVito spingeva forte sul grottesco, Jay Roach e Scott Mc Namara, autore dello script, non sono altrettanto spietati. E una perdita secca, ma è ciò che rende non inutile e anzi interessante il remake. Questi Roses sono inglesi trapiantati negli Usa.
Sembra facile, far bene un remake. La sceneggiatura è già scritta e collaudata, gli spettatori - come i piccini - sono attratti da una storia che conoscono. Magari ancora ricordano alcune scene celebri della versione che aveva per protagonisti Kathleen Turner e Michael Douglas. Lui che per dispetto tagliava via i tacchi delle costosissime scarpe della moglie.
La guerra dei Roses, la versione del 1989 diretta da Danny De Vito e interpretata Kathleen Turner e Michael Douglas, potrebbe essere considerata come la pietra tombale sul reaganismo degli uscenti anni '80, che aveva cercato di proporre una sintesi impossibile tra lo yuppismo rampante di uomini e donne in carriera, con il ritorno al familismo più tradizionale, improntato ad essere l'asse portante della [...] Vai alla recensione »
Con il classico diretto da Danny DeVito e reso immortale dalla coppia Michael Douglas-Kathleen Turner ha in comune poco più del romanzo del 1981 "La guerra dei Roses" di Warren Adler sul quale entrambi sono basati, ma definire I roses di Jay Roach (Austin Powers, Borat e Ti presento i miei) come un remake di quello sarebbe riduttivo. E non renderebbe onore al nuovo film - nelle sale italiane dal 27 [...] Vai alla recensione »
La guerra dei Roses di Danny DeVito è un'opera fondamentale della Hollywood degli anni 80. È il sepolcro su tutte le istanze della reaganomics, yuppismo, me generation, carrierismo, culto del corpo e dell'io, famiglia mononucleare, la proprietà etc., e sulla produzione cinematografica a essa allineata. Infatti giunge nel 1989. Come Society - The Horror, non a caso.
Rifare un film entrato nell'immaginario - con un titolo diventato un modo di dire - è sempre un azzardo, anche se all'origine c'è un romanzo da adattare di nuovo per riposizionarlo nel presente. Com'è noto, La guerra dei Roses, scritto da Warren Adler nel lontano 1981, è diventato un cult, diretto da Danny DeVito nel 1989 e interpretato dagli scatenati Michael Douglas e Kathleen Turner: una satira [...] Vai alla recensione »
"In questo matrimonio non c'è spazio per entrambi". La guerra è dichiarata. Non esplode all'inizio ma monta come un virus che s'insinua nella vita di coppia. La passione nasce in una cella frigorifera dopo un carpaccio di trota. I due protagonisti da lì sono come mutati e rigenerati proprio come Austin Powers nel primo film del ciclo, Il controspione che viene scongelato dopo trent'anni di ibernazione [...] Vai alla recensione »