Entrato nella compagnia di Eduardo dopo aver lavorato come impiegato all'Ospedale Militare di Napoli,
Enzo Cannavale ha lavorato in 120 film. Espandi ▽
Entrato nella compagnia di Eduardo dopo aver lavorato come impiegato all'Ospedale Militare di Napoli,
Enzo Cannavale ha lavorato in 120 film. Di qualsiasi tipo. Con qualsiasi autore o attore. Dai film
con Bombolo e Bud Spencer a quelli di Marco Ferreri e Giuseppe Tornatore. Dentro l'apparenza di una
perenne stanchezza o rassegnazione, scossi da fugaci lampi di sgomento, serbava quella che Giulio Baffi
chiama la perfezione della macchina dell'attore: il metronomo in testa, l'impertinenza e la vivacità, il
gusto dei giochi di parole, il corpo che si adatta al costume e non il contrario. Ma erano le mani che
sembravano connesse con un wifi invisibile agli occhi, perfettamente a sincrono con lo sguardo, a
mobilitare ogni spazio intorno alla sua esile persona: nella tradizione della mimica "digitale", ovvero
delle dita, tipica del meridione, Cannavale è stato una divinità minuta ed erudita dello schermo. Ma
nella vita amava passeggiare per il quartiere con il suo cane lupo o rimanere a lungo in terrazza a
guardare la distesa di piazza Plebiscito di fronte e, sullo sfondo, il profilo rosato del Vesuvio al
crepuscolo. Questo documentario, realizzato a sei mani insieme ai suoi figli, raccogliendo la traccia
incandescente che ha lasciato in chi l'ha conosciuto, cerca di raccontarlo e ricordarlo - se ne è capace.