Màkari

Film 2021 | Drammatico

Regia di Michele Soavi. Una serie con Claudio Gioé, Domenico Centamore, Ester Pantano, Antonella Attili, Sergio Vespertino. Cast completo Genere Drammatico 2021, STAGIONI: 3 - EPISODI: 10

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Ultimo aggiornamento mercoledì 31 gennaio 2024

Lamanna ci conduce alla scoperta di una Sicilia dagli scenari magici, imbevuta del fascino eterno della Magna Grecia e alle prese con i drammi e le contraddizioni di oggi.

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domenica 5 maggio 2024 ore 21,25 su RAIUNO

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Dai libri di Gaetano Savatteri.
a cura della redazione
giovedì 4 marzo 2021
a cura della redazione
giovedì 4 marzo 2021

La serie di gialli ambientati nella cornice della Riserva dello Zingaro ha come protagonista Saverio Lamanna, scrittore per vocazione e detective per caso. Brillante, ironico e disincantato, Lamanna ci conduce alla scoperta di una Sicilia dagli scenari magici, imbevuta del fascino eterno della Magna Grecia e alle prese con i drammi e le contraddizioni di oggi.

Episodi: 3
Regia di Michele Soavi.

Cambia la regia ma rimane il sapiente intreccio tra la parte investigativa e quella più sentimentale. L'isola è ancora una volta la grande protagonista

Recensione di Maria Antonietta Vitiello

A distanza di un anno, Saverio Lamanna è uno scrittore così affermato da tenere un corso in una scuola superiore. L'inaspettato ruolo costringe il protagonista a dividersi tra una classe poco interessata e nuovi casi da risolvere che, come sempre, coinvolgeranno anche il fedele Peppe Piccionello. Suleima è rimasta a Makàri e convive con lo scrittore. La loro casa, come la loro relazione, sembra aver raggiunto stabilità e forma quando Giulio, ex di lei, artista affascinante e affermato, le chiede ospitalità e "consolazione" con la scusa di una recente delusione sentimentale. Saverio, a sua volta, viene corteggiato dalla nuova collega Michela, appassionata giallista che, dopo avergli procurato l'incarico a scuola, non perderà occasione per fargli da consulente e "amica." Màkari, come sempre, sarà teatro di delitti, truffe, gelosie e ovviamente delle scaramucce amorose dei protagonisti.

Questa stagione, che cambia la regia affidandola a Monica Vullo e Riccardo Mosca, riprende il format da 4 episodi giocando molto sulle vicende sentimentali in primis di Saverio e Suleima e poi di Beppe e Azrah. Il pubblico, curioso soprattutto dei risvolti amorosi oltre che della classica risoluzione del caso, ha permesso alla fiction di ottenere nella sua serata conclusiva (10 marzo) il 24.1 % di share, animando anche le discussioni sui social a proposito del finale.

Anche per questa stagione si conferma come grande punto di forza la scelta delle location che questa regia ha fatto risaltare con colori brillanti e ocra: ora gli scorci marini, ora quelli architettonici e storici che invitano al sogno e al calore della Sicilia. L'isola, dunque, è la vera protagonista sia nei luoghi fisici che nella messa in scena di caratteristiche attese, quasi stereotipate, dei personaggi: passione, gelosia, generosità ed eros che animano e conducono le trame dei quattro episodi. Anche la sigla, che resta la stessa, scritta da Ignazio Boschetto e cantata dal trio "Il Volo" rimanda ad un clima di tradizioni e di attaccamento alle radici e in questa stagione è in sintonia con le immagini che anticipa.

Una sicilianità, se così si può dire, inneggiata alla massima potenza che viene esaltata anche negli slogan siculi delle ormai mitiche magliette di Beppe Piccionello. L'interpretazione proprio di quest'ultimo si è fatta sempre meno caricaturale ed estrema rendendo il personaggio, pur nella sua semplicità, più poetico e sentimentale. Il suo punto di vista, inoltre, emerge in questa stagione in modo più puntuale con un coinvolgimento emotivo che permette ad alcune sequenze di uscire dalla bidimensionalità della fiction che, invece, non solo tende a prevalere ma anzi, ne fa di necessità virtù. Il tratto distintivo di Màkari è la capacità di intrecciare la parte investigativa con quella più drammatica e sentimentale e infine con quella comica legata agli sketch tra Beppe e Saverio, dosandole in modo corretto e armonico nello script. Tali elementi, tuttavia, presi singolarmente sono inconsistenti.

La traccia dei casi da risolvere, per iniziare, risulta completamente inverosimile e macchinosa con indizi che sembrano lasciati apposta per far sviluppare la trama come in un videogioco degli anni Ottanta. Il lato sentimentale, più pittoresco rispetto alle stagioni precedenti per l'aggiunta dei rivali amorosi Giulio/ Michela,- passa da un estremo di leggerezza con le battute sul nuovo arrivato Giulio della prima puntata al melò di quella conclusiva in cui vari personaggi- compreso il padre di Saverio che torna appositamente - fanno da pubblico sostenitore come nelle più tradizionali romantic comedy americane.

Da ultimo, il lato comico è solo di supporto in alcune scene e rimane fine a se stesso. Forse in questa stagione è più marcato lo schema delle situazioni da risolvere che richiama quello classico (in stile Jessica Fletcher e Don Matteo) ovvero dell'investigatore che ritrova delitti ovunque vada. Peccato che Claudio Gioè nei panni di Saverio non abbia lo stesso carisma della Lansbury né di Terence Hill. Come lui neanche gli altri attori principali hanno delle interpretazioni memorabili ma sono funzionali a quello che la serie promette, uno svago leggero che ha il sapore di un romanzo letto in estate sulla spiaggia anche se i libri di Savatteri hanno un altro registro.

Regia di Michele Soavi.

Il fascino delle location non basta. Il ritmo rallenta, le dinamiche tra i protagonisti rimangono superficiali e i nuovi episodi non convincono del tutto

Recensione di Maria Antonietta Vitiello

Nella seconda stagione, ambientata a distanza di un anno dalla prima, ritroviamo Saverio Lamanna, ex giornalista e scrittore di gialli, e il suo amico Peppe Piccionello alle prese con nuovi casi da risolvere. Suleima torna in Sicilia con il suo capo per seguire un progetto importante e la relazione con Saverio prosegue tra alti e bassi. Sullo sfondo, Màkari e altri luoghi di interesse storico e culturale, con gli altri personaggi di contorno: il capo di Suleima, Teodoro, la fidanzata di Peppe, Marina, il vicequestore Randone, il padre di Saverio e la sua fedele governante Maricchedda, e la ristoratrice Marilù.

Anche questa stagione, tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri, ha la regia di Michele Soavi ma si prospetta più corta della precedente: tre episodi rispetto ai quattro della prima, mantenendo un elevato numero di spettatori (la prima puntata della seconda stagione ha totalizzato il 25,4% di share).

Ritroviamo le vicende amorose tra Saverio e Suleima rese conflittuali dalla gelosia di Saverio, le smancerie di Peppe e Marina, le indagini in cui Saverio aiuta il vicequestore Randone che tende a trarre le conclusioni più semplici e, spesso, a identificare il colpevole sbagliato, i dialoghi con un'alternanza tra un italiano gergale-pop e termini dialettali, qualche stereotipo nord-sud, la promozione turistica e la valorizzazione del territorio.

Il principale punto di forza di questa fiction e probabilmente la causa del suo grande successo, risiede proprio nelle location che, rispetto alla prima stagione, si sono allargate all'agrigentino. La Valle dei Templi (prima puntata), la Scala dei Turchi, Favara ed Erice, solo per citarne alcune, fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti. Inoltre si coglie il desiderio di mostrare la Sicilia nelle sue diverse sfaccettature pensando che possa essere anche un polo ("La città del sole" per cui lavora Suleima) di futura attrazione e investimento per far tornare in Italia tanti giovani 'cervelli'.

La seconda stagione, ha visto un cambio di sceneggiatori e si caratterizza per dialoghi maggiormente intrisi di citazioni cinematografiche e della cultura pop in cui si cerca di portare delle tematiche attuali come, ad esempio, la difficoltà della letteratura a farsi conoscere senza passare per i social media e YouTube. I personaggi hanno delle piccole evoluzioni, soprattutto il protagonista che, elaborato il lutto della madre, è ambivalente nella ricerca di una nuova identità professionale nella terra delle sue origini. Suleima, non più studentessa, maggiormente coinvolta sul piano professionale, si destreggia in un difficile equilibrio tra il lavoro e la vita privata.

Queste evoluzioni rimangono però minime e individuali e si estendono poco alle dinamiche tra i personaggi (Suleima-Saverio, Saverio-Peppe e Saverio con il padre). Non maturano, come nella prima stagione, ed è un peccato perché scaldavano il clima emotivo della storia e rendevano i personaggi almeno un po' più autentici e complessi dal punto di vista psicologico. Solo nell'ultima puntata, negli scambi del protagonista prima con il padre e poi con Suleima, c'è una minima e funzionale ripresa da questo punto di vista per riagganciare e chiudere la cornice narrativa delle due stagioni.

In linea con i personaggi anche la recitazione è artificiosa e forzata con la notevole eccezione di Tuccio Musumeci che interpreta il padre di Saverio, attore di teatro e di cinema con Visconti e la Wertmüller.

Lo stesso Saverio, sagace investigatore improvvisato che si atteggia a cinico conoscitore della vita, un po' impulsivo e con la battuta pronta interpretato da Claudio Gioè, non risulta abbastanza carismatico per essere credibile.

Pur mantenendo lo stile della fiction, leggero e manierato, i dialoghi virano troppo da un registro melodrammatico ad uno comico-cinico che, talvolta, sfocia nel cattivo gusto e nell'offesa. A questo proposito vi sono state delle polemiche relative a due battute presenti nella seconda puntata: la prima in cui, nel descrivere le origini della mafia, viene indicato il golfo di Trapani e si dice che veniva definita, "La tradizione, la mia tradizione", e la seconda in cui Saverio invita l'amico Piccionello ad "andare al mercato del pesce" quando quest'ultimo dice di avere nostalgia dell'odore di Marina.

Lo script non presenta, come nella prima stagione, flashback (con un'unica minima eccezione) e rimane lineare, senza buchi ma con un ritmo narrativo lento e prevedibile, alleggerito solo da qualche siparietto che cerca di colorire i protagonisti e la storia. Il formato della singola puntata, inoltre, sempre superiore ai 100 minuti, dilata molto i tempi del racconto.

Nel complesso la seconda stagione ha i lodevoli intenti, oltre a quelli già evidenziati, di mostrare che, (l'ultima puntata), si possa mettere da parte il cinismo (rappresentato dalle freddure di Saverio) su un contesto, italiano e meridionale, sentito come non modificabile, a favore di un'apertura verso il cambiamento e le nuove generazioni in cui ciascuno può fare la sua parte senza, necessariamente, essere dei filantropi milionari (Teodoro). Forse, però, a fronte dell'importanza e del peso di tali messaggi, occorreva dosare meglio e con un'attenzione maggiore, gli altri elementi messi in gioco.

Regia di Michele Soavi.

La prima stagione della serie

Recensione di a cura della redazione

Saverio Lamanna, scrittore per vocazione e detective per caso. Brillante, ironico e disincantato, Lamanna ci conduce alla scoperta di una Sicilia dagli scenari magici, imbevuta del fascino eterno della Magna Grecia e alle prese con i drammi e le contraddizioni di oggi.

MÀKARI disponibile in DVD o BluRay

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 26 febbraio 2024
charlie94

Dispiace per gli attori, anche discretamente validi, che si sono prestati per una fiction risibile, a tratti demenziale. Veramente penosa. Non tutti gli utenti Rai sono disposti a gradire fiction così insensate.

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