Twice Colonized

Film 2023 | Drammatico 91 min.

Anno2023
GenereDrammatico
ProduzioneDanimarca, Canada, Groenlandia
Durata91 minuti
Regia diLin Alluna
AttoriAaju Peter .
MYmonetro Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Lin Alluna. Un film con Aaju Peter. Genere Drammatico - Danimarca, Canada, Groenlandia, 2023, durata 91 minuti. Valutazione: 2 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento domenica 12 novembre 2023

Il ritratto della avvocatessa Aaju Peter che da sempre si batte per i diritti degli indigeni.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
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Le battaglie e le sofferenze di una donna Inuit determinata e resiliente, ma anche molto fragile.
Recensione di Silvia Guzzo
domenica 12 novembre 2023
Recensione di Silvia Guzzo
domenica 12 novembre 2023

Sguardo determinato e tatuaggi sul volto, Aaju Peter è un'avvocata Inuit groenlandese impegnata nella lotta per i diritti delle popolazioni indigene dell'Artico. Aaju si batte quotidianamente per abolire i divieti imposti dall'Unione Europea sul commercio dei prodotti ricavati dalla foca, fondamentali per l'economia del suo popolo, e si impegna con dedizione perché venga istituito un forum indigeno permanente nell'Unione Europea. Reduce da un'infanzia difficile trascorsa in solitudine in Danimarca, dove si è vista costretta a passare da una famiglia all'altra, Aaju fa i conti ogni giorno con le conseguenze della colonizzazione, mentre deve affrontare un lutto doloroso e i soprusi di un compagno violento.

L'esordio al lungometraggio della regista danese Lin Alluna è un racconto frammentato, troppo spesso disordinato, delle battaglie e delle sofferenze di una donna Inuit determinata e resiliente, ma anche molto fragile.

L'ottima fotografia e l'interessante soggetto non riescono tuttavia a salvare un documentario che affastella avvenimenti e informazioni con eccessiva retorica e insufficiente profondità.

Impossibile affermare il contrario, l'instancabile attivista protagonista di Twice Colonized Aaju Peter buca lo schermo: sguardo intenso, espressione malinconica ma determinata, tatuaggi sul volto e sulle mani, Aaju catalizza fin da subito l'attenzione. Che cosa nasconde il suo sguardo? Qual è il significato dei suoi tatuaggi? Cosa l'ha portata a divenire la donna che è oggi? Sono tante le domande che sorgono spontanee non appena si fa la sua conoscenza, perché la complessità del mondo interiore di Aaju appare immediatamente evidente e non si può che essere incuriositi dalla sua personalità e dalla sua storia.

Peccato che l'interesse suscitato dalla protagonista rimanga in buona parte inappagato: sebbene Twice Colonized si proponga infatti di raccontarne la vita, il passato e le battaglie, non riesce, al termine di un'ora e mezza di durata, a delineare un ritratto profondo e coinvolgente della determinata avvocata groenlandese.

Poco si viene a sapere delle sue emozioni e del suo popolo, gli Inuit, di cui tanto si parla senza tuttavia fornire allo spettatore sufficienti informazioni per comprendere a pieno il criticato processo di occidentalizzazione al centro del lungometraggio. Proprio per questo motivo, risulta difficile empatizzare realmente con le sofferenze e le lotte della protagonista: non avendo la possibilità di conoscere le abitudini, le tradizioni e la vita degli Inuit, così come i sentimenti profondi di Aaju, si finisce con il diventare osservatori distaccati di una serie di avvenimenti ai quali non è realmente consentito partecipare.

Anche la musica di Olivier Alary e Johannes Malfatti, seppur splendida, non aiuta il coinvolgimento con gli eventi narrati: sospiri, percussioni e archi irrompono improvvisamente nella narrazione creando un'atmosfera di tensione che mal si coniuga con la storia raccontata. Nel corso del documentario non si ha mai l'impressione che stia per succedere qualcosa di inaspettato o terribile, come suggerito dalla colonna sonora, ma al contrario gli avvenimenti si affastellano l'uno in fila all'altro in modo frammentario e disordinato.

Maggiormente ispirata risulta invece la fotografia del lungometraggio, diretta da Iris Ng in collaborazione con Glauco Bermudez e David Bauer. Capace di muoversi con abilità passando dai magnificenti paesaggi artici all'intimità dei primi e primissimi piani della protagonista, la fotografia di Twice Colonized è, infatti, intensa e avvolgente e contribuisce a destare l'attenzione nei confronti delle vicende narrate.

Vicende che avrebbero potuto restituire una prospettiva interessante sulle conseguenze psicologiche della colonizzazione e le persone che ancora oggi ne subiscono gli effetti, ma che finiscono invece per comporre un racconto retorico e didascalico in cui non c'è spazio per l'introspezione.

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domenica 12 novembre 2023
Silvia Guzzo

Sguardo determinato e tatuaggi sul volto, Aaju Peter è un’avvocata Inuit groenlandese impegnata nella lotta per i diritti delle popolazioni indigene dell’Artico. Aaju si batte quotidianamente per abolire i divieti imposti dall’Unione Europea sul commercio dei prodotti ricavati dalla foca, fondamentali per l’economia del suo popolo, e si impegna con dedizione perché venga istituito un forum indigeno permanente nell’Unione Europea.

Reduce da un’infanzia difficile trascorsa in solitudine in Danimarca, dove si è vista costretta a passare da una famiglia all’altra, Aaju fa i conti ogni giorno con le conseguenze della colonizzazione, mentre deve affrontare un lutto doloroso e i soprusi di un compagno violento.

L’instancabile attivista protagonista di Twice Colonized Aaju Peter buca lo schermo: sguardo intenso, espressione malinconica ma determinata, tatuaggi sul volto e sulle mani, Aaju catalizza fin da subito l’attenzione. Che cosa nasconde il suo sguardo? Qual è il significato dei suoi tatuaggi? Cosa l’ha portata a divenire la donna che è oggi?
 

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