Anno | 2023 |
Genere | Animazione, Drammatico, |
Produzione | Svezia, Italia |
Durata | 143 minuti |
Regia di | Ami-Ro Sköld |
Attori | Isabelle Grill, Fredrik Evers, Linda Faith . |
Uscita | giovedì 31 agosto 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,72 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 29 agosto 2023
Delle donne senzatetto recuperano cibo dai cassonetti di un negozio mentre i dipendenti dello stesso stabile lottano per avere nuove condizioni di lavoro. In Italia al Box Office The Store ha incassato 8,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
In un supermercato alimentare della Svezia viene chiesto ai dipendenti di accelerare i tempi di lavoro e di mettersi a disposizione per turni brevi a chiamata con arrivo quasi immediato. A dover coordinare questa ristrutturazione viene chiamata la capo del personale Eleni la quale avrebbe diritto a un'assenza per maternità. Se non accettasse verrebbe retrocessa a semplice impiegata.
Ami-Ro Sköld cancella con questo film la retorica dell'area scandinava quale modello di gestione sociale.
Avevano già provveduto, nel corso di questi anni, autori di romanzi cosiddetti gialli quali Mankell o Larsson a farci comprendere che l'oro che ci sarebbe piaciuto veder luccicare nel nord Europa non era (se mai lo era stato) più tale. Sköld aggiunge la pietra tombale a qualsiasi ipotesi di tipo diverso. Lo fa con un film che non si sottrae allo scontro compiendo anche una scelta estetica di rilievo.
In questo supermercato, che i clienti letteralmente invadono quando si propone qualche offerta particolarmente allettante, vediamo agire sia gli esseri umani sia dei pupazzi, decisamente poco attraenti, realizzati con una sorta di stop motion. Viene così differenziata la reificazione di uomini e donne che diventano come dei burattini al servizio del capitalismo più aggressivo e feroce.
La maschera di un predatore la porta la figlia maggiore di uno dei dipendenti ma la sua è una protezione dall'esterno mentre invece chi non la indossa, il supervisore, è la vera belva. Che, per di più, ha il coraggio di tenere una riunione dei capi del personale (parlare di risorse umane in questo contesto sarebbe inappropriato) a cui dice che i nuovi massacranti tempi di lavoro sono funzionali a far sì che i clienti possano perdere poco tempo per gli acquisti per averne di più da dedicare agli affetti familiari.
Questi ultimi invece non debbono più contare per i dipendenti, a qualsiasi livello si trovino. L'esempio è fornito da Eleni che è costretta, se vuole conservare la posizione raggiunta, a imporre orari massacranti non solo ai colleghi ma anche a se stessa. Finendo con il doversi appoggiare alla madre per la crescita del figlio neonato.
Non vengono risparmiati neanche i servizi sociali che chiedono ad Aadin, padre single, di negare alle due figlie anche un minimo di frequenze alla pista di pattinaggio perché diventerebbero un segnale di status in contraddizione con l'assistenza pubblica.
Ami-Ro Sköld si avvicina a queste persone mostrandocene più aspetti (quello in forma di pupazzi in rapporto con l'utenza, quello del backstage del lavoro nonché quello privato a cui si unisce successivamente l'incontro con i senzatetto). Lo fa con un profondo senso di indignazione unito ad un altrettanto forte senso di umanità.
Ken Loach ha confermato anche al festival di Locarno che, con tutta probabilità, The Old Oak sarà il suo ultimo film. Può essergli di conforto (e lo è anche, seppur in parte, per noi spettatori) sapere che in Svezia c'è una regista che ha appreso la sua lezione e la sta applicando con grande sensibilità
Alla direttrice di un supermercato svedese, neomamma, viene richiesto di tagliare i costi del personale. Sarà costretta a provvedimenti impopolari, che le attireranno l’odio dei dipendenti, e la indurranno all’autosfruttamento nel periodo delicato del post-parto. I provvedimenti influiranno pesantemente sulla vita dei lavoratori, sulle loro entrate, sui loro rapporti con l’assistenz [...] Vai alla recensione »
Da vedere assolutamente. È geniale come viene rappresentato lo schiavismo odierno
Quando il pollo in sconto finisce, scoppia il caos tra i clienti di un discount. Ma anche dietro le quinte la situazione e drammatica e i dipendenti devono prepararsi al peggio. Salari da ridurre, pause per fare la pipì da eliminare, orari e turni che mettono i lavoratori uno contro l'altro, gravidanze da nascondere. Una manager di livello intermedio è costretta a tornare al lavoro anche se ha appena [...] Vai alla recensione »
The Store è un film di mostri. Un film di maschere deformi, quasi ci trovassimo di fronte ad un horror, dove, però, è la brutalità della società contemporanea, prima a spaventare e poi ad atterrire lo spettatore. Tutta la crudeltà di un mondo governato dal capitale viene così esplicitata in un dialogo diretto tra realtà ed animazione stop-motion. E così, in un'opera che ragiona per sineddoche, la [...] Vai alla recensione »
No, non è il solito film indignato sui precari di oggi. Certo, nulla manca nel supermercato di The Store, adiacente a una comune di senzatetto dediti a rubare gli avanzi: infidi mezzucci per incrementare la competizione tra i lavoratori, disponibilità telefonica 24/7, prestazioni ossessivamente cronometrate, gravidanze nascoste per non avere casini, salari che rendono il risparmio una chimera, e molto [...] Vai alla recensione »
Consuma. Compra. Produci. Vendi. Muori. Sempre di più. Sempre più velocemente. Efficienza, produttivismo, velocità, aumento dei ricavi. Sono i dogmi che rimbombano per i magazzini di The Store, rabbioso e lucidissimo J'accuse di Ami-Ro Sköld alla società consumistica. Dito puntato, senza paura, sulle storture del sistema neocapitalista che strapazza in un vortice di stress e produttivismo esasperato [...] Vai alla recensione »
Un supermercato e i suoi dipendenti, messi sotto pressione per migliorare le vendite e tagliare i costi all'interno del negozio. I dipendenti sono tutti con contratti zero ore, lavorano a chiamata mentre le loro vite vanno a rotoli in nome della produttività. E tra le molte mansioni, devono anche fare in modo che la merce che viene buttata non venga rubata dai componenti di una comunità che invece [...] Vai alla recensione »