Senza età

Anna è un'anziana signora costretta su una sedia a rotelle che vive in una casa di riposo. Pietro è un giovane che, nel momento in cui compare nell'istituto, sta cercando di nascondersi da un gruppo di inseguitori. Anna crede che sia un nipote e gli chiede di esaudire un suo desiderio: portarla via e condurla ad Almeria per la processione della Virgen del Mar. Pietro ruba un'auto e il viaggio ha inizio.

Il rapporto tra due generazioni apparentemente distanti si rivela possibile e ricco di sorprese.

Stefano Usardi è un regista e sceneggiatore che ama riflettere sulla scrittura e sulle sue potenzialità. In questa occasione ha inserito nello script un luogo che conosce bene. La meta di questo on the road è infatti Almeria, presso la cui università ha conseguito un PhD internazionale con una tesi su Michelangelo Antonioni. La città poi vanta la devozione alla statua della Virgen del Mar trovata sulla spiaggia nel 1502 dopo il naufragio di una nave. Il fatto che Anna desideri raggiungere la città per partecipare alla processione che si tiene il 17 luglio lascia allo spettatore una possibilità di scelta tra le possibili interpretazioni. Quella che è invece evidente (e costituisce il nucleo centrale della vicenda) è l'opposta direzione interiore che i due protagonisti hanno dato a questa fase della loro vita.

Anna procede 'verso' una meta desiderata che ha per lei il valore di una riconquistata libertà interiore. Pietro, al contrario, fugge non solo dagli ultimi inseguitori ma da una vita che gli sembra divenuta insopportabile. Usardi libera progressivamente Anna (una comunicativa Patrizia La Fonte) dalla costrizione di una deambulazione impedita per lasciarle esprimere anche fisicamente quella rinascita a cui aspira. È lei il motore di questo viaggio in cui, come in ogni on the road che si rispetti, si succedono avvenimenti più o meno sorprendenti. Pietro (un Jacopo Garfagnoli che regge il confronto) fisicamente conduce ma in realtà è costretto ad inseguire la vitalità di una donna che i parenti ritengono praticamente incapace di intendere e di volere.

Sono loro ad intervallare le tappe del viaggio con preoccupazioni (non sempre disinteressate) che lo script sa collocare su piani differenti. C'è chi è veramente convinto che sia stata rapita e chi invece pensa ad altro. Tutto questo in un percorso che parte dall'Italia, passa in Francia per giungere in Spagna senza però dare mai la sensazione del film 'turistico'. Ogni tappa è occasione di incontri ma solo da un certo punto in avanti ci sarà consentito di superare gli accadimenti del presente per comprendere meglio ciò che ha segnato le vite di entrambi. Fino a portarci ad un finale che poteva rischiare di essere un po' prevedibile ma trova la giusta soluzione per aprire nuovamente il film. 