Miniserie crime che mescola thriller e azione con un pizzico di commedia. Espandi ▽
Joe vive in una cittadina dello stato di Washington assieme al suo compagno Jules e i due figli di lui che accompagna spesso a scuola. Desidera aprire un bistrot ma le autorità locali gli mettono i bastoni tra le ruote. Improvvisamente però il suo passato torna a galla così come la sua vera identità. Joe in realtà è David, nome in codice "Muscoli", un personal trainer inglese arrivato negli Usa dopo aver partecipato a una rapina a Londra tre anni prima con una squadra al comando della boss criminale Dianne Harewood. Una sera riceve infatti una telefonata da "Ufficiale", una truffatrice professionista.
I frequenti salti temporali, se da una parte possono sembrare troppo insistiti, dall'altra però riescono a mantenere alta la tensione e a scoprire in modo più approfondito tutti i personaggi.
La struttura temporale a volte rallenta la serie ma non la ostacola. Inoltre Rapina e fuga conferma la sua solidità nel riuscire a tenere le storie intrecciate e trova nell'ultimo episodio una grande sequenza in metropolitana sospesa tra puro action e un amaro post-noir tra gli anni '80 e '90. Recensione ❯
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Un ottimo lavoro di ricerca che si fonde alle riprese amatoriali per indagare sull'essenza della Corsa degli Zingari. Documentario, Italia2023. Durata 56 Minuti.
In un piccolo paesino dell'Abruzzo sopravvive un rito crudele al limite della sopportabilità, la Corsa degli Zingari. Espandi ▽
A Pacentro, un comune dell'Abruzzo, ogni anno alla prima domenica di settembre si rinnova la tradizione della Corsa degli Zingari, una competizione che vede i partecipanti scendere da una montagna a piedi nudi su percorsi di terra e sassi per raggiungere la Chiesa dedicata alla Madonna di Loreto. Alcuni vi partecipano da decenni. Altri la affrontano per la prima volta. Ognuno con una propria motivazione.
Un documentario che approfondisce il senso di una tradizione che unisce sacro e profano. Zazzara riesce, con un ottimo lavoro di fusione tra riprese amatoriali anche datate e uno sguardo che sa come cogliere le motivazioni profonde di ogni partecipante, ad offrircene un'immagine che ce ne restituisce l'essenza.
Le testimonianze che Zazzara ha raccolto (utilizzando la tecnica del posizionare tutti in uno spazio neutro e nella stessa collocazione) offrono un'amplissima varietà di motivazioni. Recensione ❯
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Un'originale miniserie horror on the road, sulla tossicità della cultura dei fan. Con riferimenti a persone e fatti reali del tutto intenzionali. Drammatico, USA2023.
Creata da Donald Glover e Janine Nabers, una serie drammatica su una giovane che trasforma la sua ossessione per un'artista pop in un lugubre viaggio nella violenza. Espandi ▽
Andrea detta Dre è profondamente amica di Clarissa, detta Ris. Condividono l'appartamento e soprattutto la passione per Ni'jah, star dell'R&B. Fanno infatti parte del suo fan club, detto lo Sciame perché punge chi attacca la loro ape regina sui social. Clarissa però si sta stancando di questa passione e vuole passare del tempo con il proprio ragazzo. Le cose con il suo ragazzo non vanno bene, Dre non le risponde e così Clarissa commette un fatale gesto. Dre attraverserà l'America per cercare di conoscere Ni'jah, lasciandosi dietro i cadaveri di chi critica la star.
La tossicità della cultura dei fan (o meglio degli Stan, come li ha ribattezzati Eminem), è al centro di una originale miniserie horror on the road firmata da Donald Glover e Janine Nabers, che già avevano collaborato su Atlanta.
Un'originale caratteristica di Sciame è anche il suo rapporto con la realtà. Ogni episodio è preceduto da cartelli che dicono come NON si tratti di un'opera di fiction e che riferimenti a persone e fatti reali sono del tutto intenzionali. Nonostante lo sforzo di farne una serie al tempo stesso unica e immersa in un contesto ben reale, Sciame non riesce però né ad andare a fondo nella cultura "Stan" e neppure a realizzare un ritratto sfaccettato della protagonista. Recensione ❯
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I bambini diventano la misura di tutto in quest'opera che racconta di un'infanzia all'ombra della fabbrica. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti.
Osservando i gesti e ascoltando le emozioni dei bambini di Taranto, entriamo nel mondo dell'infanzia e allo stesso tempo ci immergiamo nel presente di questo territorio. Espandi ▽
Prodotto dalla Zen Movies dello stesso regista e di Virginia Gherardini, Bangarang ha vinto il premio speciale della giuria ad Alice nella città 2023.
Mastromauro voleva acconciare un affresco etnografico dell’infanzia tarantina, e quello ha raggiunto – perché come si può fare etnografia in quella città senza sputare fuori la posa dell’ILVA? Quello che però fa strizzare gli occhi è il modo con il quale Bangarang è tenuto insieme: ad una prima riflessione sembrerebbe che la macchina da presa si sia limitata a scontornare la presenza dei bambini all’interno del profilo ferroso della Fabbrica – così, con la maiuscola –, e invece pian piano emerge quanto l’operazione sia di segno inverso, cioè sono i più giovani a cercare una rappresentazione diversa che li stacchi da quel fondale. Così i più piccoli divengono la misura di tutto, la loro storia è la storia di tutto, non c’è nessun adulto. Taranto è la città necessaria della lotta in Italia, ma Taranto dovrebbe essere solo quello dice il piccolo Gianni: “Il mare. Il pesce. Le cozze”. Recensione ❯
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Una denuncia, un progetto che vuole dare voce ad una disperazione che, troppo spesso, rimane sorda ai più. Espandi ▽
Le storie di alcune persone che hanno lasciato, per motivi diversi, la loro patria in Africa per cercare un futuro in Europa vengono descritte e lette sotto una luce diversa. Il termine che viene utilizzato sin dall'inizio è forte quanto, purtroppo, esplicito ed appropriato: deportazione. Le loro vicende personali ne rafforzano il significato gettando un'ulteriore e pesante ombra sulla cosiddetta questione dei migranti.
Cascavilla e Piacentini ci invitano a riflettere su vite a proposito delle quali la propaganda avversa diviene priva di strumenti. Questo importante documentario ci ricorda che esistono anche (e non sono pochi) migranti che si inseriscono nella società verrebbe da dire 'a pieno titolo'. Perché hanno imparato la lingua, trovato un lavoro, si sono sposati/e, hanno messo al mondo dei figli.
Ma manca loro, secondo le leggi degli Stati, per dimostrare quella 'pienezza', un documento, oppure incappano in intralci burocratici e, da un giorno all'altro magari anche dopo molti anni, vengono rispediti nel Paese d'origine. Recensione ❯
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Adattamento live action dell'omonimo manga firmato da Aiko Koyama. Espandi ▽
Kiyo e Sumire, due sedicenni che vivono nella prefettura di Aomori, decidono di abbandonare gli studi e trasferirsi a Kyoto per divenire due geishe, o per l’esattezza due maiko, ossia giovani aspiranti geishe. Sumire mostra da subito un talento innato per il ruolo. Kiyo, complice una serie di coincidenze, si rivelerà invece perfetta per il ruolo di makanai, ossia il cuoco che si occupa ogni giorno di far trovare un pasto pronto per le maiko. Nella dimensione della serialità, che consente a Kore-eda di approfondire meglio rispetto a un lungometraggio la psicologia dei personaggi e di soffermarsi su dettagli che valorizzano il contesto d’insieme, il regista di Un affare di famiglia ritrova quelle caratteristiche che le recenti trasferte cinematografiche, francese prima (Le verità) e coreana poi (Broker), sembravano aver smarrito. Adattando liberamente un manga, divenuto poi anime, di grande successo, Kore-eda - che gira i primi due episodi, ne codirige un terzo e scrive tutte le sceneggiature - plasma Kiyo a immagine e somiglianza della sua perfetta eroina. Non giudica, ma osserva e descrive amorevolmente la dedizione a un mestiere che per i canoni contemporanei e occidentali sarebbe visto come obsoleto e maschilista e che è spesso confuso con la prostituzione. Recensione ❯
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Il rapporto in crisi tra una madre psicologa e il figlio alunno nella stessa scuola, in un mondo che cade a pezzi. Espandi ▽
Slovenia, anno scolastico 2020-2021. Durante la pandemia da Covid, Maja e il figlio quattordicenne Jan si trasferiscono dalla capitale Lubiana in una cittadina di provincia. Lei lavora come psicologa nella stessa scuola primaria dove il figlio sta frequentando l'ultimo anno. Maja ha da poco divorziato, è in crisi e ha problemi di alcolismo. Nel frattempo, dopo aver seguito i primi mesi di lezioni da remoto, Jan tenta invano di ambientarsi nella nuova classe, viene bullizzato e fa amicizia con uno strano e pericoloso vicino di casa.
Con un umorismo tipico di certo cinema dell'Est europeo, il regista e sceneggiatore sloveno Nejc Gazvoda al suo terzo lungometraggio di finzione mette in scena un mondo a pezzi, strapazzato non solo dagli effetti della pandemia e dalla quarantena.
Dramma e commedia si mescolano per delineare in chiave grottesca una contemporaneità in crisi, che si riflette sulla sfera familiare, scolastica, sociale. In costante equilibrio tra commedia e dramma, Gazvoda demolisce i due nuclei educativi fondanti della società, famiglia e scuola, che affondano nel ridicolo di modelli disfunzionali in cui ciascun individuo, senza distinzioni tra età adulta e adolescenza, sembra pensare solo a sé stesso o a salvare le apparenze. Recensione ❯
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L'implacabile Maya Lopez, leader sorda di una gang decisa a far pagare a Ronin, alias Clint Barton, le sue azioni vendicative. Espandi ▽
Dopo gli eventi di Hawkeye, Maya Lopez (Alaqua Cox), una giovane assassina sorda e con una protesi alla gamba, si trova a fronteggiare lo zio, il temibile Kingpin (Vincent D'Onofrio). La trama si sviluppa attraverso flashback che rivelano il suo passato, dalla tragedia familiare da bambina all'addestramento sotto Kingpin. Dotata di un potere che le consente di replicare le abilità di combattimento dei suoi avversari, Echo diventa una potente avversaria nel mondo criminale. La serie esplora anche le sue radici Choctaw e la connessione con la sua famiglia.
Continua l'espansione del mondo cinematografico Marvel, questa volta con un'avventura che ci trascina nel multiverso con uno stile unico e personaggi innovativi, soprattutto dal punto di vista culturale.
Punti a favore della serie: sicuramente le scelte visive, che valorizzano gli aspetti identitari descritti prima, e un ottimo cast di supporto, che porta profondità e umorismo alla storia. A sfavore, forse - ma è un elemento indiretto, che non riguarda esclusivamente questo prodotto - è il suo piegarsi all'universo interconnesso: la serie, come ogni altro prodotto Marvel giunto alla Fase 5, richiede agli spettatori un notevole livello di conoscenza pregressa per seguire appieno la storia. Recensione ❯
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Petruzzelis ci restituisce il mistero che sta al centro dell'avventura di Lineri: una ricerca fino alla fine. E oltre. Documentario, Italia, USA2023. Durata 62 Minuti.
La mastodontica collezione di pietre di Luigi Lineri e la sua visionaria indagine sulla condizione umana come manifesto di speranza per il futuro. Espandi ▽
L'Adige, dopo esser stato pigiato tra gli argini di Verona, ritrova slancio e orizzonte nella Bassa. Nato sul Passo di Resia, va a morire alle spalle della Laguna Veneta, dopo quattrocento chilometri di erranza. A poco più di metà strada accarezza Zevio, Perzacco, Ronco all'Adige. Qui, ad aspettarlo da sessant'anni, c'è Luigi Lineri.
Segaligno, con passo felpato, Lineri scivola sulle sponde del fiume. Poi d'improvviso si ingobbisce, rovista tra i sassi, ne sceglie uno, ne scarta altri, e ricomincia. Lo fa da metà anni '60, quando ancora lavorava come infermiere, e ha continuato a farlo da metà '80, quando gli ha dedicato ogni giorno della sua vita. A cosa? Alla ricerca, alla scoperta, alla catalogazione di centinaia, migliaia, decine di migliaia, di selci, pietre, ciottoli che possono avere forma di uomo, donna, capra, pesce. Un poeta della preistoria forse li ha incisi, Lineri li declama.
Otto anni di lavoro per Giuseppe Petruzzellis, produttore e regista, otto anni di andirivieni tra la campagna veneta e i laboratori di sviluppo del Milano film Network, il fienile-litoteca e i festival di Visions du Réel, Biografilm, Le FIFA. Otto anni a camminare assieme a Luigi Lineri per filmare la sua fatica, impresa, ricerca. La ricerca. Recensione ❯
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Un documentario sincero sul calcio femminile. Per dire che questo sport deve essere di tutti. Documentario, Gran Bretagna2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
1971, Messico. A distanza di un anno esatto dalla Coppa del Mondo di calcio, stravinta dal meraviglioso Brasile di Pelé, il sole torna a battere forte sullo Stadio Azteca di Città del Messico, illuminando oltre centomila appassionati tifosi. L'atmosfera è quella dei grossi eventi sportivi, una festa calcistica fatta di colori, bandiere, mascotte, sponsor e ogni tipo di gadget, per non parlare della massiccia copertura mediatica. Potrebbe apparire come un evento tipico di questo sport, ma quello di Messico '71 è qualcosa di mai visto prima. A giocarsi la Coppa del Mondo, infatti, sono sei squadre (Francia, Messico, Italia, Inghilterra, Argentina e Danimarca) composte tutte da donne: giovani calciatrici che hanno consegnato alla storia il primo Mondiale femminile, nonostante non fosse riconosciuto come ufficiale. Recensione ❯
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La serie basata sulla straordinaria storia vera di Miep Gies, la coraggiosa giovane donna che rischiò tutto per offrire rifugio ad Anna Frank e alla sua famiglia durante la seconda guerra mondiale. Espandi ▽
Miep è una giovane donna ribelle e ostinata: nonostante i genitori adottivi la spingano a trovare un lavoro oppure un marito che la possa mantenere, non sembra intenzionata a soddisfare le loro aspettative. Si trova tuttavia costretta a cercare disperatamente un impiego quando viene messa di fronte alla possibilità di dover sposare suo fratello Casmir. E così, grazie alle sue abilità di persuasione riesce a farsi assumere come segretaria da Otto Frank, il proprietario dell'Opekta, un'azienda che produce marmellata. Mentre la minaccia nazista si fa sempre più incombente, Miep si innamora del giovane intellettuale Jan Gies e stringe un forte legame d'affetto con il suo capo, che un giorno le chiede di nascondere e sfamare la sua famiglia sino alla fine della guerra.
Muovendosi in un equilibrio delicato tra il ricordo delle sofferenze brutalmente inflitte agli ebrei da parte dei nazisti e la volontà di porre al centro i gesti di coloro che hanno cercato di contrastarle, A Small Light racconta con dolcezza e potenza una storia nota, ma da un punto di vista inedito.
Le convincenti interpretazioni del cast - tra cui spiccano quelle di Bel Powley e Joe Cole nei panni di Miep e Jan Gies, oltre all'ottima performance di Liev Schreiber nel ruolo di Otto Frank -, la profondità della scrittura e l'accuratezza dei costumi contribuiscono alla buona riuscita della serie, che si dimostra in grado di coinvolgere pur raccontando una storia nota, di cui si sa già il finale. Recensione ❯
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Una riflessione sul tempo e sulla memoria attraverso le opere dell'artista israeliano Dani Karavan. Documentario, Israele2020. Durata 66 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film al contempo lineare e intricato, emozionante ma mai melodrammatico, doloroso quanto divertente e appassionato, su uno dei più importanti artisti contemporanei. Espandi ▽
Nato nel 1930, Dani Karavan è autore di circa settanta opere e installazioni disseminate per il mondo, tra land art e urbanistica. Il filmmaker Barak Heymann, con la complicità di Hava e Tamar, rispettivamente moglie e figlia di Karavan, pedina l’artista mentre controlla e verifica lo stato di manutenzione delle sue creazioni, che si tratti di una piazza o di un monumento, delle aiuole di un giardino o di un supposto canale d’acqua. Il documentario si svela in modo progressivo e paradossale come una riflessione sul tempo e sulla memoria. Mentre cerca di conservare nel miglior stato possibile le sue creazioni, perché perpetuino la traccia di riflessioni filosofiche e storiche, l’artista deve prendere atto della labilità del proprio corpo mortale, del suo limite. Recensione ❯
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Il dramma familiare incontra la distopia in una serie tv che trova i suoi momenti migliori quando lascia emergere il sentimento. Drammatico, Danimarca, Svezia, Gran Bretagna2023.
Un paese viene evacuato a causa di un'alluvione. Una ragazza dovrà scegliere chi seguire tra i due genitori. Espandi ▽
Thomas Vinterberg dirige una serie in sette episodi in cui il dramma familiare incontra la distopia: senza effetti speciali, ma con l’analisi degli effetti che un futuro chissà quanto speciale potrebbe avere sulle vite di persone normali come noi… Nella serie si ritrova uno dei tipici luoghi comuni del cinema e della letteratura contemporanea: lo stravolgimento scioccante di una normalità un tempo data per scontata e oggi considerata a rischio e sempre più fragile. Racconta con toni realistici la fine dello stato danese a causa dell’innalzamento del mare e lo shock di persone bianche e benestanti trasformate in migranti o rifugiati senza documenti. La metafora dai toni paradossali è evidente e fin troppo sottolineata, come a pensarci bene l’innesco futuristico della stessa serie, che rimane narrativamente inevaso e superficiale. Del resto, come dimostrano le esperienze hollywoodiane Vinterberg non si è mai trovato a proprio oggi con il cinema di genere e anche qui trova gli accenti migliori quando il racconto lascia da parte le svolte di trama e lascia emergere il sentimento. In un’Europa dai confini interni chiusi o controllati, solo l’amore, del resto, può aiutare a tenere unite persone che la realtà ha separato. Recensione ❯
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Una docu-serie che lavora sul piano psicologico, penetrando nell'intimità di un carattere con intelligenza e ironia. Documentario, Gran Bretagna, USA2023. Durata 285 Minuti.
Con filmati inediti, questa docuserie segue la fulminea ascesa di David Beckham dagli umili inizi alla celebrità del calcio globale. Espandi ▽
Vita e gesta di David Beckham. Dall'infanzia in un sobborgo di Londra ai primi passi da professionista; i trionfi e le sconfitte con il Manchester United e la Nazionale inglese; il trasferimento al Real Madrid dei Galácticos e poi a Los Angeles, fino al breve ritorno in Europa e alle nuove sfide dopo il ritiro. Nel mezzo, il matrimonio con la Spice Girl Victoria, i figli, e la fama planetaria.
La parabola umana e sportiva non solo di un grande campione, ma soprattutto del primo calciatore a diventare brand e icona globale di bellezza e stile. La docuserie evidenzia come nel corso della carriera gli allenatori abbiano spesso avuto problemi con lui, accusandolo di non pensare abbastanza al calcio, nonostante Beckham abbia sempre dimostrato professionalità e avuto ottimi rapporti coi compagni. Quei contrasti riflettono piuttosto un conflitto generazionale.
Il regista Fisher Stevens, da buon americano, non conosce benissimo il calcio ma lavora sul piano psicologico, penetra nell'intimità di un carattere, alternando interviste e materiale d'archivio con intelligenza e ironia (è già cult il siparietto in cui Beckham smentisce le origini da 'working class' della moglie). Recensione ❯
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Un documentario che ci porta nella mente geniale di Michel Gondry seguendolo nelle sue notti insonni. Espandi ▽
Il regista Michel Gondry è un insonne cronico, stimolato da mille pensieri e da un’inesausta tendenza a fantasticare. L’autore di innumerevoli e originali video musicali e di film come Se mi lasci ti cancello nel 2023 ha compiuto sessant’anni e lo stato di veglia continua a invadere lo spazio che per lui dovrebbe appartenere al riposo, alla ricarica energetica. Il suo corpo mostra i segni di un disturbo psicofisico che al tempo stesso, nel corso di questo video diario notturno, si rivela l’unica condizione possibile per la creazione artistica. François Nemeta, assistente di lunghissimo corso di Gondry, filma il suo partner con una confidenza e un accesso a materiali e spazi privati fuori dall’ordinario. Il regista si mostra alla camera con molti ricordi infantili e tutto il suo portato di malessere e ossessività, mentre Nemeta ne mette in fila l’opera alla luce di questa disfunzione del sonno. Film labirinto, allucinazione da svegli, confessione senza filtri, disperante eppure ancora fiduciosa nell’atto dell’invenzione. Recensione ❯
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