Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Norvegia |
Durata | 60 minuti |
Regia di | Karrar Al-Azzawi |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 13 ottobre 2023
Un viaggio intimo e drammatico che segue Tiba, una giovane donna irachena di diciannove anni che lotta per la libertà e l'uguaglianza.
CONSIGLIATO SÌ
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Dall'invasione degli Stati Uniti nel 2003 e la caduta di Saddam Hussein, l'Iraq ha attraversato due decenni di conflitti, caos e governi corrotti. Nell'ottobre del 2019 molti giovani iracheni si riversano nelle strade, montando le tende in piazza Tahir, per esigere un Iraq libero e democratico. La maggior parte dei manifestanti ha tra i 19 e i 25 anni: una di loro è la diciannovenne Tiba Fadhil. Forte, fiera e determinata, Tiba è pronta ad affrontare persino la morte pur di vedere riconosciuti i propri diritti e combattere per una patria sicura e uguale per tutti. Intenzionata a contribuire attivamente alla causa, entra a far parte dell'équipe medica che presta soccorso alle persone ferite durante le manifestazioni e diventa una figura di riferimento tra i giovani rivoluzionari.
Con Baghdad on Fire Karrar Al-Azzawi firma un lungometraggio che colpisce dritto al cuore grazie a una protagonista magnetica e affascinante, capace di ribaltare qualsiasi stereotipo sulle donne irachene e sulle giovani generazioni.
Dopo essere stato costretto a lasciare l'Iraq nel 2016 per aver sostenuto la democrazia, il regista Karrar Al-Azzawi trova rifugio in Norvegia. Quando, tre anni dopo, le proteste infuriano nelle vie di Baghdad decide che è finalmente giunto il momento di fare un film che testimoni la storia dei giovani ribelli impegnati a lottare per un Iraq libero e per un futuro migliore, all'insegna della parità e della giustizia. L'incontro con Tiba Fadhil sancisce la nascita definitiva del documentario: orgogliosa, tenace e allo stesso tempo gentile, è la protagonista perfetta di un racconto che abbraccia il suo punto di vista per addentrarsi nel vivo delle manifestazioni che infuocano piazza Tahir. Utilizzando uno stile documentaristico tradizionale, la telecamera segue Tiba giorno e notte per mostrare attraverso i suoi occhi la forza dei giovani in Iraq e le violenze che sono costretti a subire, andando quotidianamente incontro alla morte. Ciò che colpisce in Baghdad on Fire è proprio il repentino e continuo alternarsi di momenti di gioiosa condivisione in cui i rivoluzionari danno voce ai propri sogni e alle proprie speranze agli improvvisi attacchi armati che li colpiscono in maniera brutale. Protetti soltanto dalle loro bandiere, i manifestanti si ritrovano inermi di fronte alle minacce delle bombe a gas e dei lacrimogeni, pronte a spezzare i loro desideri di libertà e uguaglianza. Baghdad on Fire non ha infatti paura di mostrare le violenze subite dai giovani ribelli, che non avvengono soltanto nell'oscurità della notte: sotto la luce del sole, per le strade, chiunque può essere ferito o ucciso. Il film tratteggia così un percorso burrascoso e infuocato, un'altalena emotiva in cui alla commozione si accompagna la rabbia, alla tranquillità segue la paura, alla gioia la disperazione.
E Tiba diventa la guida di un viaggio in cui l'empatia non si trasforma mai in commiserazione, perché per lei è impossibile provare qualsiasi forma di pietà. Protagonista indiscussa del lungometraggio, Tiba è portatrice di una personalità poliedrica e affascinante, che cattura l'attenzione amplificando il coinvolgimento dello spettatore. La sua storia non è soltanto la storia delle donne irachene, ma quella di un'intera generazione. Baghdad on Fire espande infatti i confini della sua narrazione per abbattere i muri innalzati dagli stereotipi: non solo quelli rivolti alle donne (medio orientali), ma anche ai giovani. Ben lontani da qualsiasi forma di individualismo e disinteresse per la politica e la comunità, i protagonisti del documentario di Al-Azzawi sono nati in un periodo di milizie, assassinii e rapimenti e hanno imparato a non avere paura di lottare per la propria libertà.
Nell’ottobre del 2019 molti giovani iracheni si riversano nelle strade per esigere un Iraq libero e democratico. La maggior parte dei manifestanti ha tra i 19 e i 25 anni: una di loro è la diciannovenne Tiba Fadhil.
Con Baghdad on Fire, Karrar Al-Azzawi firma un lungometraggio che colpisce dritto al cuore grazie a una protagonista magnetica e affascinante, capace di ribaltare qualsiasi stereotipo sulle donne irachene e sulle giovani generazioni.
Utilizzando uno stile documentaristico tradizionale, la telecamera segue Tiba giorno e notte per mostrare attraverso i suoi occhi la forza dei giovani in Iraq e le violenze che sono costretti a subire, andando quotidianamente incontro alla morte. Ciò che colpisce del film è il repentino e continuo alternarsi di momenti di gioiosa condivisione agli improvvisi attacchi armati che li colpiscono in maniera brutale. Protetti soltanto dalle loro bandiere, i manifestanti si ritrovano inermi di fronte alle minacce delle bombe a gas e dei lacrimogeni, pronte a spezzare i loro desideri di libertà e uguaglianza.
Ben lontani da qualsiasi forma di individualismo e disinteresse per la politica e la comunità, i protagonisti del documentario di Al-Azzawi sono nati in un periodo di milizie, assassinii e rapimenti e hanno imparato a non avere paura di lottare per la propria libertà.