Titolo originale | The Bubble |
Anno | 2022 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Judd Apatow |
Attori | Karen Gillan, Pedro Pascal, Leslie Mann, Rob Delaney, David Duchovny Keegan-Michael Key, Fred Armisen, Peter Serafinowicz, Maria Bakalova, Iris Apatow. |
MYmonetro | 2,40 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 3 aprile 2022
Ispirato alle situazioni di lockdown che hanno colpito i set cinematografici durante la pandemia di Covid-19.
CONSIGLIATO NÌ
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Durante la pandemia di COVID-19, gli interpreti e la troupe del franchise Cliff Beasts, arrivato al sesto film, sono rinchiusi in un castello inglese adibito a hotel di lusso per portare a termine le riprese in sicurezza. In quarantena e isolati dal mondo, quattro attori e tre attrici di varia età, immancabilmente viziati, arroganti, pretenziosi, spaventosamente mediocri, vivono il set come una prigione, tenuti sott'occhio dal delegato della produzione, dall'ex regista indie diventato fanatico della CGI e da un servizio d'ordine paranoico e violento. La produzione infinita, tra tamponi, liti, sesso, alleanze, tentativi di fuga, riprese tragicomiche, sarà un fallimento epocale, documentato dal backstage di un regista incapace di farsi gli affari suoi.
Mentre la pandemia continua a essere un ospite indesiderato in buona parte dei film realizzati in questi anni, Netflix e Judd Apatow mettono in scena la parodia del cinema pandemico prendendo in giro l'ossessione per i protocolli di sicurezza e la tragica mancanza di originalità delle mega produzioni hollywoodiane.
Era inevitabile che prima o poi la propensione all'autoironia del cinema americano producesse qualcosa di molto simile a un Effetto notte adeguato ai nostri tempi cinematografici. Nella bolla è il resoconto in forma di parodia del lavoro sul set oggi (o, meglio, qualche mese fa), anestetizzato sia dalla necessità di evitare il contagio, sia dalla scelta di girare con scenari digitali e dunque, dal vivo, con distese di green screen e costumi in gommapiuma che eliminano o quasi qualsiasi forma d'interazione umana o di autenticità.
A quanto pare gli autori si sono ispirati alle riprese dell'imminente Jurassic World - Il dominio, ennesimo capitolo di una saga trentennale, girato in una remota località del Canada con un documento di sicurezza lungo cento pagine e la troupe praticamente segregata: se non è già abbastanza ridicolo così, Apatow rincara la dose mostrando in un mondo del cinema ben oltre la soglia del grottesco, tra scenate e isterie delle star, servilismo e ribellione degli assistenti, varie dipendenze da sesso e droga, bugie sulla vita privata e illusioni sul proprio talento, ridicoli balletti su Tik Tok che fanno guadagnare milioni, penosi effetti digitali spacciati per idee grandiose, riflessioni spirituali e politiche buone giuste per un post.
La "notte americana" di Truffaut si è trasformata nello spazio potenzialmente infinito del green screen, in cui sia la luce sia il buio sono fasulli e la realtà è sparita dall'orizzonte degli eventi di un film e della sua lavorazione. In questo senso, la bolla pandemica, con la sua illusione di tenere fuori il mondo, è una metafora azzeccata dell'inconsistenza dell'immaginario cinematografico; ma ad Apatow non interessa in realtà granché la riflessione metalinguistica, realizzata da e per Netflix, che al momento non sembra intenzionata a saghe e cicli cinematografici e dunque si sente in diritto di sfottere un po' tutti.
Al regista e sceneggiatore americano, la cui stella, va detto, si è nel frattempo un po' offuscata, interessa soprattutto mostrare la stupidità del sistema a ogni livello di potere, costruendo il film come una successione di gag e dilungandosi in un racconto ripetitivo e risaputo, dove il lavoro sul set è trasformato in una guerra ma il ritmo latita esattamente come nei film bersagliati (in Cliff Beasts ci sono dinosauri che volano e fanno cose assurde, personaggi che sparano banalità, scene d'azione caotiche: tutto uguale ai veri film, insomma...).
Nel tentativo di demolire la Hollywood contemporanea, costretta a ripetersi a oltranza e a portare a termine i soliti progetti, Nella bolla finisce per essere non troppo diverso dai prodotti che ridicolizza, trasandato e infinito in egual misura. Il problema sta proprio nell'impossibilità di parodizzare qualcosa che è già la parodia di sé stesso; qualcosa che, più che preso in giro, andrebbe prima di tutto cambiato...
Hitchcock diceva che gli attori sono bestiame. Judd Apatow svolge il tema: ''Hanno bisogno di addestratori. Fateli giocare, fateli stare bene, non fateli stancare e non fidatevi: mentire è il loro mestiere". Gli attori medesimi - reclutati per un blockbuster intitolato "Bestie sulla scogliera" (sesto film della saga) - sono chiusi in un maniero, tamponati all'arrivo e controllati sempre.
I film di Mike Mills non schiacciano lo spettatore alla poltrona, avvolgendolo come una coperta. Guardarli è piuttosto simile a una visita a una pinacoteca. Volendo si può uscire senza trattenere nulla, oppure ci si può perdere in un dipinto ed esplorare i mondi che contiene. Il sobrio C'mon cmon racconta un viaggio improvvisato attraverso I'America di uno zio, il giornalista radiofonico Johnny (Joaquin [...] Vai alla recensione »
Per fortuna esiste un cinema che non usa la pandemia per l'ennesima distopia, che non si serve del Covid per costruire parabole allegoriche, che non ricicla vecchie idee sfruttando le ripercussioni sull'attualità. Nella bolla, perlomeno, ricorre alla commedia, e in più particolare alla parodia. Meno male, però da un autore come Judd Apatow era lecito aspettarsi di più.
Nella bolla è una delle più recenti commedie Netflix. Scritta e diretta da Judd Apatow - che torna dietro la macchina da presa dopo Il re di Staten Island (2020) - Nella bolla è un film che lascia lo spettatore con un certo amaro in bocca: una volta finito si ha l'impressione che le buone premesse iniziali siano state quasi del tutto sprecate. Al centro della vicenda troviamo un gruppo di attori mediocri [...] Vai alla recensione »
Hollywood o morte! Brucia in piena emergenza sanitaria. Apatow fa il suo Effetto notte durante il Covid. Nella didascalia sui titoli di testa c'è già l'idea di un possibile cinema che verrà da parte del regista e produttore statunitense: "All'inizio della pandemia il mondo ha affrontaro una dolorosa penuria di contenuti cinematografici e televisivi".