Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Matthew Heineman |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento lunedì 30 gennaio 2023
Il film ha ottenuto 1 candidatura a Directors Guild, 1 candidatura a Producers Guild,
CONSIGLIATO N.D.
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Nel 2021 Biden abbandona l'Afghanistan dopo 20 anni e migliaia di marine morti. Kabul non è più «un pericolo per la sicurezza nazionale». Ma l'operazione rientro fu «un disastro evitabile» come scrisse il "Washington Post" commentando gli errori di una occupazione paternalista e retrograde, il ritorno dell'Emirato islamico e le giornate horror dell'aeroporto, con migliaia di afghani in fuga vergognosamente respinti. Il film racconta la caduta di Kabul dal punto di vista del generale Sami Sadat, capo delle forze afghane regolari, musulmano e anti-islamista. Retrograde è un docudrama più che un doc storico. Heineman (candidato all'Oscar per Cartel Land, è anche operatore e montatore) non usa voce off, non fa interviste né anima cartine geografiche. Ai talebani è concesso un minuto di farneticazioni antisemite. La camera segue "invisibile" il generale nei nove mesi che precedono la disfatta: nei briefing, in ospedale, tra i corpi sanguinanti dei suoi uomini, nelle sale di controllo operative top secret, in prima linea, nell'intimità domestica, quando elabora strategie con i berretti verdi o interviene negli alzabandiera. Fino alla caduta di Lashkar Gah... Molte scene sembrano ricostruite, e Sadat, nonostante il destino segnato che oscura di disperazione crescente il volto, domina gli eventi con la personalità di un attore consumato. Stimato dai vertici dei marine, partecipa agli addestramenti e allo sterminio, via droni, di presunti talebani. Poi l'improvvisa tragedia: senza aerei, blindati e munizioni (distrutte o portate via dagli Usa) e il presidente fuggito negli Emirati Arabi, in tre mesi la resa. Anche Sadat scappa a Londra, pronto, come Rocky, alla rivincita.
Da Film TV N. 35, 29 agosto 2023
Nel 2021 Biden abbandona l'Afghanistan dopo 20 anni e migliaia di marine morti. Kabul non è più «un pericolo per la sicurezza nazionale». Ma l'operazione rientro fu «un disastro evitabile» come scrisse il "Washington Post" commentando gli errori di una occupazione paternalista e retrograde, il ritorno dell'Emirato islamico e le giornate horror dell'aeroporto, con migliaia di afghani in fuga vergognosamente [...] Vai alla recensione »