Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Andrea Brusa, Marco Scotuzzi |
Attori | Giovanni Storti, Davide Calgaro, Alessandra Faiella . |
Uscita | lunedì 4 luglio 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Medusa |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,62 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 luglio 2022
Una coppia, lontana per esigenze lavorative, si ritrova famosa dopo la pubblicazione di un video sul web. In Italia al Box Office Le voci sole ha incassato 9,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Sullo sfondo della pandemia, Giovanni si ritrova senza lavoro ed è costretto a spostarsi in Polonia per lavorare in una fonderia. In Italia rimane la moglie Rita con il figlio, che una sera registra le istruzioni che la madre vuole lasciare a Giovanni affinché impari a cucinarsi un piatto di pasta. Finito sul web, il video diventa virale, trasformando "Rita e Giovanni" in un brand famoso sui social network. Giovanni, pur sfiancato dal lavoro, si presta a girare altri video di ricette su richiesta di Rita, attività che frutta alla famiglia sempre più soldi. Ma nel mondo digitale il vento può cambiare direzione molto rapidamente.
Le "voci sole" sono quelle dei commenti negativi sul web, rigorosamente da ignorare. Ma nel sobrio lungometraggio d'esordio di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi ce ne sono tante di voci sole, pezzi di famiglia che si parlano attraverso un telefono dai paesi lontani dove sono andati a inseguire un impiego.
Non solo quelle dei protagonisti, marito e moglie che bisticciano sempre ma si vogliono bene e non hanno paura del sacrificio; attorno a loro si sente l'eco dei vicini di casa o dei conoscenti che hanno perso il lavoro, o di chi è arrivato in Polonia dal Camerun e sogna il Marocco per un futuro migliore.
In parte la colpa è della pandemia, che i due registi hanno integrato in una storia già esistente, ma Le voci sole fa un discorso più ampio, parlando di precarietà e delocalizzazione in un mondo del lavoro sempre più frammentato. Sfruttando al meglio le circostanze produttive del periodo, che non lasciavano grandi libertà, il film lavora sui dialoghi fuori campo e su immagini astratte di fonderie desolate, fornaci e macchinari in funzione, discariche di materiali a perdita d'occhio. Un effetto visivo da documentario d'autore che è intervallato con grande efficacia alle scene domestiche di Giovanni e della sua famiglia, da una cucina all'altra, creando un senso immediato di solitudine e straniamento.
È qui che una moglie che rimprovera il marito per le lacune culinarie diventa improvvisamente una star del web (con tanto di tormentone "amore e sudore"), creando siparietti in cui Giovanni Storti e Alessandra Faiella possono introdurre un po' della loro vivacità comica. Storti aveva già dato prova di talento drammatico in Boys di Ferrario, e qui veste con grande dignità i panni di un uomo tutto d'un pezzo, che conosce il valore del lavoro e si cura di poco altro.
Il limite del film è di accontentarsi di una trattazione troppo facile e stereotipata della celebrity culture digitale, calcando la mano sulla dicotomia tra i sani valori di una volta e l'insulso circo "di internet", come continuano a chiamarlo dei personaggi che in modo molto comodo non sanno nulla del mondo di oggi. Peccato, perché altrove Le voci sole sembra voler puntare a qualcosa di più alto e sfaccettato, e finisce invece per auto-esiliarsi in una dimensione di satira un po' vecchia.
È un piccolo film intelligente, Le voci sole (Italia, 2022, 80'). Girato da Marco Scotuzzi e Andrea Brusa, che ne ha scritto la sceneggiatura, la sua vicenda sta quasi tutta nei messaggi vocali e nei filmati che si scambiano Giovanni (Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), Rita (Alessandra Faiella) e il loro Pietro Licenziato in Italia, Giovanni fa il gruista in un'acciaieria polacca. [...] Vai alla recensione »
Percorso simile, in un contesto differente, quello di Giovanni Storti nelle Voci sole di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi, parabola familiare sul potere dei social, con il protagonista nei panni di un operaio costretto, causa pandemia, a trasferirsi in Polonia. I contatti con moglie e figlio sono garantiti da interminabili videochiamate in cui Giovanni, incapace di prepararsi un piatto di pasta, ascolta [...] Vai alla recensione »
È un peccato che Medusa, la casa di distribuzione de Le voci sole, abbia creduto solo relativamente nell'esordio alla regia di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi limitando l'uscita in sala a soli tre giorni - a inizio luglio, poi! - e a una sessantina di schermi. Un peccato non solo per la qualità del film, ma anche perché un'opera che non può contare su una reazione pavloviana nello spettatore (un dramma [...] Vai alla recensione »
Giovanni (Storti, al primo ruolo drammatico in un lungo, e già protagonista del precedente e premiato corto del duo di registi, Magic Alps) è costretto a emigrare in Polonia per la chiusura della fabbrica in cui lavora. Lontano, solo, al calore sfiancante di una fonderia, mantiene la famiglia in Italia, la moglie Rita (Alessandra Faiella), il figlioletto.
Chi sono Le voci sole che danno il titolo al lungometraggio d'esordio di Marco Scotuzzi e Andrea Brusa (anche sceneggiatore), in sala il 4, 5 e 6 luglio per Medusa dopo le anteprime al Seattle International Film Festival (dove ha vinto il Gran Premio della Giuria) e al Taormina Film Fest? Sono gli odiatori seriali, anonimi e frustrati del web, certamente, ma non solo.
A causa della pandemia Giovanni (Giovanni Storti) perde il lavoro ed è costretto a trasferirsi in Polonia dove viene assunto in una fabbrica. L'unico contatto con la moglie (Alessandra Faiella) e il figlio (Davide Calgaro) è il telefono: videochiamate serali in cui si raccontano com'è andata la giornata, video di condivisione, che li vede cucinare e mangiare insieme.
"Mi chiamo Giovanni. Sono il nuovo gruista. Vengo dall'Italia". La voce del protagonista risuona fuoricampo mentre le immagini mostrano una fonderia con il metallo incandescente che bolle rossastro, come fosse lava di un vulcano. Giovanni ci lavora, in fonderia. Ma in Polonia. In Italia è rimasto senza lavoro ed è stato costretto a emigrare. Lo ha fatto con dignità.