Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Indonesia, Francia, Singapore, Australia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Kamila Andini |
Attori | Arawinda Kirana, Asmara Abigail, Sekar Sari, Dimas Aditya, Kevin Ardillova Rukman Rosadi, Neneng Wulandari, Boah Sartika, Nazla Thoyib. |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 aprile 2022
Una ragazza indiana riceve diverse proposte di matrimonio ma dovrà scegliere tra queste e continuare i propri studi. Il film è stato premiato a Toronto,
CONSIGLIATO SÌ
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Yuni ha 16 anni e aspira a una borsa di studio esclusiva, riservata ai tre studenti migliori della scuola musulmana che frequenta. Non essere sposati è la condizione necessaria per ottenerla ma, mentre prosegue con gli studi, Yuni riceve continue proposte di matrimonio e la superstizione locale vuole che rifiutare più di due proposte di nozze comporti il rischio di non riceverne più. Yuni, dopo aver rifiutato le prime due - da parte di un poco di buono e di un anziano facoltoso che aveva già una moglie - si sente accerchiata e incastrata, con il corteggiamento del timido Yoga come unico elemento di speranza per il futuro.
Conosciamo Yuni mentre si spoglia, nella prima scena del film di Kamila Andini, ma la nudità del suo corpo non ci permette di sondare in maniera compiuta il suo animo.
Le priorità e le scelte di Yuni rimangono un mistero, celato dall'evidente bellezza e dall'obbligo di indossare maschere inevitabili per sopravvivere nella società soffocante in cui si trova. A trasmetterci il segnale di un'insofferenza latente è l'ossessione della ragazza per il colore viola, emblema del potere e della spiritualità, di cui vorrebbe detenere ogni manifestazione terrena, fino a impossessarsi degli oggetti dello stesso colore che appartengono alle compagne di scuola. In breve tempo la teenager che indossa magliette che inneggiano al "Girl Power", o che discute di dettagli sessuali intimi con le proprie coetanee, dovrà confrontarsi con il ruolo impostole dalla società, che la valuta secondo parametri arcaici e antitetici alla biologia (come chiarisce il racconto della sposa troppo giovane per poter dare alla luce dei figli). Non assistiamo ad abusi o alle scene di violenza a cui ci ha abituato molto cinema indonesiano in Yuni: ogni prevaricazione è annunciata e messa in atto con tono calmo e gentile, nel pieno rispetto della tradizione. In teoria Yuni ha facoltà di rifiutare le proposte nuziali, ma ogni passo verso una reale indipendenza è osteggiato dalla nonna tradizionalista e dalle maldicenze delle coetanee.
I tentativi di allontanamento dal proprio destino ineluttabile - la cotta per l'insegnante di poesia (il film è dedicato al poeta Sapardi Djoko Damono, autore di "La pioggia di giugno"), il flirt con il romantico e timido Yoga - si infrangono contro un muro granitico di convenzioni che non lascia scampo. Nell'epilogo le titubanze e le ambiguità di Yuni si trasformano in un vicolo cieco di disperazione, mentre cresce un invisibile accerchiamento etico che accomuna famiglia, istituzioni e semplici cittadini. Andini adotta uno stile semplice e dimesso per avvicinarci al punto di vista di Yuni senza preconcetti, lasciando il proscenio alla straordinaria interpretazione di Arawinda Kirana. La macchina da presa è puntata costantemente su di lei e su un volto che deve esprimere nel silenzio la moltitudine di pensieri contraddittori di una teenager in difficoltà. L'accelerazione dell'epilogo porta a qualche soluzione semplicistica, ma Yuni resta un documento importante della difficile transizione verso l'emancipazione in molte zone del mondo.
Conosciamo Yuni mentre si spoglia, nella prima scena del film di Kamila Andini, ma la nudità del suo corpo non ci permette di sondare in maniera compiuta il suo animo. Le priorità e le scelte di Yuni rimangono un mistero, celato dall’evidente bellezza e dall’obbligo di indossare maschere inevitabili per sopravvivere nella società soffocante in cui si trova.
In breve tempo la teenager che indossa magliette che inneggiano al “Girl Power”, o che discute di dettagli sessuali intimi con le proprie coetanee, dovrà confrontarsi con il ruolo impostole dalla società, che la valuta secondo parametri arcaici e antitetici alla biologia.
Andini adotta uno stile semplice e dimesso per avvicinarci al punto di vista di Yuni senza preconcetti, lasciando il proscenio alla straordinaria interpretazione di Arawinda Kirana. La macchina da presa è puntata costantemente su di lei e su un volto che deve esprimere nel silenzio la moltitudine di pensieri contraddittori di una teenager in difficoltà. L’accelerazione dell’epilogo porta a qualche soluzione semplicistica, ma Yuni resta un documento importante della difficile transizione verso l’emancipazione in molte zone del mondo.
Yuni (Arawinda Kirana) è una ragazza indonesiana di quasi diciassette anni, frequenta il liceo con dedizione e successi (una sua professoressa la dichiara la più brava della scuola), ha amiche care con cui condivide momenti di leggerezza e intimità (sdraiate una sull'altra su un prato hanno una conversazione profonda sul sesso in cui una di loro è sposata ma frequenta lo stesso la scuola, ha conoscenze [...] Vai alla recensione »
Nel momento in cui un film ragiona sul proprio genere di appartenenza (nel caso di Yuni, il coming of age movie) e sui codici narrativi ed estetici che lo contraddistinguono, arrivando a rileggerli alla luce di un nuovo, originale elemento esclusivo del mondo diegetico da esso messo in scena, è molto probabile che dia vita ad un racconto di qualità.
Per essere credibile e catturare l'empatia dello spettatore un racconto di formazione dovrebbe, in prima istanza, sempre riproporre la realtà in ogni sua possibile sfaccettatura. Salvo poi lanciarsi in una dimensione poetica in grado di rendere metafora l'ambientazione sociale e culturale dell'opera. La regista indonesiana Kamila Andini rispetta quasi alla lettera tali prerogative, confermando con [...] Vai alla recensione »
Vedova - la predilezione del viola sarà mica simbolica? - ancora prima di sposarsi. Perché la bella e brava Yuni (Arawinda Kirana, ottima) non ha alcuna intenzione di sposarsi, preferisce proseguire gli studi, ovvero affrancarsi da un destino segnato: all'ultimo anno del liceo si sottrarrà alle aspettative della propria comunità, della propria famiglia perseguendo il libero arbitrio, costi quel che [...] Vai alla recensione »