felicity
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giovedì 29 dicembre 2022
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non spacca ma non annoia
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Thor: Love and Thunder è un film spiazzante, e non sempre per il meglio. Certo, i momenti divertenti abbondano e in più di un’occasione si ride di gusto, ma ci mancherebbe altro visto che, tranne un paio di sequenze drammatiche, il film altro non è che un succedersi di quelle gag che hanno reso famoso l’MCU. Il film è un vero bombardamento a tappeto di battute e situazioni comiche sparate a mitraglia e, se è vero che è impossibile non farsi una risata, è anche vero che non tutti i momenti comici sono riusciti e, alla lunga, il ritmo è troppo tirato e la narrazione non regge.
La leggerezza è uno dei segni distintivi dei film Marvel, ma si tratterebbe sempre di film d’avventura, con tutto il dramma, l’adrenalina e il senso di minaccia imminente che li dovrebbero rendere efficaci.
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Thor: Love and Thunder è un film spiazzante, e non sempre per il meglio. Certo, i momenti divertenti abbondano e in più di un’occasione si ride di gusto, ma ci mancherebbe altro visto che, tranne un paio di sequenze drammatiche, il film altro non è che un succedersi di quelle gag che hanno reso famoso l’MCU. Il film è un vero bombardamento a tappeto di battute e situazioni comiche sparate a mitraglia e, se è vero che è impossibile non farsi una risata, è anche vero che non tutti i momenti comici sono riusciti e, alla lunga, il ritmo è troppo tirato e la narrazione non regge.
La leggerezza è uno dei segni distintivi dei film Marvel, ma si tratterebbe sempre di film d’avventura, con tutto il dramma, l’adrenalina e il senso di minaccia imminente che li dovrebbero rendere efficaci. E questo è il grosso punto debole di Thor: Love and Thunder. Tutto viene buttato un po’ in vacca, soprattutto i passaggi con Russel Crowe che fa una grande parte, sarebbe davvero perfetto per il suo ruolo… se si trattasse di un film comico tout court. Ci può stare l’ironia ma il suo personaggio, che dovrebbe essere autorevole, la cui ira dovrebbe spaventare, si trasforma in una macchietta divertente e fuori luogo. Sempre i passaggi con Russel Crowe mettono in evidenza una scrittura completamente confusionaria, un film che sembra il risultato di una sceneggiatura gettata nel frullatore e poi rimescolata in uno shaker da cocktail, con parti superflue, come quella sopra citata, aggiunte al film solo per provocare altre risate ma senza un peso reale nell’economia della trama.
Anche l’estetica à la Power Rangers, che da qualche tempo caratterizza i film dell’MCU, contribuisce a togliere mordente al film nel suo insieme: dai costumi di The Eternals all’armatura di quest’ultima versione di Thor il character design mostra con grande evidenza il proprio legame con il reparto merchandising. Eppure, non si può dire che Thor: Love and Thunder sia completamente un brutto film. In un certo senso ti prende per sfinimento e sì, fa acqua da tutte le parti, sembra non avere né capo né coda, e per certi versi è proprio così, ma alla fine a forza di cazzeggiare esci dal cinema che non puoi negare di esserti divertito. Ed è questo che spiazza del film e che lo salva. L’umorismo in quantità industriali alla fine almeno in parte funziona. Non spacca ma non annoia e non risulta irritante. Il che non riscatta del tutto la pellicola ma, se non altro, non la condanna nemmeno con formula piena.
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kyotrix
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sabato 15 ottobre 2022
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cinema spazzatura
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C'è poco da dire su questo film. Orrendo.
Sconsigliato ai maggiorenni
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lizzy
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lunedì 12 settembre 2022
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una vera buffonata.
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Scusate, ma vorrei esordire con un urlato "Mamma mia che impressione", per parafrasare il nostro Albertone nazionale.
Insomma...
Inizia il film... la storia sembra cominciare decentemente... ma non passano manco dieci minuti (10) che ogni bella speranza si infrange in un ammasso di banali cialtronerie che manco nei peggiori fumetti.
Insomma, capisco voler fare cassetta a tutti i costi, ma se la "qualità" del pubblico si vede dal numero di biglietti venduti allora siam messi male, molto male.
Thor ormai non ha più nulla del titolare del fumetto vero.
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Scusate, ma vorrei esordire con un urlato "Mamma mia che impressione", per parafrasare il nostro Albertone nazionale.
Insomma...
Inizia il film... la storia sembra cominciare decentemente... ma non passano manco dieci minuti (10) che ogni bella speranza si infrange in un ammasso di banali cialtronerie che manco nei peggiori fumetti.
Insomma, capisco voler fare cassetta a tutti i costi, ma se la "qualità" del pubblico si vede dal numero di biglietti venduti allora siam messi male, molto male.
Thor ormai non ha più nulla del titolare del fumetto vero. Questo essere è un decerebrato cafone e presuntuoso che non ha nemmeno idea di cosa dire e fare.
I suoi comprimari, saltato il busillis della "tolleranza" e della "inclusione" (ormai non lo si riesce a vedere più un film senza che i protagonisti non subiscano terribili metamorfosi per renderli o "di colore", o omosessuali, o "diversamente abili" eccetera. E chi più ne ha più ne metta.
E non solo: come fu con Spiderman di Raimi qua si mistifica la realtà dei fatti (dei fumetti) inserendo cose a caso o cambiando letteralmente significato a personaggi e situazioni. Basti ad esempio prendere assieme l'Heimdall "nero" (in pratica una sorta di presa in giro allo spettatore visto che Heimdall è propriamente detto "Il Dio Bianco) e Lady Sif che dovrebbe esserne la sorella (ma qua è bianca!). E della (tormentata) decennale relazione di questa con il biondo dio asgardiamo che ce ne facciamo? La buttiamo alle ortiche?
Ma anche tutta la genesi della "Potente Thor"; il suo percorso sofferto e la conclusione della trama "cartacea" viene completamente ignorata sfruttando le potenzialità del personaggio "Jane Foster" (che ricordiamo essere una semplicissima infermiera di nascita e non una famosa astrofisica...) solo per pochi minuti e per delle situazioni al limite del patetico.
E d'accordo che chi vede questi film è ben conscio che qua può succedere tutto e il contrario di tutto...ma a questo "tutto" dovrebbe esserci un limite.
Come un limite bisognerebbe metterlo a certe pagliacciate tipo la nudità improvvisa di Thor: una scena straziante (per la stupidità e la pochezza) e perfettamente gratuita: cosa si voleva, far saltare gli ormoni a qualcuno? Senza parole.
E la Valchiria (ovviamente di etnia afro/asiatica e di attitudini lesbo/chic, come vuole la moda) che viene ferita a morte da Gorr? Ah, no, macchè: non la ha uccisa, la ha solo ferita ad un rene... e va beh...dai...errori di inesperienza (di Gorr o degli sceneggiatori?).
E la "nave" vichinga da ridere, e i bambini all'improvviso tutti guerrieri, e l'uomo di pietra figlio di una coppia aliena omosex (deh...) che rimane in vita solo come maschera facciale (tranne poi rigenerarsi non si sa come più avanti) e...cosa? Omnipotence City? E Zeus ispiratore di Thor? Ridicolo..
Come ridicolo risulta il "fulmine di Zeus". Suvvia... un po' di creatività non guasterebbe.
Il tutto condito con una (falsissima) salsina pop che non aiuta certo con il lavoro cinematografico.
Insomma... dopo la svolta patetica degli ultimi Spiderman e le cadute di stile e stravolgimenti di personaggi (Shang Chi, Morbius, eccetera) ecco che anche il massacro del personaggio "Thor" è servito.
Questo succede a dare in mano a registi inadatti e a sceneggiatori improvvisati certi capolavori mondiali del fumetto.
Che pena.
Che buffonata.
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montefalcone antonio
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lunedì 1 agosto 2022
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thor in viaggio alla riscoperta di se stesso
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Il quarto capitolo della saga nordica sul Dio del Tuono, continua a puntare su azione, spettacolo e genuino divertimento, riprendendo da dove aveva lasciato.
La pellicola di Taika Waititi per l’universo Marvel ricalca lo stile già usato per il precedente “Thor - Ragnarok”, soltanto che tutto caricato in eccesso, e permeato ancor di più da una vena grottesca nella raffica vertiginosa di sequenze, personaggi e dialoghi.
Certo, chi predilige toni meno frivoli e caotici, probabilmente non lo apprezzerà o non lo gusterà più di tanto, ma l’opera è in sé comunque godibile, avvincente e possiede una sua forza attrattiva.
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Il quarto capitolo della saga nordica sul Dio del Tuono, continua a puntare su azione, spettacolo e genuino divertimento, riprendendo da dove aveva lasciato.
La pellicola di Taika Waititi per l’universo Marvel ricalca lo stile già usato per il precedente “Thor - Ragnarok”, soltanto che tutto caricato in eccesso, e permeato ancor di più da una vena grottesca nella raffica vertiginosa di sequenze, personaggi e dialoghi.
Certo, chi predilige toni meno frivoli e caotici, probabilmente non lo apprezzerà o non lo gusterà più di tanto, ma l’opera è in sé comunque godibile, avvincente e possiede una sua forza attrattiva.
Sembra che il regista voglia richiedere ai suoi spettatori e al suo cast di non prendersi mai sul serio, ed accettare questo scanzonato mood come un possibile strumento per comunicare qualcosa di significativo, benché in sé già scontato, ovvio, risaputo. Come ad esempio il tema dell’amore (Thor ritroverà la sua amata Jane, a lungo agognata) e questo sentimento, l’unico di cui si ha davvero bisogno per poter vivere con più vita; o il tema della morte, o quello della depressione e della follia. E poi ancora l'idea di grandezza, la catarsi del sacrificio, l'assenza di egoismo e il valore dell'uomo che affronta la propria mortalità.
Thor è sempre egocentrico e spavaldo, possente e invulnerabile, ma stavolta è colto anche nella sua fragilità emotiva, nella sua sensibilità sentimentale, e nella sua instabilità interiore. Una sorta di “malessere” che sceneggiatori e regista vogliono far risaltare dietro la sua potenza fisica, al punto da proiettarlo nell’epica dolente della mitologia norrena e nel riconoscere in lui il senso tragico.
E pian piano il dramma di esistenze fatte di perdite, dolori o sbagli prenderà il posto di gag, battute, e sorprese. Il figlio di Odino, infatti, è indeciso tra le sue armi, non ha più una patria, fatica a trovare uno scopo, è diventato un errabondo dello spazio, e deve scontrarsi con Gorr, detto il macellaio degli dei, un villain mefistofelico che Christian Bale interpreta ottimamente.
Oltre a Bale, ha un suo ruolo di cartina di tornasole dell’intero film, anche la new entry Russell Crowe, nel personaggio di Zeus, a suo agio in questi panni; e la ritrovata e sempre brava Natalie Portman, sul versante sentimentale. Il ciclo a fumetti creato da Jason Aaron è la fonte di ispirazione per questo personaggio e la pellicola è anche abbastanza fedele all’originale. Soprattutto non rinuncia al dramma che sta dietro alla sua trasformazione.
Tramite la caratterizzazione di questi ultimi personaggi, la sceneggiatura cerca di acquisire un tono epico e di bilanciare – forse a fatica – la disperazione e la tristezza, portati come macigni da Gorr e Jane Foster con momenti più lievi, per proiettare le loro conseguenze soprattutto sul protagonista.
Un protagonista intrappolato in una crisi identitaria. E “Thor: Love and Thunder” è infatti efficace proprio in quei rari momenti in cui cerca di suscitare emozioni sincere e non ironiche.
La confezione tecnico-formale è sempre più impeccabile; i cammei di Matt Damon, Sam Neil, Melissa McCarthy nei vari siparietti comici sono ilari, e alcune scene ispirate.
Però non tutto funziona (vedi alcune gag o l’impressione di una comicità spesse volte fine a se stessa; le ricerche visive ed estetiche che tendono a ripetersi con troppa insistenza, rendendo tutto molto ridondante) e la macchina nel suo complesso, seppur oliata, ha ingranaggi che scricchiolano qua e là (su tutto: i cupi archi narrativi con quelli più leggeri adottati dalla pellicola che avrebbero meritato di maggiore equilibrio e spazio d’approfondimento).
Un film dunque parzialmente riuscito, quasi sciupato, che, però, al netto di limiti e difetti, ha aspetti accettabili che possono anche risultare piacevoli se ci si accontenta del minimo richiesto da una produzione di questo tipo, e si accetta la loro dimensione bizzarra e surreale.
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67user
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domenica 24 luglio 2022
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pessimo
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Sarà che me lo aspettavo del tutto diverso, sarà che non ho capito quello che voleva esprimere, ma non mi è piaciuto per niente: quel mischietto di personaggi mitologici, mondo moderno e creture futuristiche mi è sembrato una scemenza senza uguali; forse bisogna accettarlo per quello che è: un film demenziale al pari, se non peggio, di quelli di Leslie Nielsen. Mi è capitato in passato di vedere altri film della Marvel: nessuno mi aveva entusiasmato, ma questo li batte tutti... ovviamente in senso negativo.
[+] peggio che pessimo
(di lizzy)
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cianoz
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martedì 12 luglio 2022
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ormai dei supereroi originali dei fumetti...
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...è sparita anche l'ombra
Da quando Disney ha fagocitato il mondo Marvel ogni forma di avventura supereroistica che contenga traccia di violenza o di atteggiamento rude è stata ripulita, ammorbidita e resa bimbo-friendly. Poi, come se non bastasse, è stato ingaggiato tale Iaika Waititi (alzi la mano chi l'aveva mai sentito nominare prima di Thor Ragnarok) e Thor e compagnia sono stati definitivamente declassati a stupidi clown per bambini.
RIP Mavel e tutti i suoi supereroi.
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lunedì 11 luglio 2022
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bellissimo fim lo consiglio a tutti......
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Ho partecipato com figurante, bellissima esperienza!!! Complimenti a tutto il casting
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jaylee
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domenica 10 luglio 2022
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l''anima poprock del marvel universe
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Taika Waititi, regista sui generis, torna sulla scena del delitto, ovvero ci ripropone la sua versione molto sopra le righe del Dio Del Tuono Thor. 5 anni fa, tutto sommato, aveva ridato linfa a quello che era il personaggio tutto sommato meno andato bene rispetto ai colossi e colleghi Iron Man e Capitan America, e lo aveva fatto calcando la mano sul lato comico dei film Marvel, con Thor: Ragnarok.
E siccome squadra che vince non si cambia, ecco un’altra debordante avventura del Vendicatore Tonante. Stavolta se la dovrà vedere con Gorr, potente maestro delle ombre, che ha deciso di eliminare tutti gli Dei dell’Universo (e chi può dargli torto). Ad aiutarlo, il fedele Korg, la Valchiria che ormai è diventata il capo di Nuova Asgard e, a sorpresa, la sua vecchia fiamma Jane Foster, che ritorna con una sorpresa (beh, più di una, ma non spoileriamo troppo).
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Taika Waititi, regista sui generis, torna sulla scena del delitto, ovvero ci ripropone la sua versione molto sopra le righe del Dio Del Tuono Thor. 5 anni fa, tutto sommato, aveva ridato linfa a quello che era il personaggio tutto sommato meno andato bene rispetto ai colossi e colleghi Iron Man e Capitan America, e lo aveva fatto calcando la mano sul lato comico dei film Marvel, con Thor: Ragnarok.
E siccome squadra che vince non si cambia, ecco un’altra debordante avventura del Vendicatore Tonante. Stavolta se la dovrà vedere con Gorr, potente maestro delle ombre, che ha deciso di eliminare tutti gli Dei dell’Universo (e chi può dargli torto). Ad aiutarlo, il fedele Korg, la Valchiria che ormai è diventata il capo di Nuova Asgard e, a sorpresa, la sua vecchia fiamma Jane Foster, che ritorna con una sorpresa (beh, più di una, ma non spoileriamo troppo).
Dicevamo, Waititi, che presta pure la voce al roccioso Korg, ripete l’operazione sorriso in questo nuovo episodio, rendendo tutto più che rock, il più pop possibile: Nuova Asgard è diventata un’attrazione per turisti, i colori sono sgargianti e le musiche sono gentilmente offerte da Guns’N’Roses e AC/DC (in linea con la tematica “Tuono e Metallo” delle avventure di Thor). Unica eccezione: per l’appunto Gorr, che invece è bianco e si muove in un mondo privo di colori (ci ricorda un po’ il cartone dei Beatles degli anni ’70, con i Fab Four coloratissimi che si battevano contro i Blue Meanies che tutto rendevano grigio).
A dire la verità, però, mentre Ragnarok era si divertente, ma mostrava un po' la corda del genere Supereroi, questo Love & Thunder gli assomiglia meno per la prima parte, e decisamente per la seconda. Non che non ci siano dei passaggi divertenti, come le rappresentazioni teatrali dei finti Loki e Thor, la visita alla Cittadella degli Dei o le scene di gelosia dell’ascia StormBreaker nei confronti di Mjolnir, ma insomma, quello che si poteva fare, lo si è fatto, il resto gira un po’ a vuoto, quasi come la versione per bambini di un film della Marvel, ed infatti c’è pure il narratore fuori campo che racconta la storia come fosse una favola, (tipo Mad Max Oltre La Sfera del Tuono), che sono un po’ l’espediente narrativo per tenere incollato il tutto. La versione per bambini e per donne, visto lo spazio concesso al cast femminile, e con ovviamente tanta diversity and inclusion, la Valchiria è bassotta e nera, gli Asgardiani sono equamente distribuiti, ovviamente spazio politicamente corretto per relazioni LGBTQ+,
Di fotografia e musica abbiamo parlato, vediamo gli attori: Chris Hemsworth sempre più grosso e muscoloso (e stavolta appare pure in un nudo -non frontale- che suppongo sia sempre per far piacere a pubblico femminile e LGBTQ+), ma sempre meno espressivo; torna Natalie Portman in una parte appena discreta, lasciamo stare Tessa Thompson (la Valchiria di cui sopra): ovviamente chi salva il casting è Christian Bale, che dipinge il suo Gorr in modo disperato e credibile e, a dire la verità, ci sta parecchio simpatico come messaggio di fondo: basta adorare degli Dei capricciosi e dai quali non aspettarsi niente. E’ lui che dona un po’ di peso (e cuore) ad un film leggero come una piuma e avrebbe meritato ben più minutaggio.
Molto meno rock di quanto ci si poteva aspettare (www.versionekowalski.it)
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umberto
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domenica 10 luglio 2022
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il colpo di grazia su thor
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THOR: LOVE AND THUNDER... Pensavo fosse difficile fare peggio di Thor Ragnarok e invece Taika Waititi è riuscito in questa impresa. Purtroppo il sospetto ce lo avevo molto forte visti i trailers pubblicati finora, ma nutrivo lo stesso una mezza speranza su un possibile mio giudizio frettoloso. Speranza che si è materializzata nel primo quarto d'ora di visione, ma che si è sbriciolata nella successiva ora e mezza per cercare di ricomporsi un po' nella parte dello scontro finale. L'effetto "parodia", che non mi era piaciuto nel capitolo precedente, quì viene enfatizzato ancora di più rendendo i personaggi ancora più ridicoli. Per non parlare poi di tutto il "politicamente corretto" che, anche in questa occasione, viene forzato, rendendo il tutto molto stucchevole.
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THOR: LOVE AND THUNDER... Pensavo fosse difficile fare peggio di Thor Ragnarok e invece Taika Waititi è riuscito in questa impresa. Purtroppo il sospetto ce lo avevo molto forte visti i trailers pubblicati finora, ma nutrivo lo stesso una mezza speranza su un possibile mio giudizio frettoloso. Speranza che si è materializzata nel primo quarto d'ora di visione, ma che si è sbriciolata nella successiva ora e mezza per cercare di ricomporsi un po' nella parte dello scontro finale. L'effetto "parodia", che non mi era piaciuto nel capitolo precedente, quì viene enfatizzato ancora di più rendendo i personaggi ancora più ridicoli. Per non parlare poi di tutto il "politicamente corretto" che, anche in questa occasione, viene forzato, rendendo il tutto molto stucchevole. Per fortuna c'è un superlativo Christian Bale (da 9) che, insieme alla bellissima fotografia nella scena nel Regno delle Ombre, rialza un po' le sorti di un film che sennò per me sarebbe da 3.
Voto: 5
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[+] capra..... capra .... capraaaa!!!!!.....
(di umberto)
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jagofilm
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venerdì 8 luglio 2022
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un thor demenziale
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Divertente, ricco, nuovo nell'approccio disinvolto con cui Thor entra e esce da se stesso e dalla storia, prendendo(si) in giro fino al demenziale. Parossistico nel coinvolgimento degli dei dell'Olimpo... Ma noi che abbiamo letto i fumetti dell'epoca amiamo di più le versioni "serie"! Un appunto: Zeus muore con una "fulminata"; e il cattivo non muore mai? :o\
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