Titolo originale | Mediterráneo |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna, Grecia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Marcel Barrena |
Attori | Eduard Fernández, Dani Rovira, Anna Castillo, Sergi López, Melika Foroutan Alex Monner, Patricia López Arnaiz, Constantin Symsiris, Vassilis Bisbikis, Stathis Stamoulakatos. |
Uscita | giovedì 3 febbraio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Adler Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,78 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 13 gennaio 2022
Due uomini decidono di recarsi sull'isola di Lesbo e aiutare le persone in difficoltà a raggiungere la terra ferma. Il film è stato premiato a Roma Film Festival, ha ottenuto 7 candidature e vinto 3 Goya, In Italia al Box Office Open Arms - La legge del mare ha incassato 68,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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2015, autunno. Òscar, comproprietario di una società di bagnini di Barcellona, resta sconvolto dalla foto di Alan Kurdi, il bambino siriano annegato nel Mediterraneo. Decide di partire subito per l'isola di Lesbo convincendo ad andare con lui anche il collega e amico Gerard che è da poco diventato padre. Arrivati sul posto, sono messi davanti alla dura realtà; ogni giorno migliaia di persone cercano di raggiungere terra con imbarcazioni di fortuna ma nessuno li aiuta davvero. Polizia e guardia costiera si rimbalzano le responsabilità e gli abitanti del luogo si mostrano indifferenti se non ostili. La presenza di Òscar e Gerard non è gradita. L'avvertimento è in una scritta ("Via gli stranieri") sulla fiancata della loro Panda Rossa. C'è però qualcuno che è dalla loro parte come la proprietaria di un ristorante. Ad aiutarli nei soccorsi arrivano dalla Spagna anche Nico ed Esther, la figlia di Òscar, e al gruppo si uniscono anche un fotografo e un medico alla disperata ricerca della figlia scomparsa.
Basato sulla storia vera di Òscar Camps, il fondatore di Open Arms, il film diretto da Marcel Barrena non perde tempo e sceglie subito da che parte stare.
Il fatto vero di cronaca ha il ritmo serrato a metà tra il western e l'action quando i protagonisti arrivano in una città ostile. La scena dal meccanico che gli ripete la cifra di 3000 euro sia per riparare l'auto sia per vendere lo spray diventa indicativa di come il luogo possa nascondere dietro la sua bellezza il suo lato sinistro. Da una parte è il luogo per i turisti con la 'provocatoria' immagine-cartolina dell mare e la luna di notte. Dall'altra ci sono i salvagenti che galleggiano in mare e per terra e i trafficanti che buttano giù dai gommoni famiglie con madri e bambini.
Marcel Barrena, al suo secondo film come regista, si ispira ancora a una vicenda realmente accaduta. Dopo aver mostrato la vicenda del ragazzo spagnolo affetto da sclerosi multipla che ha deciso di non arrendersi affrontando un thriathalon Ironman con percorsi di nuoto, ciclismo e corsa in 100 metros, con Open Arms - La legge del mare firma un film insieme politico e profondamente umano.
Si carica sulle spalle tutta l'indignazione di Òscar, interpretato con efficace realismo da Eduard Fernández e condivide con lui la rabbia, l'indignazione, la ricerca di una luce in fondo al tunnel e quella sua frase che è un urlo che potrebbe perdersi nel vuoto o arrivare a qualcuno: "Non sono un politico, sono un bagnino". La descrizione esemplare della dura quotidianità ma anche della ricerca di una speranza può portare il suo cinema dalle parti di quello di Fernando León de Aranoa. Al tempo stesso si getta anima e corpo nella storia che racconta.
Tutte le scene in mare hanno un impatto immediato. C'è la paura, la spinta verso una possibile salvezza e lo sfinimento fisico. È un cinema che non si risparmia e da tutto sé stesso magari concedendosi qualche finale di troppo, qualche lacrima e un miracolo improvviso alla vista di una bambina confusa inizialmente per un maschio. Ma sono solo piccolissime sbavature di un film disperato e appassionato, supportato da attori davvero motivati (oltre a Fernández, anche Anna Castillo, Dani Rovira e Sergí Lopez) che riapre con forza una ferita sempre aperta.
Ma proprio volete dare un altro dispiacere a Matteo Salvini, già abbacchiato per non essere riuscito nell' operazione "una donna presidente" (e pure in isolamento causa virus). Un film su Open Arms? Neanche un documentario, proprio un film con gli attori che interpretano Oscar Camps e il suo amico Gerard, partiti da Barcellona verso Lesbo per fare il loro mestiere: salvataggi in mare.
Un film che si rivolge alla coscienza di ogni abitante dell' Europa occidentale, di fronte all' immane catastrofe dei migranti che perdono la vita in mare. È la storia vera di Oscar Camps che dopo aver visto la foto del corpo piccolo Aylan Kurdi abbandonato su una spiaggia di Lesbo, prende la decisione di non stare a guardare. Lui che fa il bagnino in Spagna in una struttura organizzata per il turismo, [...] Vai alla recensione »
Il «caso Open Arms» aveva tenuto banco in Italia nel 2019 dopo che alla nave dell'organizzazione non governativa spagnola, con a bordo 107 migranti, era stato impedito l'ingresso nelle acque territoriali italiane. Lo ricordiamo perché il film del regista spagnolo Marcel Barrena, «Open Arms - La legge del mare», racconta come è nata quella che poi, qualche anno dopo, diventerà la celebre organizzazione [...] Vai alla recensione »
Il secondo film di Marcel Barrena conferma la sensibilità del regista per i drammi umani e individuali, e dopo "100 metros" mette davanti alla sua mdp l'origine di Open Arms, dovuta all'iniziativa di un bagnino spagnolo, Oscar Camps, nell'autunno del 2015, dopo aver visto una foto di Alan Kurdi, il bambino morto affogato nel Mediterraneo cercando di raggiungere l'Europa, assieme ad alcuni colleghi [...] Vai alla recensione »
«La legge del mare dice che la vita va salvata, che non puoi lasciare un naufrago alla deriva». Partendo da questa legge e da Òscar Camps, fondatore dell'organizzazione umanitaria Open Arms, il regista Marcel Barrena mette in scena un film toccante e realistico, che ha l'obiettivo di puntare i riflettori sulle crisi migratorie contemporanee. Il suo "Open Arms - La legge del mare", prodotto da Spagna [...] Vai alla recensione »
Un tempo il presente era merce così rara nel nostro cinema da sembrare esotico. Anche per questo c'è sempre stato un rispetto quasi revenziale verso la cosiddetta necessaria prospettiva storica. Ora è diverso: con la rivoluzione delle serie, con i documentari che sono diventati mainstream, il presente è diventato una materia prima molto usata. Open Arms va inserito e apprezzato in questo contesto. Vai alla recensione »
Tutti ricordano la foto del corpo senza vita di Aylan Kurdi, bimbo di 3 anni, depositato dalle onde sulle spiaggia dell'isola greca di Lesbo. Era iI 2015. Fece il giro del mondo e turbò la coscienza di un bagnino di Barcellona (Spagna). Non si poteva restare a proteggere turisti quando in mare si moriva, come i profughi mediorientali per cercare un approdo di salvezza.
Settembre 2015, al mondo intero venne sbattuta in faccia l' ennesima tragedia dei morti in mare mentre cercano di fuggire verso l' Europa. Questa volta con una variante che inchioda tutti: Alan Kurdi, tre anni, ritrovato cadavere sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. La foto di Nilüfer Demir fa il giro del mondo, il giornale tedesco Bild, in seguito alle proteste, decide di rimuoverla dal giornale e [...] Vai alla recensione »
Nell'autunno 2015 due bagnini spagnoli, Oscar e Gerard, arrivano a Lesbo dopo aver visto la fotografia di un bambino annegato nel Mediterraneo, scoprendo che migliaia di persone ogni giorno rischiano la vita cercando di attraversare il mare per fuggire dai conflitti armati e dalle miserie nei loro paesi d'origine, senza che nessuno intervenga in loro soccorso.
Un film su Oscar Camps, fondatore di Open Arms, e dei suoi volontari è una sorpresa in un cinema come quello attuale, refrattario a occuparsi del presente o incline a delegarlo al documentario (che così sta rientrando nel mainstream). Invece Open Arms-La legge del mare affida ad attori la sua storia: da quando, nel 2015, un gruppo di bagnini spagnoli va sull' isola di Lesbo per soccorrere i rifugiati [...] Vai alla recensione »
Come nacque a Lesbo l'ONG catalana Open Arms, che dal 2015 con la Golfo azzurro perlustra il Mediterraneo e ha salvato oltre 60 mila cittadini in fuga da guerre, dittature e fame. La legge del mare non lascia morire chi sta annegando e se l'Unione europea non aiuta commette «inazione deliberata», cioè omicidio. Così, per non trasformare il Mediterraneo in una fossa comune di vittime dei businessmen [...] Vai alla recensione »
Molto spesso capita di abusare di termini come "urgente" o "necessario" quando si affronta un film politico di questo genere, così potente e straziante. Ma Open Arms - La legge del mare non è un film politico, non è un film di destra o di sinistra che può dividere il pubblico riguardo il suo messaggio. O almeno non dovrebbe farlo. Marcel Barrena racconta la semplice storia di un uomo che vuole fare [...] Vai alla recensione »
Era il due settembre 2015 quando al mondo intero venne sbattuta in faccia la tragedia dei morti in mare cercando di fuggire verso l'Europa. Tra loro Ailan Kurdi, tre anni, morto affogato e ritrovato cadavere sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. La foto di Nilüfer Demir fece il giro del mondo, il giornale tedesco Bild, in seguito alle proteste, decise di rimuovere l'immagine dal giornale e dal sito. [...] Vai alla recensione »
Ci sono pellicole che, sebbene non riescano a soddisfare pienamente a livello artistico, almeno riescono ad assolvere il compito di fornire utili informazioni. Si potrebbero definire come delle pellicole passepartout, atte ad accedere facilmente, attraverso una (ri)narrazione in formato fiction, a dei fatti o notizie poco note; e in questo caso la cinematografia è ricolma di opere e/o prodotti similari, [...] Vai alla recensione »
Il titolo scelto dalla distribuzione italiana è esplicito, Open Arms (con sottotitolo La legge del mare), ma quello originale Mediterráneo, ha una potenza evocativa che rende il film di Marcel Barrena (in selezione ufficiale alla XVI Festa del Cinema di Roma) una storia sì particolare nonché universale, individuando nell'esperienza singola l'opportunità di tracciare una storia collettiva.