L'opéra

Film 2021 | Drammatico

Regia di Stéphane Demoustier, Cécile Ducrocq, Inti Calfat, Dirk Verheye, Laïla Marrakchi. Una serie con Ariane Labed, Raphaël Personnaz, Sam Louwyck, Brigitte Sy, Damien Chapelle. Cast completo Titolo originale: L'opéra. Genere Drammatico - Francia, 2021, STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento lunedì 13 marzo 2023

Uno sguardo dietro le quinte dell'Opera di Parigi, l'istituzione francese specchio della nostra società.

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Le vicende di tre personaggi nei retroscena del balletto dell'Opéra di Parigi.
a cura della redazione
venerdì 11 marzo 2022
a cura della redazione
venerdì 11 marzo 2022

Questa serie francese è un racconto realistico volto a esplorare e problematizzare il conservatorismo della celebre istituzione parigina dell'Opéra Garnier, proiettandola verso un futuro possibile. La serie segue tre personaggi, Sébastien, il nuovo ambizioso direttore del balletto, Flora, prima ballerina nera del teatro, e Zoé, prima ballerina acciaccata dalla disciplina e dalla vita, che rischia di essere liquidata. La serie mette in scena un microcosmo segnato dal peso di una tradizione spietata che sfocia ora nell'anacronismo, e se Sébastien è determinato a portare il balletto in un'altra direzione, le due ballerine devono ciascuna fare i conti con difficoltà molto diverse e al tempo stesso che si rispecchiano una nell'altra.

Episodi: 8 (50 min.)
Regia di Stéphane Demoustier, Cécile Ducrocq, Inti Calfat, Dirk Verheye, Jean Baptiste Pouilloux, Laïla Marrakchi.

Romanzesca e palpitante, una stagione che riporta la danza al cuore della rappresentazione rispolverando un intero genere

Recensione di Marzia Gandolfi

Dopo aver lottato strenuamente nella prima stagione per riprendersi il suo posto nel firmamento, Zoé Monin corre da un ruolo all'altro, corteggiata dai coreografi e da Diane Taillandier, ex insegnante tornata all'Opéra per fare carriera e fare tremare i tutù. Se Zoé ha ancora pochi anni per brillare, e un salto nel vuoto da colmare, Flora Soumaré, promettente debuttante, continua la sua ascesa tra concorsi, amori e sfide alla sbarra, dove incontra un 'principe' cubano e segue le lezioni di Diane. Ma i suoi sentimenti si scontreranno con la realtà: le infedeltà del primo e la crudeltà della seconda, votata a Tersicore fino alla morte. Non fa prigionieri Diane, rigore, obbedienza e tradizione sono la sua sola legge. A rischio di alienarsi l'intera compagnia...

Seconda stagione per la serie di Cécile Ducrocq e Benjamin Adam, che introduce una vilaine 'da favola' e si confronta coi limiti (fisici ed emotivi) dei suoi protagonisti.

Tra conservazione e modernizzazione, L'Opéra riprende le fila del suo racconto traghettato ancora una volta da Zoé, vittima di un incidente che potrebbe mettere fine alla sua carriera, e Flora, impaziente di crescere e tentare la fortuna in un concorso che sembra al di là delle sue possibilità.

Ne è sicura Diana Taillandier, vecchia étoile che le ha dichiarato guerra con metodi poco ortodossi e una propensione naturale all'umiliazione, a cui ricorre per soddisfare il suo desiderio di perfezione e successo. Imperiale nel ruolo, Anne Alvaro (Il gusto degli altri) è un capolavoro di magnetismo e perfidia che scuote la serie e una nuova generazione di attori-ballerini alla ribalta. L'attrice incarna da sola tre secoli di balletti e tradizione francese, seducendo i suoi allievi e interrogando il pubblico a casa su un'organizzazione complessa alla perenne ricerca dell'eccellenza.

Confrontato con l'irreversibile evoluzione della società, il Garnier si fa 'teatro' di scontro tra un nuovo tiranno e una gioventù ambiziosa e combattente, pronta a tutto, anche a saltare le tappe, per prendersi il suo posto nel mondo. Ma è anche una generazione offesa quella che mette in scena Stéphane Demoustier, ragazze e ragazzi che non tollerano più le ingiustizie e si battono a colpi di battement e petizioni online contro le molestie (morali) sul lavoro, i ritmi insostenibili e l'inacerbimento degli obiettivi. La serie si aggrappa a questi corpi in lotta tra 'sollevamenti' e cadute, tormento ed estasi. Dopo aver drammatizzato nella prima stagione l'esperienza di Benjamin Millepied al Garnier (2014-2016), per raccontare la difficoltà di riformare l'Opéra di Parigi, la seconda stagione si ispira alla direzione artistica di Aurélie Dupont (2016-2022) per affrontare la questione dei metodi d'insegnamento, qualche volta discutibili, di un'istituzione fortemente ancorata alle sue tradizioni.

A integrare un cast perfetto, che conferma Ariane Labed (Zoé), Suzy Bemba e Raphaël Personnaz, nei panni di Sébastien, l'ex direttore di ritorno all'Opéra come coreografo, ci sono anche Roque Rodriguez, danzatore cubano e libertino, e Loïc Corbery (Sarà il mio tipo?), attore della Comédie-Française, che interpreta un primo violino e contribuisce a far volteggiare la serie. Produzione francese diffusa su Sky e NOW, L'Opéra torna in palcoscenico e promette una stagione ancora più romanzesca e palpitante. Corale e fluida, riporta la danza al cuore della rappresentazione rispolverando un intero genere. Applauso e inchino.

Episodi: 8 (50 min.)
Regia di Stéphane Demoustier, Cécile Ducrocq, Inti Calfat, Dirk Verheye, Jean Baptiste Pouilloux, Laïla Marrakchi.

Un passo a due artistico e umano lanciato contro un sistema codificato e conservatore

Recensione di Marzia Gandolfi

Soffia un'aria nuova sul palcoscenico e dietro le quinte dell'Opéra Garnier che apre le porte a Sébastien, giovane e ambizioso direttore del balletto, e a Flora, riserva del corpo di ballo di origine senegalese, che riempie i vuoti e una posizione ingrata calcando un palcoscenico tradizionalmente 'bianco'. Se Flora è la prima ballerina nera dell'Opéra, Zoé è la sua étoile al tramonto. Fiaccata dalle ferite della carriera e gli eccessi della vita, Zoé cerca di ritrovare la sua migliore forma. Ma il verdetto è caduto e l'istituzione insiste a congedarla. La sua diagonale esistenziale incontrerà quella di Flora, che reclama l'instaurazione di una politica interna anti-discriminatoria. Un passo a due artistico e umano lanciato contro un sistema codificato e conservatore.

Con la sua grammatica, il suo repertorio, i suoi codici e i suoi costumi fissati nel corso dei secoli, il balletto classico è un soggetto rigoroso, quasi sacro che non si presta agli eccessi.

Il suo Mosè si chiamava Petipa, il suo Messia Nureyev. Eppure, Powell e Pressburger prima (Scarpette rosse) e Darren Aronofsky dopo (Il cigno nero) non hanno esitato a farne il campo di battaglia di allucinazioni con esisti diversi ma col medesimo scopo: disegnare attraverso allegorie una disciplina intransigente ed esigente, concentrandosi spettacolarmente sui sacrifici terribili che la danza richiede ai suoi discepoli. Se Aronofsky aveva dato fondo ai suoi fantasmi a scapito della misura e della verosimiglianza, L'Opéra segue le orme di Robert Altman (The Company), riflettendo più profondamente (e verosimilmente) sull'arte del danzare.

La serie francese, creata da Cécile Ducrocq e Benjamin Adam, ha un approccio realista e decisamente rispettoso del lavoro dei ballerini e dei coreografi. In onda su Sky e NOW in otto puntate, L'Opéra si concentra sulla 'commedia umana', esplorando gli arcani dell'Opéra di Paris attraverso le traiettorie individuali dei suoi protagonisti. Senza dissimulare l'abnegazione degli artisti che sacrificano tutte le aspirazioni personali per qualche ora di fragile perfezione plastica, L'Opéra sposa alla maniera anglosassone il dramma sociale, la lotta di Zoé e Flora per scongiurare il licenziamento e la discriminazione.

Il prestigioso teatro lirico è a immagine della società francese, coi suoi marcatori sociali, i suoi conflitti, le sue gerarchie, le sue ambizioni, le sue ingiustizie. Un universo competitivo, un microcosmo mulinante e vertiginoso che guarda al luogo della rappresentazione come oggetto desiderato e insieme sorgente di angosce divoranti.

Ma il palcoscenico diventa pure il punto di incontro di tutte le trame intrecciate dagli autori. Conquiste artistiche, politiche o sociali, tutto scivola lungo le quinte, infila gli uffici, le sale prova, si inchioda alla sbarra, fa uno, due, tre piqué fino alla scena dove si produce abbagliante il prodigio della danza.

Come The Company, L'Opéra è affascinata dalla purezza dell'arte tersicorea ma se il primo sposa una storia plurale fin dal titolo, la seconda insegue destini individuali e un intrigo avvincente che rivela in filigrana il quotidiano di uno 'spazio di creazione' e le lotte politiche che lo dilaniano.

A contare per gli autori è soprattutto la credibilità dei corpi in scena, affatto scontato per un genere, 'il film danza', dal passato glorioso e il futuro incerto. Per la serie i corpi contano, conta quello che possono fare sul palco, dentro al costume, al ritmo della musica. Sensibili o no al balletto, il culto della performance regna sovrano nella danza classica ed è garantito nella fiction da attrici (Ariane Labed e Suzy Bemba) a loro agio alla sbarra e da doppi professionali, e altamente performanti, che restituiscono la tensione e la densità emozionale della danza.

L'investimento fisico delle protagoniste, che riscattano una tecnica appresa anni prima, e la volontà di infiltrare un mondo chiuso di cui non sappiamo quasi nulla, sono almeno due delle ragioni per guardare una serie che brilla di vibrazioni umane e numeri drammatici, di ballerine e ballerini che ogni giorno compiono l'impossibile, votati come sono alla tirannica bellezza del lavoro. Lo sforzo e il dolore al servizio di un riflesso impalpabile.

L'Opéra illustra bene il compromesso instabile tra la forza che i ballerini devono trovare tenacemente al fondo di sé e la fragilità che li minaccia a ogni passo. Vulnerabili e magnifici affrontano ogni giorno quello che tutti temiamo ma contro cui abbiamo smesso di combattere: il passare del tempo, l'orologio biologico e la forza di gravità che ci inchioda a terra.

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