Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Australia, Gran Bretagna |
Regia di | Matt Shakman, Colin Bucksey, Ben Chessell, Geeta Patel |
Attori | Sacha Dhawan, Elle Fanning, Phoebe Fox, Nicholas Hoult, Charity Wakefield Sebastian De Souza, Bayo Gbadamosi, Adam Godley, Douglas Hodge, Gwilym Lee, Christophe Tek, Florence Keith-Roach, Paul O'Kelly, Asheq Akhtar, Rob Day, Julian Ferro, Freddie Fox, Roman Green, Louis Hynes, Teresa Mahoney, Christianne Oliveira, Danusia Samal, Joakim Skarli, James Smith (II), Alfredo Tavares. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 18 giugno 2020
L'ascesa della sovrana che nel XVIII sec. cambiò per sempre il volto della monarchia russa. La serie ha ottenuto 7 candidature a Golden Globes, 2 candidature e vinto un premio ai Satellite Awards, 4 candidature a Critics Choice Award, 4 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a Spirit Awards, 4 candidature e vinto un premio ai Writers Guild Awards, 2 candidature e vinto un premio ai CDG Awards, 2 candidature a ADG Awards,
CONSIGLIATO N.D.
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Sulla scia di altre libere rivisitazioni biografiche, quali Marie Antoinette e Dickinson, The Great è la storia in forma di commedia dissacrante e "occasionalmente vera", come recita il sottotitolo, dell'imperatrice Caterina di Russia, poi detta la Grande: dall'arrivo in Russia piena di ideali per il matrimonio con Pietro III, politicamente inetto, completamente immaturo e dedito esclusivamente a donne, divertimenti, all'immediata presa di coscienza della pochezza, misoginia e ignoranza imperanti a corte, verso la scelta sempre più determinata di prendere lei il potere per ribaltare le cose. Spicca il talento della protagonista Elle Fanning, affiancata da un altrettanto ottimo Nicholas Hoult nei panni del depravato Pietro.
Una stagione conclusiva e divisiva che gioca ancora con la Storia senza perdere la propria dissacrante ironia
Recensione
di Andrea Fornasiero
Caterina la Grande ha superato in un momento profondamente catartico l'odio per il marito Pietro il terzo, pugnalando ripetutamente il suo sosia. Ora la loro relazione sembra essersi stabilizzata e, con il supporto di lui, Caterina affronta le sfide di un governo di riforma. Inoltre decide di affidarsi a nuovi collaboratori: non più l'intellettuale Grigory Orlov, detto Orlo, bensì i pragmatici e machiavellici Elizabeth e Archie, ossia la zia di Pietro e l'arcivescovo della Chiesa ortodossa. Caterina si ostina poi a non perdonare Marial per il tradimento subito e si dimostra invece via via più aperta all'amicizia con Georgina, alla cui conversione a favore dell'imperatrice sembra però non credere nessuno. Pietro intanto si dimostra un padre affettuoso, anche se tormentato dal ricordo di suo padre, Pietro il Grande.
La terza stagione di The Great è per molti versi conclusiva e divisa più o meno nettamente a metà, con una prima parte che conferma la consueta irriverente allegria della serie e una seconda invece più drammatica.
Si tratta quindi di una stagione più rischiosa delle precedenti, perché l'idillio amoroso tra Caterina e Pietro non è fonte di tensione narrativa quanto la loro rivalità, e allo stesso modo il tono della seconda parte della stagione si allontana dal modello che The Great ha costruito nei precedenti episodi. Il che non significa che la serie venga stravolta, anzi sono confermate le battute sagaci ricche di turpiloquio, così come il contrasto tra idealismo e cinismo - che però prende la meglio anche nella stessa Caterina e porta appunto a un tono più amaro. Non mancano nemmeno gli intrighi di corte e c'è persino una rivoluzione alle porte: la terza stagione affronta infatti la celebre rivolta di Pugachev.
Entrare ulteriormente nel dettaglio dell'articolazione della stagione costituirebbe uno spoiler, quindi passiamo a parlare dei personaggi. Già molto presente nella scorsa annata, Hugo di Svezia diviene una delle figure centrali, costantemente al fianco di Pietro tanto da scatenare la gelosia dei suoi amici di infanzia Grigor e Arkady. Hugo naturalmente sogna di riprendersi la corona di Svezia e per questo, con la moglie Agnes, ordisce un intrigo che coinvolge anche il generale Velementov, rimasto senza guerre da combattere ma ancora affamato di gloria militare. Marial cerca di riconquistare l'amicizia con Caterina, ma è pure profondamente irritata dalla decisione dell'imperatrice di perdonare il marito e non lei, tanto da covare un risentimento che la porta ad accudire le ferite di Pugachev, miracolosamente scampato alle pugnalate ricevute.
Archie, da sempre tra i più infidi soggetti di corte, viene scelto da Caterina come nuovo consigliere, ma questo può davvero bastare a ottenere la sua lealtà? La risposta è scontata se si considera che Caterina rappresenta una concretissima minaccia per il potere della Chiesa.
C'è inoltre una fonte di attrito anche con Elizabeth, perché la zia di Pietro III nonché amante di Pietro il Grande, vuole più di ogni altra cosa preservare la linea dinastica dello zar, mentre Caterina non intende attribuire un diritto divino al regno di suo figlio, visto che lei stessa non appartiene a quella dinastia se non per matrimonio e sostiene invece altri principi di uguaglianza tra gli uomini.
Un ulteriore personaggio di notevole ambiguità è Georgina, che dopo essere stata la più ossessiva tra le nemiche di Caterina è tornata dalla Francia dichiarandosi solidale alle idee dell'illuminismo e quindi anche dell'imperatrice. Nessuno crede a questa nuova presa di posizione, ma Georgina fa tutto il possibile per sembrare sincera, pur covando gelosia verso la donna che le ha portato via Pietro. Non mancano dunque conflitti che facciano scintille anche nella terza stagione di The Great e se, per un paio di puntate verso la fine della stagione, i dialoghi si fanno più seriosi e meno briosi, la serie trova comunque un ottimo finale, che sa giocare ancora una volta con la Storia senza perdere la propria dissacrante ironia.
Una serie acuta, irriverente e sorprendente
Recensione
di Andrea Fornasiero
Caterina ha avviato un colpo di Stato per prendere il trono della Grande Russia dal vanesio marito, ma le cose non sono andate come previsto e Pietro si è asserragliato in un'ala del Palazzo, creando una situazione di stallo. Tutti devono quindi decidere da che parte stare e sono in particolare la zia Elizabeth e l'arcivescovo Archie a poter fare la differenza per l'una o per l'altra parte. Quando, come la Storia ci insegna, Caterina prenderà infine il potere terrà comunque Pietro a palazzo e dovrà affrontare numerose resistenze ai suoi progetti di riforma.
La storia occasionalmente vera, come recitano i titoli di testa, dell'imperatrice Caterina continua con i toni farseschi che rendono The Great una serie acuta, irriverente e sorprendente.
La protagonista, interpretata da una geniale Elle Fanning, continua a dimostrarsi a volte ingenua, ma ha ormai maturato anche una spietatezza verso chi le si oppone. La sua astuzia e la sua crudeltà riescono nella paradossale impresa di far davvero innamorare di lei il marito Pietro, proprio quando Caterina gli farebbe invece volentieri tagliare la testa per l'uccisione del suo amante Leo. La convivenza tra i due, politicamente comoda a Caterina, finisce per ribaltare il rapporto della stagione precedente, dove lei cercava inizialmente di ingentilire lui e ora è invece lui che vuole ingentilire lei. Naturalmente le cose non sono così semplici: Pietro rimane capace di slanci di incontrollata ferocia, così come Caterina è vittima di uno spirito romantico e ottimista a dispetto della realtà delle cose.
Intorno a lei il corpulento generale Velementov spera di avere finalmente una guerra da gestire in libertà contro nemici dall'Est, mentre Orlo vuole dimostrare le proprie capacità politiche e Archie cerca di non perdere il potere della Chiesa, che è determinante per chi vuole conservare la corona. Ci sono poi le donne, in particolare Georgina che si adatta alla nuova situazione con sfacciata duplicità, e Marial, che finalmente ha restaurato la propria condizione nobiliare ma non dimentica di aver conosciuto la vita degli umili. Il suo personaggio perde però di rilevanza in favore della zia Elizabeth, che cerca di guidare Caterina sulla strada delle riforme ma è spesso anche contrariata dall'impulsività e testardaggine della novella imperatrice. Il regno della "grande" non è infatti privo di passi falsi e Caterina, deve fare i conti con le responsabilità che ha inseguito, affrontando i limiti del Potere e la necessità del compromesso.
The Great diviene così una lezione di real politik tenuta, per dirla alla Muhammed Alì, con la leggerezza di una farfalla ma pungendo come un'ape. La leggiadria della commedia si fonde spesso a una satira anche greve, dove si fa ironia su stupri, crimini di guerra e violenza di classe. Su quest'ultimo punto in particolare le ambizioni riformiste di Caterina avranno infatti esiti tragici, confermando che la serie sa anche quando mettere un punto fermo ai propri eccessi e riportare in scena la fragilità della condizione umana. L'altro ostacolo insormontabile è la superstizione che anima il popolo e può essere facilmente manipolata in un senso o nell'altro, soprattutto dalle figure religiose. In questo rifiuto della ragione e della scienza ci sono echi che si sposano fin troppo bene alla nostra contemporaneità e rendono The Great qualcosa di più attuale di un divertissement in costume. Che comunque è condotto con uno straordinario ritmo di scrittura e tempi comici perfetti da parte degli attori, a cui si aggiunge negli ultimi episodi una irresistibile Gillian Anderson, nei panni della madre di Caterina. Arriva a corte gettando la figlia in un mix di panico ed eccitazione, ma in realtà ha i propri progetti politici che non si allineano affatto con le istanze dell'illuminismo. Il suo arrivo è elettrizzante e arriva al momento giusto, quando Pietro ormai innamorato ha cessato di essere un antagonista. A promettere invece scintille per la terza stagione c'è infine il ritorno di Georgina dopo un educativo viaggio a Parigi, che la vede diventare più machiavellica e spregiudicata che mai.
Humor nerissimo e spirito iconoclasta. Una serie scatenatissima che riscrive la storia e (s)travolge i dogmi del dramma in costume
Recensione
di Andrea Fornasiero
La giovane Caterina viene data in sposa allo Zar Pietro, figlio di Pietro il Grande, ed è convinta di dare il via a un nuova luminosa era in Russia, portando con sé le idee dell'illuminismo. Si trova però di fronte a una corte ancora medievale, dove il potere del sovrano è assoluto e applicato senza controllo. Un tripudio di soprusi, fornicazioni ed esecuzioni caratterizzano la vita di corte e infrangono i sogni riformatori e romantici di Caterina. Affiancata da una nobildonna decaduta e ridotta a serva, la giovane decide che deve comunque cambiare le cose e trama per arrivare al potere, ma la sua inesperienza la porta a commettere diversi errori...
Fantasiosa riscrittura della giovinezza di Caterina la Grande, The Great porta in Tv lo spirito iconoclasta dello sceneggiatore di La favorita, che qui si scatena con molti oltraggiosi anacronismi.
Il più evidente è il gran numero di neri presenti alla corte dello Zar, ma non mancano battute che sono pensate per il sollazzo del pubblico moderno e quasi insensate nel contesto d'epoca. Per esempio un ambasciatore svedese rimane incantato da un coro e gli viene detto che è quello delle bambine di Chernobyl. L'ambasciatore risponde che brillano, cosa che al pubblico moderno fa subito pensare alle radiazioni della nota tragedia. E non è che un esempio: lo humour è spesso nerissimo e sempre incalzante, con scambi veramente acidi in particolare sulla condizione femminile. Per esempio Caterina chiede alla sua serva come ha passato la serata e lei risponde "ho evitato uno stupro e tu?" al che Caterina risponde "lo stesso" e poi aggiunge che se mai qualcuno inventerà qualcosa di più semplice dei bottoni le donne saranno nei guai.
Freddure agghiaccianti che sono però condotte con un ritmo rapido come quello di Armando Iannucci (infatti la cosa più vicina a The Great dopo La favorita, è Morto Stalin se ne fa un altro) e soprattutto con un talento comico davvero sorprendente da parte di Elle Fanning.
Più consueto il ruolo dello sfacciato per Nicolas Hoult, che si era fatto notare nella serie Skins e che qui si scatena con commenti sopra le righe da "maschio tossico". Per esempio dice di un reduce cieco che non potrà più godere della visione di una bella donna, ma che d'altra parte ora potrà anche far sesso con una brutta donna ed essere contento. Il suo Zar Pietro è una liberissima fusione di Pietro II e III e dunque una invenzione, ma non importa perché The Great lo dichiara nel titolo di tutti gli episodi di essere una storia solo occasionalmente vera.
Si gode di ogni esagerazione rispetto alla storia, dal giocoso gusto per lo shock rispetto alla spesso ingessata e polverosa tradizione dei drammi in costume. Quella di Tony McNamara è la ribellione di un australiano ai dogmi del period drama britannico.
«Pesante è la testa di chi porta la corona», recita la massima shakespeariana. Lo sa bene Tony McNamara, creatore di The Great, che apre il secondo capitolo del suo ambizioso biopic con una Caterina bramosa di tenere a battesimo una nuova Russia, fresca di colpo di stato ai danni del consorte e di lui clamorosamente incinta (e «la gravidanza», sostiene lei, «non è che un altro golpe: questa volta nel [...] Vai alla recensione »