Anno | 2020 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 55 minuti |
Regia di | Piergiorgio Casotti |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 aprile 2021
La storia del musicista Massimo Zamboni e del suo illuminante viaggio in Mongolia che gli cambierà la vita artistica e personale.
CONSIGLIATO N.D.
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1996, Massimo Zamboni, musicista e fondatore dei gruppi musicali CCCP e CSI, intraprende un viaggio in Mongolia che risulterà fondamentale per la sua carriera artistica e che segnerà la nascita del disco di maggior successo dei CSI: "Tabula Rasa Elettrificata". Ma quel viaggio risulterà essere altrettanto fondativo dal lato umano e personale: sarà infatti proprio in Mongolia che Zamboni e la compagna Daniela decideranno di diventare anche genitori. A vent'anni di distanza, su richiesta della figlia Caterina nata poco dopo quel viaggio, riaffronterà con lei e la moglie quello stesso viaggio, dall'Emilia e passando per la Transiberiana. Un viaggio nell'appartenenza e nell'identità, per ritrovare le radici di quella macchia mongolica (segno epidermico presente su ogni nascituro mongolo, molto raro sugli europei) con cui nacque anche sua figlia Caterina. Ma la macchia mongola è tipica anche tra i bambini groenlandesi e giapponesi: un filo antropologico millenario che unisce i popoli della terra e che padre e figlia, cercano, insieme, di seguire e capire, andando così alle origini. Le proprie e quelle degli uomini tutti.
Nella vita si va incontro spesso e volentieri a paragoni scomodi, ingombranti: una ventina d'anni fa il viaggio in Mongolia di Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti era stato gravido di conseguenze, sia sul piano della creazione artistica che su quello prettamente esistenziale. Aveva visto la luce un album dei C.S.I. di rara potenza e profondità, Tabula rasa elettrificata.