Titolo originale | Énorme |
Anno | 2020 |
Genere | Commedia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Sophie Letourneur |
Attori | Marina Foïs, Jonathan Cohen, Jaqueline Kakou, Ayala Cousteau . |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Un film che è un mix tra Rosemary's Baby e i fratelli Farrelly. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Lumiere Awards,
CONSIGLIATO NÌ
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Claire è una pianista di fama internazionale ed ha un marito, Fred, che le fa non solo da agente ma anche da cavalier servente praticamente impedendole di fare qualsiasi cosa che non sia l'occuparsi della sua espressione artistica. Entrambi attorno ai quarant'anni, hanno deciso di non avere figli per non ostacolare l'attività concertistica di lei. Fino a quando lui, assistendo ad un parto inatteso su un aereo, inizia a desiderare la paternità al punto da ingannare la consorte purché rimanga incinta.
Ci sono diversi elementi che lasciano perplessi a proposito di Enorme. Il primo e più evidente è che sia una donna a dirigere un film più misogino di quanto non sia dato attendersi.
Claire non ha il minimo sentimento materno mentre Fred ne ha a dismisura e, soprattutto, sembra essersi assuefatta alle costanti invasioni di campo del consorte ammantate di disponibilità. Ma non c'è solo questo problema a inficiare il risultato complessivo (pur escludendo un dettaglio in cui si vede una datazione che non corrisponde al mese in cui si sta svolgendo l'evento). Perché vi si aggiunge un assoluto mutare di modalità di narrazione che non solo non trova giustificazioni ma finisce con il vanificare la prestazione di due attori di qualità come Marina Fois e Jonathan Cohen.
Perché se, nella fase iniziale, si pensa alla commedia descrittiva di una coppia in cui manca un equilibrio dei ruoli, a un certo punto si inizia a debordare in quella che vorrebbe essere una comicità di grana un po' grossa con Fred che finisce con l'essere più incinto di Claire fino a quando però la pancia di lei letteralmente triplica e si passa a un grottesco non controllato. Per chiudere poi con una lunghissima sequenza, di fatto documentaristica, su un parto procurato.
Sophie Letourneur e Mathias Gavarry, suo co-sceneggiatore, finiscono con il sembrare una coppia ancor più sbilanciata di quella che mettono in scena rivelando una estrema fragilità sul versante della tenuta complessiva dell'operazione. In sintesi e per restare nell'ambito: il loro è un parto podalico che avrebbe avuto bisogno del cesareo di una revisione chirurgica della sceneggiatura.