Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Spagna |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Oskar Alegria |
Attori | Oskar Alegria . |
MYmonetro | 3,17 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 10 settembre 2019
CONSIGLIATO SÌ
|
Il regista ha costruito una capanna sulle sponde isolate di un fiume, proprio di fronte all'isola della sua infanzia inghiottita dall'acqua in seguito alla costruzione di una diga. Lo scopo era ritornare in quel luogo, diventato invisibile. Solo gli alberi dell'isola dove aveva giocato si ergevano stoicamente in mezzo all'acqua, come gli alberi di una barca giocattolo rotta; l'aria era il solo spazio rimasto, l'ultima traccia di un passato ancora da conquistare. Il regista basco Oskar Alegria dichiara il proprio intento facendo riferimento a un personaggio storico:
Dal suo letto di morte Sir Francis Drake chiese di essere sepolto in una bara di piombo e di essere gettato nel mare nel punto dove una piccola isola che lui amava era stata sommersa, non lontano dalla costa di Panama. L’isola era scomparsa tra le onde a causa di un terremoto e il desiderio in punto di morte di Drake era di potersi riunire con questo luogo. Come tutti i sogni impossibili questo film viaggia verso una memoria perduta ed è realizzato con la stessa determinazione di piombo.
Chi ama i diari filmati che riassumono l’esperienza di chi li sta scrivendo con la telecamera avrà di che gioire con questo lavoro che già nel titolo evoca una lingua (il basco) e un senso (Zumiriki significa “isola nel mezzo del fiume”). Alegria compie un viaggio nel passato realizzando un’impresa che sembra impossibile: mostrare quello che non c’è più utilizzando gli occhi della memoria e la forza della descrizione. Novello Robinson Crusoe ben celato dalla vegetazione non si limita però a parlarci di sé e della propria infanzia ma indaga sul presente e sul passato di pastori in un momento particolare della loro vita: la notte in cui per l’ultima volta dormiranno al pascolo con le loro bestie perché il giorno dopo dovranno fare rientro in un mondo che forse non sapranno neppure riconoscere. Alegria ottiene il permesso di trascorrerla insieme e di poter fare loro una sola domanda nel buio. Ne emergono sensibilità diverse rivelatrici di un mondo che, come quell’isola, è destinato ad essere sommerso ma di cui non va persa la memoria.
Dalle inquadrature traspare rispetto sia per la natura della flora e della fauna, sia per la propria e cioè per il proprio corpo e il proprio saper fare, quello in comune con gli animali e quello che ci distingue da essi, come il costruire utensili e servirsene, di generazione in generazione; infatti, l’esteticità della performance fisica dell'autore non dipende dall’averla narcisisticamente filmata [...] Vai alla recensione »
Forse bisogna essere degli anacoreti, si diceva l'altro giorno in una conversazione tutt'altro che tangenziale. L'eremitaggio è un po' come la clausura, il suo specchio. Fuori e dentro l'architettura, sono estreme modalità di resistenza rispetto al conformismo delle forme, degli habitat, delle pratiche sociali. Oskar Alegria sarebbe d'accordo, vista la sua decisione di filmare e raccontare i suoi quattro [...] Vai alla recensione »