Titolo originale | The Vast of Night |
Anno | 2019 |
Genere | Thriller, Fantascienza |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Andrew Patterson (II) |
Attori | Sierra McCormick, Jake Horowitz, Gail Cronauer, Cheyenne Barton, Gregory Peyton Mallorie Rodak, Mollie Milligan, Ingrid Fease, Brandon Stewart, Bruce Davis, Mark Banik, Adam Dietrich, Kirk Griffith, Nika Sage McKenna, Brett Brock, Pam Dougherty, Lynn Blackburn, Richard Jackson (II), James Mayberry (II), Nicolette Doke, Grant James (II), Libby Villari, Gordon Fox, John Gindling, Brianna Beasley, L.A. Young. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 2,97 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 maggio 2020
Un omaggio a Ai confini della realtà, la serie televisiva di culto creata dallo sceneggiatore Rod Serling nel 1959. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, 5 candidature a Critics Choice Super,
CONSIGLIATO SÌ
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Negli anni Cinquanta, a Cayuga in New Mexico, sta per giocarsi una partita di basket scolastico e il DJ Everett sarà poco distante a tenere alla radio la propria trasmissione. La sua amica Fay invece ha il turno notturno da centralinista. I due si lasciano dopo aver parlato delle possibili invenzioni del futuro, ma le loro storie si riannodano quando un misterioso segnale arriva sulle linee telefoniche. Fay lo fa ascoltare a Everett, che decide di volerne sapere di più e lo trasmette sperando che qualcuno risponda all'appello. Arriva così la telefonata di Billy, che racconta di aver già sentito quel suono quando era nell'esercito. Un blackout però interrompe le comunicazioni radiofoniche e conferma che sta davvero accadendo qualcosa nella piccola cittadina.
Opera prima low budget per gli sceneggiatori James Montague e Craig W. Sanger e per il regista Andrew Patterson, The Vast of the Night è un omaggio alla mitica Ai confini della realtà, realizzato con un linguaggio cinematografico moderno e molto controllato.
Ci sono lunghe inquadrature, monologhi da atto unico teatrale, un piano sequenza impressionante che inizia con la macchina da presa che si sposta a filo d'erba come in un film di Raimi, per poi farsi molto virtuosistico, e soprattutto ci sono un ottimo sound design e un montaggio molto efficace. Quando cessano le lunghe inquadrature, gli stacchi si moltiplicano a riportare un senso di frenesia alla narrazione, fatta di accelerazioni improvvise e agitate, inframezzate da resoconti verbali avvolgenti. Uno di questi è così efficace che a volte l'immagine va a nero lasciandoci soli con la voce che racconta, perché tutto il resto non ha più importanza. Il suono è del resto centrale anche narrativamente, visto che tutto ruota intorno a un "disturbo" telefonico che si rivela essere ben altro. Il film non nasconde il proprio debito da Ai confini della realtà, tanto da aprirsi con un carrello che si avvicina a una Tv vintage mentre una voce introduce il nuovo episodio della fittizia Paradox Theater. La voce parla con un linguaggio simile a quello di Rod Serling nella più celebre serie di fantascienza della Tv classica e Paradox Theater torna anche in chiusura, con i credits "televisivi" che sono in realtà quelli del film stesso.
Si tratta dunque di un omaggio dichiarato, che però denuncia anche l'operazione come un esercizio di stile, ottimamente condotto, ma senza molto da dire. Il canovaccio è in fondo il più banale possibile per una storia in New Mexico e gli autori puntano tutto sulla messa in scena e la recitazione. Si è già detto delle qualità formali di The Vast of the Night, ma un plauso va anche agli attori a partire dalla coppia di protagonisti interpretata da Sierra McCormick e Jake Horowitz, che hanno un'ottima alchimia e potrebbero essere qualcosa di più che amici in modo però mai stucchevole. Perfetti anche gli interpreti dei due lunghi monologhi: Bruce Davis presente solo come voce al telefono nei panni dell'ex militare Billy e Gail Cronauer che, nelle vesti dell'anziana Mabel Blanche, regge almeno dieci minuti di parole senza stacchi tutti su di sé. La geometria delle corse a piedi e in auto nella notte, il gusto vintage esibito, per i registratori audio e le macchine fotografiche degli anni 50, e più in generale il look molto curato di oggetti e vestiti d'epoca, ricostruiscono un senso del luogo dalla notevole fisicità. Una concretezza necessaria: contraltare all'inafferrabile rumore nell'etere, ai misteri evocati dalle voci di chi ricorda, all'ineffabile mistero che si fa sempre più fitto. Un'opera prima che segna un esordio promettente per Andrew Patterson, premiato infatti dal premio del pubblico al festival di Slamdance nello Utah, e a cui si augura di trovare in futuro sceneggiature di maggior peso.
Questo primo lavoro di Andrew Patterson ha l’apparenza di un saggio cinematografico con il quale l’autore si propone di dimostrare le sue capacità di regista, ed in questo caso anche di cosceneggiatore, nel riprodurre, con un basso budget, l’atmosfera di uno dei serial televisivi di fantascienza più famosi degli anni ’50 “Ai confini [...] Vai alla recensione »
Costruito in maniera impeccabile, souno e immagini in perfetta sintonia, recitazione oserei dire 'perfetta'. Ma la cosa che più mi ha catturato è quella continua tensione crescente senza ce apparentemente accada alcunché. Mi ha ricordato certe pellicole realmente degli anni quaranta/cinquanta (tipo 'il bacio della pantera' del 1942) dove tutto accade ma nulla si [...] Vai alla recensione »
Se mi avessero detto che esiste anche una sola persona al mondo a cui questo "film" piace non ci avrei creduto. Giuro!
Concordo spessissimo con le recensioni di mymovies,Ma questo film e' davvero brutterrimo...sconsigliato
Certo non è un film adatto a chi è cresciuto con blockbuster e cinepanettoni, che sicuramente lo troverà noioso e insulso. In realtà il virtuosismo tecnico sfoggiato dal regista nella sua opera prima non appare fine a se stesso, ma riesce perfettamente nello scopo di coinvolgere completamente lo spettatore, lasciandolo con gli occhi incollati allo schermo e le orecchie [...] Vai alla recensione »
Un altro esercizio di stile. Un tuffo negli anni 50. Come vivevamo, di che cosa ci preoccupavamo, che cosa sognavamo, come ci aspettavamo il futuro e soprattutto di che cosa avevamo paura?. Ai confini della realtà era la serie Tv dell'epoca. Il piccolo paese della provincia americana incarnava il sogno americano. Gli UFO, la notte e la sua vastità e il suo ignoto facevano rabbirividire e abbracciare. [...] Vai alla recensione »
Sarà anche una "sorprendente opera prima" per i cinefili. Per ogni spettatore, è un insulso, indigesto e verbosissimo mattone.
Non ci sto! Se questa è la fantascienza attuale, poveri noi.Un mattone terribile, ti aspetti sempre che succeda qualcosa ma invece rimane tutto piatto.Il film è incredibilmente statico, a parte le immotivate corse a rotta di collo dei due protagonisti (che, per inciso, disponevano di un'auto).I progressi della trama sono legati esclusivamente a un paio di spiegoni interminabili che ti svelano in anticipo [...] Vai alla recensione »
Catalogato su Amazon Prime Video come un film di genere drammatico e horror, L'immensità della notte si fa notare tra i molteplici prodotti sbarcati da diverso tempo sulla piattaforma di streaming, per svariati motivi. Andrew Patterson segna il suo esordio dietro la macchina da presa. Un lungo piano sequenza, uno sci-fi movie onirico e pittoresco che trascina il suo pubblico di spettatori e autentici [...] Vai alla recensione »
Meraviglia. Finalmente qualcosa di nuovo. Dopo tre mesi a stecchetto (il catalogo delle serie meritevoli non è infinito, e a parte lo squallore ben illustrato dai D' Innocenzo Brothers in "Favolacce" il cinema italiano promette poco). Qualcosa di nuovo che guarda indietro agli anni 50, con più ironia che nostalgia. E rende omaggio a Rod Serling, il genio che inventò la serie "Ai confini della realtà" [...] Vai alla recensione »
Un piccolo film realizzato con poche risorse che mostra forti muscoli cinematografici. The vast of night è la storia di una città, di un intero paese, di uno stato d'animo confuso che a molti risulterà terribilmente e giustamente familiare. Al suo centro ci sono Fay (Sierra McCormick) ed Everett (Jake Horowitz), una coppia di nerd ben assortita come il sale e il pepe.
Avvicinare il meraviglioso e rendere visibile l'oscurità. Di questo si nutre The Vast of Night, opera prima di Andrew Patterson, film scritto da James Montague e Craig W. Sanger. Presentato al Toronto International Film Festival e in anteprima allo Slamdance Film Festival 2019, dove ha vinto il premio del pubblico come miglior film narrativo, si tratta di una calibrata operazione sci-fi in chiave vintage, [...] Vai alla recensione »
Il trip allucinogeno-fantascientifico ad altissimo tasso di invenzioni firmato Andrew Patterson non è affatto limitato dalla durata-lampo delle riprese (17 giorni in tutto) e dal budget ridottissimo che il regista si è imposto. Ciò che lo rende uno dei migliori (e più inclassificabili) film dell'anno è il modo ipnotico in cui riesce a superare se stesso di scena in scena.
Cayuga, New Mexico, fine anni 50. Mentre tutto il paese segue la partita di basket, Everett, logorroico dj della radio locale, e Fay, centralinista part time, entrano in contatto con un misterioso messaggio trasmesso via etere. Siamo soli nell'universo? Domanda classica, in ambito sci-fi. Specie se la risposta è messa in relazione con la solitudine sul pianeta Terra, come se gli anticonformisti e i [...] Vai alla recensione »
Se siete degli appassionati di una serie cult come Ai confini delle realtà, ecco che La vastità della notte è il film che fa per voi. Ambientato negli anni Cinquanta, ha come protagonisti un Dj e una centralinista. Lei capta uno strano segnale sulle linee telefoniche e lo fa sentire a lui. Che lo manda in diretta, sperando che qualche radioascoltatore lo riconosca.
La Festa del Cinema di Roma accosta questa pellicola al filone spielberghiano e, effettivamente, in più di un ambito ricorda il maestro. Per il tema dell'incontro ricercato, prima ancora che ravvicinato. Per la riflessione sui medium che hanno contraddistinto ed evoluto la comunicazione dell'ultimo secolo. Per il vezzo di mettere i personaggi in cornice.