Requiem

Film 2019 | Musicale

Anno2019
GenereMusicale
ProduzioneUSA
Regia diJonas Mekas
TagDa vedere 2019
MYmonetro Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Regia di Jonas Mekas. Un film Da vedere 2019 Genere Musicale - USA, 2019, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento martedì 26 marzo 2024

Una riflessione sulla bellezza del mondo naturale sul Requiem di Verdi.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Un tributo alla vita fatta di piccole cose, una riflessione sulla bellezza salvifica del mondo naturale.
Recensione di Rossella Farinotti
martedì 26 marzo 2024
Recensione di Rossella Farinotti
martedì 26 marzo 2024

Nessun altro gesto, se non quello di avere in mano la macchina da presa, può rappresentare meglio Jonas Mekas, quel viandante poetico, ricercatore di dettagli, di "glimpses" - come asserirebbe lui stesso - in ogni momento della sua vita. Le immagini in movimento riprese, assorbite, montate da Mekas fanno parte di un immaginario che è sempre rimasto in bilico tra la forte poesia ritmica della non narrazione, e la scelta quasi concettuale dei soggetti raccontati.
Amici, conoscenti, frequentatori di quel mondo newyorchese che, dagli anni cinquanta, hanno popolato i luoghi della città, dai più underground, fino alle gallerie più di tendenza dell'east side.

Soggetti umani, tracce urbane, angoli di strada tra Brooklyn e Manhattan; lampioni; semafori, macchine, marciapiedi, e ancora volti casuali, cani alle finestre, gatti negli interni delle case accoglienti e intime degli amici. Questi sono solo alcuni dei dettagli celati in ogni minuzioso angolo inquadrato dal regista.

Jonas Mekas (Semenis?kiai, Lituania, 1922; New York, USA, 2019) è stato tra i più raffinati artisti visivi del Novecento. La sua ultima opera, dal non certo casuale titolo "Requiem", è oggi in visione in un luogo prezioso: San Carlo Cremona, una chiesa sconsacrata che, dal settembre del 2021, ha aperto le porte a mostre di artisti internazionali, sottolineando un importante mecenatismo italiano in un luogo non tanto battuto, oltre che una ricerca raffinata, aperta a tutti gratuitamente. All'interno di questo spazio immenso, la raccolta di immagini e suoni di Mekas si riverbera tra le alte mura, rese nuovamente sacre attraverso visoni poetiche, accompagnate dal requiem, proiettate con grande impatto nella zona dell'altare.
La natura è il soggetto principale. Per Mekas rappresentava un focus importante da raccontare e utilizzare come legante tra episodi e dettagli. Fiori; fiori recisi; fiori coltivati; fiori selvatici; fiori bianchi; fiori colorati; fiori dentro e fuori paesaggi naturali. Boschi, giardini, strade. Mekas ha realizzato un collage di immagini di fiori estrapolate all'interno di trent'anni di riprese, da quando utilizzava il primo registratore analogico Sony, fino alla Nikon tascabile in hd. Un'evoluzione di mezzi che non ha mai cambiato la sua visione radicale. L'artista visivo è stato uno sperimentatore e fondatore della scuola underground di cinema americano. Era un amante degli artisti e frequentatore di umanità. È diventato conosciuto, inizialmente, con i film su Andy Wharol, quelli con la macchina fissa che riprendeva il fondatore della pop art americana intento in azioni banali, come mangiare, o stare seduto. Era un frequentatore della Factory, senza ancora sapere cosa avrebbe rappresentato quel luogo nella storia. Pochi nomi, forse un Larry Clark, una Nan Goldin o, facendo qualche passo a ritroso, una Agnes Varda, possono rispecchiare alcuni tagli e visioni di Mekas. Ma il suo approccio rimane unico e immediatamente riconoscibile.
Entrando in San Carlo Cremona c'è una grande tenda che accoglie il visitatore. Un richiamo al teatro, a quel grande spettacolo che è la vita; ma è anche un richiamo alla morte, a un palcoscenico che si chiude dietro a un lungo percorso fatto di tracce, memorie e racconti. La scritta Requiem è chiara, prepara il fruitore a una lettura dell'opera univoca. L'impatto estetico è forte: le immagini scorrono davanti agli occhi sul grandissimo schermo posto in altezza. Erbacee, verde e fiori sono il soggetto principale, che fungono da leitmotiv dell'intero film che dura un'ora e venti minuti. A inframmezzare questo unicum di appunti visivi di Mekas ci sono piccoli episodi, anzi, cenni di vita: una madonna lignea con bambino; margherite da campo; quadrifogli; viole; campanule; iris; rose; ci sono dei frammenti di luce che ricordano l'episodio del protagonista di Perfect days (2023) di Wim Wenders che, ogni giorno e alla stessa ora, fotografa la luce tra le foglie dell'albero sotto cui consuma il suo pranzo; ci sono le persone, i loro volti; scene umane; scene di guerra; altre di povertà; le strade americane; le case europee; i bambini dell'Africa; e poi, ancora, la natura; di nuovo i fiori: la sterlizia; i lillà; il glicine; le petunie; i garofani; la mimosa; le begonie...

Jonas mostra il potenziale salvifico dei fiori per accompagnare quella sfilata umana che, in qualche modo, può essere veicolata. Poetizzata. Attutita. Fino alla morte il regista sperimentatore, quell'artista che, subito dopo la seconda guerra mondiale, giunge a New York per trovare la libertà, ha deciso che la vita poteva essere sopportata attraverso lo sguardo nelle piccole cose. Il progetto espositivo di San Carlo Cremona mette in scena, nella sua ottava mostra, un'opera inedita per l'Italia.
Il film, infatti, è stato presentato e commissionato presso il Shed di New York, come tributo meditativo alla partitura di Verdi per la Messa da Requiem, o Messa funebre cattolica, ed una riflessione sulla bellezza del mondo naturale. Il Requiem di Mekas è un commento implacabile sulla vita su questo pianeta da parte di un artista che, all'età di 96 anni, era ben consapevole degli orrori del XX secolo e sgomento dagli eventi del XXI secolo". Nel 2016 a Miami Mekas presenta una mostra dal titolo "Let me Introduce Myself". Ecco, Requiem non solo presenta l'intera visione dell'artista visivo, ma lo conferma all'interno di un ecosistema di immagini, visioni e narrazioni saldo ed esistente proprio grazie ai suoi film. Come in Walden (1968) - l'opera iconica di Mekas che racchiude umano, paesaggio, poesia in piccoli frammenti visivi - anche nell'installazione a San Carlo Cremona viene creato un tributo alla vita. A un'esistenza fatta di piccole cose che, pian piano, vanno osservate, apprezzate, per agire superando gli ostacoli. Ecco che Cremona val bene una messa per l'opera di Jonas Mekas.

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