Le Metamorfosi

Tre storie di Napoli, tra eco del passato, cronaca del presente, e distorsioni di un futuro funesto. Una bambina si aggira per la città vuota e distrutta in cerca del padre, perso di vista in seguito all'incendio che ha distrutto il campo rom in cui abitavano. Misteriose creature dal volto invisibile sono sulle sue tracce. In un mondo più simile al nostro, intanto, un pescatore di frodo sul fiume Sarno si scopre malato di cancro, e un uomo appena arrivato in Italia dal Camerun non sa come dare sepoltura alla moglie deceduta.

È fatto di storie intrecciate il film finora più ambizioso del regista Giuseppe Carrieri, di professione documentarista. Storie intrecciate ma non compiute, in una differenza cruciale che invita gli spettatori al gusto di una scoperta non convenzionale.

Le metamorfosi è una dimostrazione di fattibilità per un tipo di cinema che non vediamo spesso, e che non solo mescola il registro del documentario con note di finzione, ma le circonda di una cornice ambiziosa che tira in ballo il classico e strizza l'occhio ai codici di genere.

Molti, forse troppi ingredienti in un'opera ricca di suggestioni che però non si integrano appieno. Gli stralci documentaristici evocano lo stile di Gianfranco Rosi, alla ricerca dell'immediatezza del contemporaneo, mentre inserti di animazione e una coraggiosa incursione nel fantastico alludono a temi più universali.

Ovidio resta sullo sfondo attraverso la voce di Marco D'Amore, che reinterpreta con passione i versi latini in dialetto napoletano. La rovina e la distruzione di un mondo "post" in bianco e nero contrastano con la speranza di una bambina e con la volontà di ripensare il territorio.

Se quella di Carrieri è a suo modo una metamorfosi, tanto del luogo quanto della forma visiva, l'atto di trasformazione rimane avvolto nel mistero, lasciando le sue componenti alla deriva, ma ci porta in dono un punto di partenza e uno di arrivo che vale la pena interrogare e che sono sempre d'effetto. Ci vuole coraggio per smantellare le tradizioni, e in un cinema italiano che ha bisogno di far affiorare in superficie le idiosincrasie più estreme, l'opera di Carrieri è un atto creativo che richiede attenzione. 