Titolo originale | The Guilty |
Anno | 2018 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Danimarca |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Gustav Möller |
Attori | Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Omar Shargawi, Johan Olsen, Jacob Lohmann Katinka Evers-Jahnsen, Jeanette Lindbæk, Simon Bennebjerg, Laura Bro, Morten Suurballe, Johan Gotthardt Olsen, Guuled Abdi Youssef, Caroline Løppke, Peter Christoffersen, Nicolai Wendelboe, Morten Thunbo, Maria Gersby, Anders Brink Madsen, Tommy Bach, Jan Christensen, Christian Lassen, Michael Rud, Jørgen Niclasen, Helena Malmros, Axel Christensen, Libby Brien, Matt Fowler, Philip Hersh, Christopher John Karr. |
Uscita | giovedì 7 marzo 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Bim Distribuzione, Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,70 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 12 febbraio 2020
Asger Holm è l'operatore telefonico di un servizio di emergenza. Un giorno deve affrontare un caso di criminalità estrema. Il film ha ottenuto 3 candidature agli European Film Awards, In Italia al Box Office Il colpevole - The Guilty ha incassato 343 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Asger Holm è un agente di polizia che si è messo nei guai e per questo è stato confinato a rispondere al numero d'emergenza insieme a più anziani colleghi. Vive questo lavoro con insofferenza e agitazione, anche perché l'indomani lo aspetta il processo che deciderà della sua carriera. Quando riceve la telefonata disperata di una donna che dice di essere stata rapita, Asger decide di mettersi in gioco e fare il possibile, fino a scavalcare le regole, per non tralasciare alcuna possibilità. Il suo desiderio di redenzione si incaglia però in un caso che è molto più complesso di quello che sembra e le sue buone intenzioni rischiano di avere effetti controproducenti per sé e per gli altri.
Messo in scena in tempo reale, tra due stanze e un corridoio, con quasi un solo interprete in scena perennemente al telefono, The Guilty ha vinto agli scorsi Sundance Film Festival e Rotterdam Film Festival il premio del pubblico.
Thriller sulla coscienza e la parola, questo primo lungometraggio del danese Gustav Möller è una vera sorpresa, che si può inserire sulla scia di Locke con Tom Hardy, per via di un uomo al telefono come fulcro della vicenda, ma in realtà piuttosto diverso e originale. Siamo infatti in un territorio più di genere, a partire dall'ambientazione poliziesca, inoltre al centro di tutto c'è il tema di una colpa inconfessabile che riguarda tanto Asger quando uno dei suoi interlocutori telefonici. Il film è fin dal titolo (che significa appunto "i colpevoli") figlio di una cultura protestante squisitamente nordica, che ama mettere i personaggi alle strette fino a denudarli delle loro barriere e porli di fronte alla verità su loro stessi.
Il passato di Asger è inoltre un ostacolo narrativo ai suoi buoni propositi, perché la delicata situazione in cui si è messo fa sì che i suoi colleghi non sappiano fino a che punto fidarsi di lui. Questo inevitabilmente aumenta la sua frustrazione e il suo carattere fumantino è un'ulteriore problema che dovrà controllare, mentre tenta di risolvere quello che forse sarà il suo ultimo caso da poliziotto. Il tempo reale della sceneggiatura e della regia funziona quindi efficacemente, perché quella di Asger è una lotta contro il tempo, che si estende oltre il suo orario di lavoro e lo vede nascondersi in una stanza buia. Una sorta di discesa agli inferi dove la luce si fa rossastra e la situazione sempre più disperata.
Ne è unico mattatore Jakob Cedergren, in Italia vagamente noto per essere il protagonista della serie Omicidi a Sandhamn, qui costretto a reggere l'intera tensione del film con il proprio volto e la parte superiore del corpo, visto che le gambe sono nascoste dietro la scrivania. La sua è una prova efficace, così come sono convincenti le altre voci che sentiamo al telefono, ma naturalmente un film come questo sembra perfetto per un remake, sia per il già comprovato apprezzamento del pubblico verso una sceneggiatura a orologeria, sia perché un ruolo così intenso e prolungato è un sogno per molti attori.
The Guilty procede implacabile verso un progressivo disvelamento, fino a costringere i personaggi a confessare le proprie azioni. Per quanto l'incedere sia impietoso arriva a una soluzione catartica senza essere consolatoria, la cui forza è anche nella messa in scena con l'emergere dall'oscurità e dalla stazione di polizia. Non si esce a riveder le stelle, perché il destino non promette comunque niente di buono, ma almeno Asger potrà affrontarlo conoscendo a fondo se stesso, temprato da una sfida contro tutti e contro se stesso: un'ora e venticinque minuti che possono cambiare più di una vita.
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Sorprendente ! Mi sono accostato a questo film con una certa titubanza e le prime scene sembravano confermare questa sensazione . Quello che avevo letto in sede di presentazion era tutto vero , un solo attore , praticamente una sola inquadratura , una sola location , con in più una sensazione di di claustrofobia non proprio esaltante . Poi, e sono bastati pochi minuti , l'attenzione ha incomincia [...] Vai alla recensione »
Film incredibile, riesce a presentarti delle persone delle situazioni e un paese senza farti mai uscire da un grigio centralino telefonico della polizia. Il protagonista, unico e solo, è sempre inquadrato e spesso con macro riprese. L'uomo è stato travolto dal suo carattere irruento che gli ha fatto compiere un gesto inconsulto e per questo confinato al telefono in attesa del processo. [...] Vai alla recensione »
Gustav Möller, dal cuore della capitale danese, ci regala un’ora e mezza di pura suspense poliziesca, in stile minimalista ed orientato alla suggestione interiore dello spettatore attraverso un processo di astrazione della storia. Il film si costruisce come un one-room, one-character e real-time movie, che ricorda, almeno nell’idea registica, Buried (2010), 127 Ore (2010) [...] Vai alla recensione »
Dal Nord Europa arriva un film speciale, non originale e nuovo, ma assolutamente particolare e di cui si aveva bisogno! Claustrofobia allo stato puro in 86 minuti di noir tradizionale, action thriller e dramma introspettivo, girato, diretto e sceneggiato perfettamente in tre metri dentro una centrale operativa di polizia, dove telefonicamente si ricevono le chiamate d’emergenza, pronte poi ad [...] Vai alla recensione »
“The Guilty. Il Colpevole” (The Guilty, 2018) è il primo lungometraggio del regista di Goteborg Gustav Möller. Buio, un trillo che continua, una voce, una risposta, un volto. Una stanza, una attigua e un corridoio, un solo personaggio qualche raro scambio con altri.
Cuffie e microfono telefonico. A fior di labbra, a fior d’orecchie, di cervello. A fior di sangue – freddo, trattenuto e incandescente, sparso – tra una casa, un raccordo autostradale e una centrale operativa di polizia. Una vicenda che ti afferra immediatamente dalle sinapsi cerebrali fino alle unghie dei piedi e non ti molla più – neanche e soprattutto nell’ultima [...] Vai alla recensione »
film stupendo, thriller psicologico molto ben riuscito. film danese , credo anche un'opera prima con un unico protagonista molto molto bravo. Dopo essere stato un agente di polizia ,il sig. Asger viene messo a rispondere al numero delle emergenze 112. E' un film che si svolge tutto i un unico ambiente dove l'uomo, unico protagonista, riceve un sacco di telefonate di persone [...] Vai alla recensione »
Un film che sorprende per la capacità e soprattutto il coraggio del regista di girare il tutto in due stanze grigie e tristi,la sceneggiatura gira tutta intorno all'attore Jakob Cedergren splendido e unico interprete di questo noir psicologico,accattivante,le sue espressioni in presa diretta parlano,si entra nel suo complicato stato d'animo attraverso una depressione esistenziale di [...] Vai alla recensione »
Ci siamo avvicinati, io e la mia famiglia, con una certa titubanza che, purtroppo, è stata pure sottovalutata. Sconsigliato come thriller, decisamente conciliante per il relax.
Che ti appassiona, pur essendo praticamente tutto il film girato sul primo piano del protagonista, seduto al telefono al pronto intervento 112 in danimarca. Altra dimostrazione che per fare un bel film, non serve un grosso budget.
ottimo film, splendidamente recitato e curatissimo nella regia minimalista che al massimo si esprime con un cambio di fuoco. Da vedere.
Inaspettatamente, lo spettatore che all'iniziodel film pensa di perdere due ore della propria vita nella mediocrità,si trova trascinato in una storia tutt'altro che noiosa. E alla fine,dopo un lungo sospiro di sollievo,guarda la sagoma del protagonista e si ritrova legato empaticamente a lui,alle sue vicessitudini . Poco da dire,ci sono persone qui e online che hanno fatto recensioni [...] Vai alla recensione »
Prevedibile, noioso, claustrofobico, girato in due stanze con un perenne primo piano del protagonista. Scimmiotta The Call di Brad Anderson ma non ne è all’altezza. Ci vuole coraggio per fare un film del genere ma più coraggio ci vuole per vederlo.
L'Agente Asger Holm in attesa di giudizio è stato momentaneamente declassato a lavoro di centralinista per le emergenze. Suo malgrado si ritroverà in una situazione complicata da gestire esclusivamente per via telefono. Thriller danese ambientato in due stanze, con un unico attore protagonista presente in scena e un paio che prestano la voce dietro la cornetta del telefono. Vai alla recensione »
Film danese ad alta tensione Un film teatrale. Tutto si svolge con le parole che poi lavorano nella mente degli spettatori che si costruiscono il film in testa. Quindi che abbiamo? Primi piani di un poliziotto che risponde al telefono delle emergenze di una centrale operativa di polizia. Il poliziotto e le telefonate dei disperati che chiamano. Qualche primo piano dei colleghi e niente altro.
Drammatico e coinvolgente la sorpresa è dramma famigliare
Sicuramente un film particolare, ansioso, un film nel film, il regista ti invita ad immaginare la scena, ti coinvolge, e quando finisce tiri un sospiro di sollievo, clienti divertiti e contenti, però non ho ben capito il significato del cerotto sul dito?
Film estremamente particolare che si svolge tutto in una stanza:un poliziotto buono ma con alle spalle una situazione da chiarire si trova imprigionato in una escalation: un'emergenza nella quale non si capisce chi sia in pericolo e chi sia da salvare,chi si possa perdere e che ritrovare,fino alla fine,tensione palpabile e pugni nello stomaco. frasi degne di nota: "saresti da sopprimere" [...] Vai alla recensione »
Un bel film girato tutto in una stanza e con un telefono. Grande recitazione dell'unico attore presente sulla scena in un crescendo di tensione inaspettato. Il dramma personale si mescola e si sovrappone a quello della tragedia telefonica e la veritá emerge lentamente, ma progressivamente dopo errori e incomprensioni. Il film però non è una novità nel suo genere, ma [...] Vai alla recensione »
Credo di aver resistito poco più di mezz'ora poi ho abbandonato il campo : film noioso , teatrale , scontato . Potevano mandarlo per radio e forse reggeva, La storia seppur nell'intenzione del regista, drammatica , non riesce a prendere le spettatore e scivola in una noia mortale . Non è da tutti confezionare un bel film girato in due stanze con [...] Vai alla recensione »
Il maggior pregio de "il colpevole" è l'originaltà dell'ambientazione, trovandoci dall'inizio alla fine nell'ambiente chiuso di una centrale di polizia. La suspence c'è, il colpo di scena pure, ma l'attento spettatore lo intuisce ben prima dell'improvvido e generoso poliziotto protagonista. Tutto sommato il film è soprattutto un viaggio [...] Vai alla recensione »
Il film di Gustave Möller Il colpevole, The guilty, è sorprendente. Si tratta di un thriller psicologico, a mio parere bellissimo, che coinvolge profondamente, ne fa galoppare la mente, e tiene legato lo spettatore alla sedia, sulle spine fino alla fine. E questo senza bagni nel sugo di pomodoro e in effetti speciali orrorifici che ti costringono a sbirciare il film fra le dita della mano [...] Vai alla recensione »
Un film di sceneggiatura, girato in due stanze della stazione di polizia di Copenaghen, al telefono delle emergenze. Spetta all'unico poliziotto presente, con gli scatti d'ira, l'irrequietezza e i fremiti dei sospetti, determinare le emozioni e accrescere il clima d'ansia, sino all'inevitabile soluzione del caso principale. E lo spettatore? Rimane in ascolto delle varie chiamate, e con l'aiuto delle [...] Vai alla recensione »
Nell'essenzialità narrativa del film del danese Gustav Möller Il colpevole - The guilty, e in una messa in scena soffocante in spazi esigui, si sviluppa un intreccio che muove solo limitati passi dentro i confini dell'inquadratura, dove poco accade ma molto si immagina e si deduce, e che rimane confinato nello spazio impalpabile di un costante fuori campo veicolato soltanto da una voce al telefono. [...] Vai alla recensione »
Il nord Europa ha scoperto, ormai da qualche anno una vocazione di scrittura cinematografica volta a guardare al thriller, al noir, inteso in una larga concezione, e forse tutto questo trova una causa nel desiderio di proporre una specie di sintesi interpretativa di un malessere che da sempre, nonostante l'esemplare opulenza e benessere, quelle società vivono.
Estremizzando, si può considerare ogni singolo momento di tensione all'interno di una narrazione una questione morale. Perché è vero, come sostiene uno dei padri nobili della tensione cinematografica, Noël Carroll, che nella maggior parte delle occasioni la suspense si attiva quando l'esito di una situazione incerta propende verso un risultato intollerabile da un punto di vista morale.
Due stanze contigue e ottantacinque minuti in tempo reale: questi sono i limiti di spazio e tempo in cui scorre Il colpevole (Den skyldige, Danimarca, 2018, 859. Cosceneggiato da Emil Nygaard Albertsen, il film del trentenne svedese Gustav Moller sta tutto dentro un centro di emergenza della polizia, a Copenhagen. Seduto alla sua postazione telefonica, Asger Holm Oakob Cedergren) non è solerte allo [...] Vai alla recensione »
C'è voluto più di un anno, da quando, nel gennaio del 2018, venne presentato a Sundance ottenendo il premio del pubblico, ma finalmente il film danese Den skyldige, titolo italiano Il colpevole -The Guilty dell'esordiente Gustav Möller è arrivato anche in Italia, dopo esser stato visto a decine di festival, fra i quali Torino nel novembre scorso (dove ha raccolto almeno quattro premi, tra gli altri, [...] Vai alla recensione »
Thriller telefonico, girato con maestria in tempo reale da un regista svedese trapiantato in Danimarca (per gli insulti reciproci tra i due paesi, racconta ogni cosa "The Kingdom" di Lars Von Trier). Costruito sulla colonna sonora, e sulle voci che chiamano il 112 a Copenhagen. Una ragazza spiega che è caduta dalla bici facendosi male al ginocchio, viene liquidata con poche parole e un ammonimento: [...] Vai alla recensione »
Seduto al centralino computer del servizio emergenze, in attesa l'indomani di comparire in tribunale per una brutta storia che lo riguarda, il poliziotto Asger Holm riceve tra le tante telefonate una che lo impressiona. Una donna in lacrime, spaventatissima, bofonchia un "ciao amore!" che chiaramente nasconde una richiesta d'aiuto. "Fai finta di parlare con tuo figlio" le suggerisce l'agente per poi [...] Vai alla recensione »
Asger Holm è un agente di polizia che si è messo nei guai ed è stato confinato al centralino. Raccoglie la telefonata di una donna vittima di sequestro e scopre un omicidio... Meraviglioso thriller ricco di suspense e colpi di scena, con lo spettatore che si ritrova alla consolle insieme al protagonista e ne vive i drammi attraverso le parole che pronuncia e ascolta.
Jakob Cedergren, l'attore danese protagonista di The Guilty, ha 46 anni. Il resto della troupe - regista, sceneggiatore, produttrice, direttore della fotografia - ha poco più di trent'anni. E tutti insieme, per la loro opera prima, hanno fatto centro. The Guilty è un «thriller telefonico» a un solo personaggio in un piccolo spazio - una stanza - che non dà tregua.
L'agente Asger risponde al centralino di un pronto intervento a una donna in difficoltà, probabilmente rapita dall'ex marito. Sulla scorta di illustri precedenti, un thriller minimalista, a porte chiuse, sul rapporto tra un mondo esterno puramente supposto e un protagonista di cui si restituisce sguardo e prospettiva. Un'opera di inganni (a cominciare dal titolo) perché il racconto è immaginato dallo [...] Vai alla recensione »