Titolo originale | Another Day of Life |
Anno | 2018 |
Genere | Animazione, Biografico, |
Produzione | Polonia, Spagna, Germania, Belgio, Ungheria |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Raúl de la Fuente, Damian Nenow |
Attori | Akie Kotabe, Wilson Benedito, Ryszard Kapuscinski, Artur Queiroz, Luis Alberto Ferreira Carlota Machado, Joaquim António Lopes Farrusco, Miroslaw Haniszewski, Vergil J. Smith, Tomasz Zietek, Olga Boladz, Rafal Fudalej, Pawel Paczesny, Jakub Kamienski, Kerry Shale, Daniel Flynn, Youssef Kerkour, Lillie Flynn, Ben Elliot, Emma Tate, Jude Owusu, Martin Sherman (II), William Vanderpuye, Dave John, Orlando Vitorini, Kris Sherer, Victoria Willing, Gracy Goldman, Hoji Fortuna, John Hollingworth, Celia Manuel, Lula Suassuna. |
Uscita | mercoledì 24 aprile 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,35 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 aprile 2020
La storia di un giornalista che si trova a vivere un terribile senso di impotenza di fronte alla tragedia della guerra in Angola. Ha vinto un premio ai European Film Awards, ha vinto un premio ai Goya, In Italia al Box Office Ancora un Giorno ha incassato 94,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel 1975, in piena Guerra Fredda, i portoghesi lasciano le colonie africane. L'Angola, però, non è un territorio facile, il petrolio fa gola, e il paese è spaccato in due. Tra i sostenitori dell'MPLA, il movimento di liberazione marxista-leninista, e quelli dell'UNITA, sostenuti dagli Stati Uniti, scoppia la guerra civile e il conflitto monta rapidamente su scala internazionale. Ryszard Kapuściński, giornalista della Polonia socialista, è lì, nel mezzo dell'assedio di Luanda, dove infuriano il caso e la paranoia, la "confusão", e dove ama essere, perché quella è la sua missione. Convincerà i suoi superiori a lasciargli tentare di raggiungere il fronte meridionale, dove il generale Farrusco, con un manipolo di pochi uomini, sta portando avanti una resistenza che ha dell'incredibile.
D'ora in poi bisognerà ricordarsi di citare Another day of life tra i casi di bei film tratti da bei libri, perché i giovani Raul de la Fuente e Damian Nenow hanno saputo trasportare in immagini di loro invenzione lo spirito eccezionale di un uomo e di un mestiere e trasformare una storia di quarant'anni fa in un racconto per il presente.
La vita di "Ricardo" a Luanda e il viaggio verso l'avamposto di Farrusco, da dove nessuno sembra essere mai tornato - esperienza che lo scrittore ha pubblicato nel '76 ed è stata poi tradotta in tutto il mondo - sono narrati con la tecnica di un'animazione vicina al graphic novel, nella quale trova spazio tanto la soggettività delle riflessioni di Kapuściński quanto la concitazione delle azioni, e soprattutto la descrizione di ciò che non può essere detto a parole, perché pura "confusão" emotiva. Su questa base s'innestano brevi e intense interviste ai protagonisti di allora oggi: il collega reporter Arturo, Luis Alberto, e poi i capitoli più commoventi del film, dedicati al vecchio Farrusco e a Carlota, la combattente più in gamba del movimento, uccisa a due mesi dal compimento dei suoi vent'anni.
Another day of life è un reportage di guerra, un'immersione nella Storia, ma anche un viaggio nell'anima, tra incancellabili sensi di colpa e risposte esistenziali che soltanto chi ha vissuto così può avere in cambio. È anche un film con una reale ragione di essere, che va oltre la testimonianza. Tutti i personaggi coinvolti hanno una cosa in comune: hanno visto qualcosa che ha cambiato la loro vita. E là dove ci sono delle immagini che hanno questo potere, c'è un film che domanda e merita di venire alla luce.
Pur conoscendo l'autore del libro da cui è tratto questo film non lo avevo mai letto. Hoi visto il film a gennaio in Francia e la prima cosa fatto tornato in Italia è stato di andarlo a cercare in biblioteca. Il film rende perfettamente l'atmosfera dell'Angola nei mesi precedenti la sua dichiarazione di indipendenza. Il caos che regna nel paese.
La cosa che mi ha colpito di più del film, oltre alla bellissima integrazione fra piani narrativi diversi è stata l'espressività dei disegni a raffigurare i sentimenti e le perplessità, gli ammiccamenti e gli sguardi di Ricardo. All'inizio si pensa di assistere a un film espresso per fumetti, ma non siamo abituati a fumetti che esprimono sentimenti così sottili.
Farraginoso docufilm d'animazione,che manca di un'animazione più efficace. Non convince,peraltro,la scelta delle interviste,alternate alle animazioni. Non coinvolge e non emoziona.Peccato,perchè,il progetto era molto interessante.
Giornalista, scrittore, intellettuale, antropologo, artista, ascoltatore. Ma sulla sua tomba Ryszard Kapuscinski avrebbe voluto fosse scritta solo una parola: poeta. E guardando Ancora un giorno (guarda la video recensione), piccolo gioiello d'animazione "documentaria" sulla guerra civile che piegò l'Angola nel 1975, è evidente come nei lavori non esplicitamente giornalistici del "Bruce Chatwin dell'Est" la lettura della realtà - filtrata da un'innata empatia - riuscisse ad avvicinarsi alla poesia.
Nato nella Polonia orientale, in una regione che oggi appartiene alla Bielorussia, Kapuscinski ebbe un'infanzia difficile - in fuga dai nazisti, costretto alla povertà, da bambino vendeva saponette per permettersi le scarpe - e incontrò il giornalismo nel 1946, grazie al reporter polacco Ksawery Pruszynski.
I primi viaggi all'estero, dal 1956 per la testata Sztandar Mlodych, furono in India, a Karachi, Kabul e in Cina. Fino al 1981 lavorò per la Pap, l'agenzia di stampa nazionale polacca, per la quale scrisse dall'Iran, dall'URSS e da una cinquantina di stati africani. Fu condannato a morte quattro volte, visse 27 rivoluzioni, ebbe amicizie importanti (Che Guevara) e insidiosi detrattori (Artur Domoslawski), e nel 1983 la rivista Newsweek definì il suo 'Negus, splendori e miserie di un autocrate' uno dei migliori dieci libri dell'anno. Tra le sue opere anche 'Giungla polacca', 'Se tutta l'Africa', il saggio-reportage nelle repubbliche sovietiche 'Imperium', 'Lapidarium', 'Ebano' sui viaggi in Africa, 'Shah-In-shah', summa dell'anno trascorso in Iran, e 'In viaggio con Erodoto'.
Kapuscinski e il giornalismo
Almeno due sono i libri che Kapuscinski dedicò al mestiere di giornalista, un lavoro che non riuscì mai ad abbandonare del tutto - continuò a scrivere, raccontando l'andamento della sua malattia, anche dalla clinica di Varsavia in cui nel 2007 trovò la morte: 'Il cinico non è adatto a questo mestiere: conversazioni sul buon giornalismo' e 'Autoportret reportera' ('Autoritratto di un reporter').
Convinto della qualità umana del giornalismo ("Un reporter deve essere per forza capace di empatia"), Kapuscinski rifiutava il cinismo quanto la sciatteria, mettendo al primo posto nella galleria delle qualità del giornalista due caratteristiche: la passione e la curiosità. Celebre per le sue scelte anticonformiste - una su tutte: ammalatosi di tubercolosi in Africa, scelse di farsi curare negli ospedali del posto, insieme ai locali, per avere un'idea più chiara della loro quotidianità - in 'Autoritratto di un reporter' detta le regole del moderno reportage: "Il viaggio a scopo di reportage esclude qualsiasi curiosità turistica, esige un duro lavoro e una solida preparazione teorica, per esempio la conoscenza del terreno su cui ci si muove. (...) Il viaggio a scopo di reportage esige un surplus emotivo e molta passione. Anzi la passione è l'unico motivo valido per compierlo. È per questo che così poche persone lo praticano su scala mondiale".
Nel 1975 l'Angola è devastata da una sanguinosa guerra civile. In questo campo di battaglia il reporter polacco Ryszard Kapuciski comprende che i fatti sono incapaci di rendere la realtà. Ci vuole l'intervento della letteratura. Ricostruendo le origini di uno scrittore, Ancora un giorno offre un'interessante riflessione sulla rappresentazione del reale e sull'impossibilità dell'oggettività in mezzo [...] Vai alla recensione »
Magnifico film d'animazione, vincitore, una volta tanto non a sproposito, di svariati premi internazionali. Tratto da una storia vera, racconta l'odissea del giornalista polacco Ricardo Kapuscinski, unico testimone europeo della spaventosa guerra civile, che nel novembre 1975 portò all'indipendenza dell'Angola. Una grafica superlativa, una storia che mette i brividi per il suo crudele realismo.
Ryszard Kapuscinski (1932-2007) è stato uno dei più grandi reporter della storia. Memorabili sono i suoi resoconti, sempre in presa diretta, di grandi eventi della seconda metà del '900. L'affascinante figura del giornalista e scrittore rivive ora in un film originale e innovativo nello stile. Si intitola Ancora un giorno, come uno dei suoi celebri reportage, e ci porta in Angola nel 1975, quando il [...] Vai alla recensione »
«Fai in modo che non ci dimentichino». È questo l'imperativo che risuona nella mente del reporter Ryszard Kapuciski mentre percorre le strade sterrate e i villaggi dell'Angola in piena guerra civile per raccontare al mondo le storie di chi sta vivendo quei tragici giorni... [sinossi] Lavorare sulla memoria è un compito tutt'altro che agevole e sempre, in qualche modo, generoso.
Nel 1975 l'Angola sta faticosamente conquistando l'indipendenza dal Portogallo e la guerra civile comincia a macinare vite umane e risorse naturali: un terrificante tritacarne, destinato a durare con alterne vicende per quasi trent'anni, fino al 2002. Nel 1975, e questo quasi nessuno lo sa, Ryszard Kapuscinski, giornalista polacco famoso per i suoi reportage dagli angoli più caldi del pianeta, intuisce [...] Vai alla recensione »
Vibra di rabbia e di orrore quest'opera di animazione fortemente politica, e oscilla tra gli slanci immaginifici e la coscienza storica che impone di attenersi ai fatti: quelli dell'Angola finalmente libero dalla morsa dei coloni portoghesi, ma dilaniato dalle lotte tra fazioni rivali sotto cui si celano, per procura, le due superpotenze della Guerra fredda.
"Fai in modo che non ci dimentichino." Questo è uno dei motivi per cui Another day of life è venuto alla luce. Dalla penna del reporter polacco Ryszard Kapuciski viene fuori la storia di un'avventura vissuta sul campo di guerra nell'Angola durante la Guerra Fredda. Ma il libro non era scritto con l'intenzione di raccontare gli accadimenti bellici, ma con l'intento di parlare della sensazione di sentirsi [...] Vai alla recensione »
Nel 1975 il reporter Ryszard Kapuscinski percorre le strade sterrate e i villaggi dell'Angola, travolta dalla guerra civile, per raccontare al mondo le storie di chi sta vivendo quei tragici giorni. Tra questi ci sono il riluttante comandante Farrusco, che ha deciso di schierarsi con i più deboli, e l'affascinante guerrigliera Carlota, che anziché uccidere le persone vorrebbe guarirle.
Diretto da Raul De La Fuente e da Damian Nenow, Ancora un giorno è la trasposizione dell'omonimo reportage di Ryszard Kapuscinski ambientato nel 1975 e dedicato alla sanguinosa transizione dell'Angola da colonia portoghese a stato indipendente. Colto nel bel mezzo della guerra civile tra le diverse fazioni dell'MPLA, di ispirazione socialista e supportata da USSR e da Cuba, e della coalizione FNLA-UNITA, [...] Vai alla recensione »